7 ottobre 2011

AbeceDIARIO africano: lettera H, un po' di Kiswahili

7 ottobre

H come Habari

Habari è la formula di saluto in kiswahili:alla lettera significa “notizia”(infatti il telegiornale e un quotidiano si chiamano così) ma di fatto equivale a “buongiorno”. Ricordo che nel secolo scorso il mio amico Don Andrea rimase un po' di tempo da suo fratello Don Silvio in Congo (allora Zaire). Tornato a casa diceva a tutti “Habarigani”, una variante del saluto classico: noi la traducevamo in “A Bari i cani” e la risposta era “A Roma la lupa”...sciocchezze da ventesimo secolo che mi tornano alla mente in questi giorni.

In quegli anni giocavo molto con bambini e ragazzi...facevo l'animatore anzi, con obiettivi ben più ambiziosi, l'educatore.

Oggi sulla terra secca di un quartiere periferico di Iringa mi sono ritrovato a giocare con una ventina di bambini (fra cui Pio e Priva, due ospiti della Nyumba Ali) insieme a Miriam e Francesco i due volontari di IBO che fanno il servizio civile da mia sorella. Fra abili e disabili, svegli e sonnecchianti, maschi e femmine dai due ai tredici anni non è facile trovare giochi da fare insieme per cui ci si divide in piccoli gruppi. Il calcio piace solo ai più grandi che però non disdegnano di usare la palla per una partita a flipper (in cerchio a gambe aperte) nel tentativo di lanciare la sfera sotto le mie gambe: tutti contro uno, in cui ho difeso con perizia il mio onore personale e dell'intera popolazione bianca del pianeta Terra.

Poi basta poco: ho cominciato per caso a indovinare in quale mano i bambini nascondevano un sassolino, un tappo, una biglia..e subito si è fatta la coda per mettermi alla prova. Li guardavo fisso negli occhi per darmi un tono, poi osservavo le mani (da cui spesso si vedeva l'oggetto) e segnavo quella giusta. Ho avuto alte percentuali ma con un paio di bambini e una bambina, già dagli occhi capivo che non avrei indovinato. Soprattutto quello con la maglia della Juventus ormai sbiadita in un “grigio – grigio” nascondeva un ago e una piccola calamita che non trovavo mai. Spero per lui e per tutti che la furbizia dello sguardo non venga spenta e trovi le strade giuste per diventare intelligenza di vita.

Alla fine eravamo tutti pieni di terra secca, un colore che sulla pelle nera risaltava chiaro quasi del colore della mia: forse con un po' di buona volontà e di rotolate nella terra le differenze razziali possono scomparire.

A proposito: la risposta giusta al saluto “Habari” è “Nzuri”

H come Hodi

“Hodi” invece corrisponde a “Permesso? Posso entrare?” ed è il rispetto per la vita degli altri. Così è stato nella casa di Priva quando lo abbiamo riportato a casa dopo i giochi: solo in quel momento ho scoperto che alcuni dei bambini con cui avevo giocato erano suoi fratelli e tornavano a casa con lui...nell'ingresso, poi, c'erano almeno altri tre bambini di varie età e due ragazze adolescenti belle robuste. Un saluto alla mamma fertile, come molte donne di queste parti... sono sicuro che i figli sono sempre un segno di speranza, non so se avranno un futuro garantito (ma questo vale in tutto il mondo). Mi piace però constatare che quando ti avvicini ad una casa ti accolgono veri cuccioli di uomo e non i cani isterici e viziati che in molte delle nostre case hanno preso il loro posto.

Qui i cani non fanno nemmeno la guardia alle case (per quello ci sono i guardiani), stanno randagi attorno alla città e di notte ogni tanto si danno a la voce per ricordare che esistono e che non sono interessati a vivere nelle case e girare a spasso per il centro legati ad un guinzaglio.

Dal canto suo la gente se proprio deve avere animali attorno a casa preferisce capre, mucche e asini.

2 commenti:

Kidzeater... ha detto...

io pensavo che abari senz'acca fosse "come stai" mentre "habari" fosse notizia.

Patrizio Fergnani ha detto...

Confermo che, invece, c'è un solo Habari ed è quello con la H iniziale ed il doppio significato