28 maggio 2021

Quintina

Quintina arriva questa settimana nelle "Fantasticherie" su La Voce di Ferrara- Comacchio: numerare i figli, amare il cinema e l'assenza che diventa presenza.

Qui il testo:

Quintina, come dice il nome, è la quinta nata. Le sue sorelle, però, si chiamano Magda, Sonia, Wanda, Gisella: non si è mai capito perché il padre si sia impuntato per dare un nome numerico soltanto a lei (tanto più che la sesta figlia si chiama Delia).

Con queste premesse Quintina ha tutte le caratteristiche per essere un po' fuori dagli schemi. Una delle sue passioni è il cinema: conosce un sacco di film e di alcuni sa a memoria i dialoghi. Nelle serate di giochi, quando c'è lei evitiamo il gioco dei mimi coi titoli dei film e ci buttiamo su "nomi, fiori, città".

Se ci vediamo a capodanno, le chiediamo di fare i dialoghi dei due film più classici per noi: "I Goonies" ed "E.T." L'ultima volta ci ha deliziato con la lunga confessione di Chunk per passare poi alle scene finali di E.T.

Oggi, leggendo il Vangelo di domenica prossima, me la sono ricordata mentre ripete la frase finale del piccolo extraterrestre: “Io sarò sempre qui”. Mi sembra la sintesi del commiato di Gesù nel capitolo 28 di Matteo. So che alcuni interpretano questo film come una rilettura della vita di Gesù: non sono in grado di approfondire la questione ma sono ancora disposto a emozionarmi senza che la razionalità abbia il sopravvento. Per questo ringrazio Quintina e quelli come lei che tengono accesa la speranza di un mondo migliore: quello rappresentato dall'astronave di E.T. che, accelerando verso casa, traccia un arcobaleno nel cielo.

Il brano è, ovviamente,“E.T.: the flying theme” di John Williams.

 

24 maggio 2021

Ciao Don Giancarlo, un po' padre un po' fratello


Ho appena saputo che oggi, 12 dicembre 2023, Don Giancarlo è "passato dall'altra parte" entrando nel Paradiso dove si può gustare pienamente l'incontro con  Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
La sua semplicità e il suo buonumore arricchiscono già il repertorio del "Banchetto Celeste" mentre a noi, ancora intrecciati con la realtà della vita quotidiana, rimane un velo di malinconia unito alla consapevolezza di essere stati fortunati ad averti incontrati.
Ripropongo quello che avevo scritto due anni fa per il tuo 60° anniversario di sacerdozio.
Grazie, Don Giancarlo: ricordati di noi!

Un piccolo contributo per i 60 anni di sacerdozio di Don Giancarlo Pirini, pubblicato su La Voce di Ferrara del 21 maggio 2021: l'obiezione di coscienza, il quartiere, la comunità di laici e sacerdoti...un pezzo di vita insieme, senza prendersi troppo sul serio.

Il testo:

Ciao Don Ppirini (con le due P all'inizio, tipico del tuo modo di parlare). Ho appena compiuto 63 anni e scopro che tu sei sacerdote da 60. Hai vissuto il momento più importante della tua vita quando io ero un ammasso di ciccia ignaro dello scopo della mia esistenza (cosa che mi sfugge anche oggi).

La distanza di età si è quasi azzerata quando ho avuto la fortuna di abitare nella tua Parrocchia di Via Mambro. Da settembre 1983 a febbraio 1985 ho fatto il servizio civile come obiettore di coscienza, vivendo in comunità fra obiettori e con voi sacerdoti. Per noi, giovani incoscienti lanciati in imprese sovraccariche di ideali, eri certamente un padre ma eri soprattutto un fratello. Ci stavi accanto con pazienza e tenerezza nella tenacia di chi, di fronte all'urgenza di vivere il Vangelo in mezzo alla gente, non arretra di fronte a pregiudizi e critiche. Hai saputo difendere con forza la scelta di parrocchia aperta che stavi radicando nel quartiere: una scelta, già contestata nelle "alte sfere" del clero benpensante, che diventava quasi eretica con la presenza di obiettori di coscienza impastati nei problemi delle persone con comportamenti non sempre "prudenti".

Ora vivo proprio “nel Krasnodar”, nella parrocchia che hai avviato e vedo chiari i frutti di quei primi tempi: nel solco tracciato allora, oggi che si parla di "Chiesa in uscita", ci sentiamo a nostro agio.

Tti (doppia T iniziale) devo anche ringraziare per la bella esperienza di comunità che hai costruito con noi e, soprattutto, coi tuoi confratelli. Vedervi insieme tu, Don Ivano e Don Giorgio, così diversi da essere complementari, era uno spettacolo: una testimonianza concreta di condivisione dei carismi. Alla sera a cena anche noi giovani laici contribuivamo agli approfondimenti teologici, sociologici, politici o, semplicemente, ad alimentare l'ironia che lo Spirito sa stimolare. Era “l'ermeneutica della mortadella”, dato che con la quota vitto di noi obiettori non ci si poteva permettere altro. E’ la Chiesa che si fa comunità: un'esperienza che cambia la vita, una scia di luce che, grazie a te, è ancora viva sulla mia strada.



19 maggio 2021

Pina

 

Settimana con la lettera P: Pina Per Pentecoste. A volte dietro a personaggi reali si nascondono storie inventate: qui. invece, un nome di fantasia propone una persona concreta.

Segue il testo pubblicato  su La Voce di Ferrara-Comacchio 

Ciao Pina, oggi sono chiamato a fantasticare sul Vangelo di Pentecoste: si parla di dare testimonianza. Si può testimoniare perché si sta con Gesù e con lo Spirito che viene a guidarci: è un lavoro di squadra e di fiducia reciproca.

