11 ottobre 2011

AbeceDIARIO africano: lettera N, aria di casa

11 ottobre

N come NYUMBA

Nyumba vuol dire casa ed oggi per me è stata la giornata più casalinga da quando sono qua. Ho dedicato tempo ad alcune cose che si rimandano nell'attesa che qualcuno ci pensi e nella convinzione che quando sarà il momento basterà poco. Il caso è quello di recuperare da un vecchio pc portatile con windows 98 (senza poter usare porte usb, floppy e cd) le storie che Zawadi ha scritto con la sua tastiera “a piede”, stamparle, consegnarle alla mamma che veniva a prenderlo e conservarne una copia informatica per usi futuri.

Io ho capito poco del materiale su cui lavoravo ma i brani che mi sono stati tradotti sono davvero straordinari, frutto della volontà di un ragazzo di 12 anni che ha avuto la capacità di costringere chi lo incontrava a rispondere alle sue richieste. Così adesso scrive: brevi racconti, lettere, pagine di diario fra cui quella in cui racconta il suo recente battesimo citando il suo padrino Francesco.

In mattinata sono rimasto in casa anche per consentire a Bruna e Lucio di andare insieme a discutere importanti questioni sulla sicurezza della casa. Ho così accolto il referente regionale dei servizi sociali che inseguivamo da una settimana nel suo ufficio: oggi è venuto di persona.

Mentre aspettavamo ho fatto quattro chiacchiere (si fa per dire...) con lui mescolando i nostri inglesi “professionali”. Ho cercato di fargli capire che lavoro anche io nello stesso campo ma lui non ha fatto altro che lamentarsi che non ci sono soldi per fare tutto quello che sarebbe necessario.

Come dargli torto? I soldi mancano...o meglio, forse non seguono i canali giusti. Lo stesso funzionario, infatti, per mettere la firma sugli attestati che domani saranno consegnati alle donne che finiscono il terzo modulo del corso per assistenti a bambini e disabili chiedeva un “aiutino” confermando che l'intraprendenza non manca ma non certo per cercare risorse per i servizi.

Tenere duro contro questi fenomeni (come è stato fatto) è un regalo al futuro dell'Africa (e non solo...).


In serata la Nyumba si è riempita per la cena che oltre agli ospiti consueti (Francesco e Miriam volontari di Ibo, Valeria, Daniele e Paola relatori al corso per assistenti) ha visto la presenza degli operatori della Comunità di Sant'Egidio impegnati contro l'Aids nel centro “Dream” di Iringa. (Qui potete leggere bene di cosa si tratta http://dream.santegidio.org/homep.asp?Curlang=IT ).

Gianni, Alessandra, Annarita di Roma e Andreas, lungo medico tedesco con attitudini da cuoco, hanno portato a 15 il totale delle persone a tavola. Sono sempre più colpito dallo stile di questi volontari che intervengono in un campo così impegnativo come quello dell'Aids. Da loro una smentita ad un falso luogo comune nel quale sono caduto anche io (nell'abeceDIARIO del 6 ottobre G come GIOCO): pare che l'Aids sia nato proprio in Africa, quindi non è vero che è stato portato qui dagli occidentali.

Infine una constatazione: la capacità di entrare in sintonia in modo simpatico ma profondo non è un requisito essenziale per fare volontariato, ma riscontrarlo nel 100% delle persone che incontri è un elemento che depone a favore del lavoro dell'intera Comunità di cui fanno parte.

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