Mi sei venuta in mente tu e, siccome so che non saresti contenta di essere riconosciuta, ho messo un nome di fantasia. Se per caso leggerai questo pezzo ti lascio qua e là alcuni piccoli indizi che puoi individuare solo tu.

Ti riconosco una capacità speciale nell'essere coerente con quello in cui credi: lo dimostra la forza con cui porti il peso, lontano dai riflettori, di situazioni difficili a cui offri un sollievo concreto e duraturo. Io non sono stato capace di scelte così radicali e radicate nel tempo: vado a sprazzi fra entusiasmo e rassegnazione, oscillo fra la tenacia e lo sconforto.

Ti tengo come un’amicizia preziosa, duratura anche con tempi diradati: rari incontri che arricchiscono senza mai appesantire.

Anni fa sono stato a Monaco di Baviera e, invece dei monumenti tradizionali, ho visitato lo stadio. C’è uno spazio dedicato a un tuo concittadino: ascoltando le sue famose dichiarazioni in un misto di lingue mi sei venuta in mente. Sono riaffiorati i giochi di parole storpiate con cui cercavamo di scrivere una canzone, ospiti dai frati a Greccio per una notte al riparo dalla pioggia.

La Pentecoste del 2021 è un po’ come quel viaggio in ‘500 sui luoghi francescani: piano piano sembra stiamo arrivando alla meta. Tu sei, secondo me, più avanti: prima di arrivare ti fermerai a raccogliere qualche sasso da dipingere per fare un regalo a ciascuno di noi.

La canzone della settimana è “Gente che spera” degli Articolo 31.


13 maggio 2021

Orio


 Siamo al Vangelo dell'Ascensione: arriva la "Fantasticheria" di Orio che "passava ore intere a scrutare il cielo".

La storia, pubblicata su   La Voce di Ferrara-Comacchio dell'incredibile: carattaristica che si addice alle fantasticherie. Ecco il testo.

Orio passava ore intere a scrutare il cielo. I suoi coetanei leggevano testi sui dinosauri, sui calciatori, sui cantanti: lui riconosceva gli aerei dal rumore e dal segno che lasciavano in cielo.

Nato nel 1960 lo avevano chiamato Orio dopo la morte del famoso Orio Vergani: la madre sperava che quel figlio dall’aria un po’ svagata facesse strada nel giornalismo.

Lui, però, era letteralmente con la testa fra le nuvole.

Nel 1972 fu inaugurato un piccolo aeroporto vicino a Bergamo: ci furono molte polemiche, un altro aeroporto vicino a Milano sembrava destinato al fallimento.

“Sarà un aeroporto fantastico” esclamò il dodicenne Orio “non a caso è in un paese che si chiama come me!”

Infatti l’aeroporto (che oggi è fra i primi 5 aeroporti italiani) si trova a Orio al Serio.

“Ci andrò a lavorare: farò il pilota proprio lì. Sarò Orio, sul serio, a Orio al Serio”.

In effetti Orio ha lavorato lì fino all’anno scorso: non guidava aerei ma coordinava una squadra di pulizia dei servizi igienici.

Ogni tanto si perdeva con lo sguardo nel cielo a commentare le rotte degli aerei.

La notte fra il 4 e il 5 agosto 2016 Orio, smontando dal turno, vide qualcosa di strano nel cielo: riuscì a convincere diversi colleghi a non salire in macchina.

Proprio in quel momento un cargo ungherese finì l’atterraggio sulla tangenziale fuori dall’aeroporto. Sarà merito di Orio se l’incidente è rimasto famoso per le foto dell’aereo fermo sulla strada e non per il numero di vittime?

Da lui vorrei imparare a guardare davvero in alto, con la voglia di sognare nuovi orizzonti.

La canzone di questa settimana: "Learn to fly" dei Foo Fighters.

Per finire una foto dl 5 agosto 2016.








7 maggio 2021

Nullo


 Tra grandi ideali sociali e piccole pratiche di solidarietà  

questa settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio si parla di Nullo.

Il brano da ascoltare (Caravan of love nella versione degli  Housemartins) è già  disponibile  QUI nella playlist "Fantasticherie" su Spotify.

Ecco il testo pubblicato.

                              Nullo 

Il padre lo aveva chiamato Nullo in omaggio agli ideali libertari e un po’ anarchici in cui credeva in aperta avversione al fascismo: credeva in una società in cui nessun individuo prevale sugli altri.

Dopo aver girato il mondo Nullo era tornato nel suo paese fra Emilia e Toscana dove aveva rilevato il negozio nella piazza. Era il classico “bazar” dove trovavi di tutto: dal pecorino locale all’insetticida contro le vespe. Apriva con orari variabili oppure su richiesta: bastava bussare alla porta di fianco al negozio.

Sopra il bancone c’era un cartello con su scritto “non si da il resto”: se avevi la cifra esatta pagavi il giusto, altrimenti i soldi in più non ti venivano restituiti. Nessuno obiettava: si sapeva che Nullo con quegli arrotondamenti dava la spesa gratis alle persone che non potevano pagarsela. Aveva realizzato un piccolo modello di economia virtuosa e solidale anticipando di vent’anni la pratica della “spesa sospesa”.

Mi piaceva fermarmi per un caffè e quattro chiacchiere dopo. Una volta gli ho chiesto come gli era venuta l’idea e mi ha raccontato che, dopo aver sentito tante volte la frase “Il resto mancia”, un giorno gli era suonato in testa “Il resto mangia”. Un cambio di consonante gli aveva dato il suggerimento giusto.

Ricordo ancora quando mi disse: “Io sono Nullo ma so che il bello di ogni piccolo momento rimane per sempre”. Questo resta, di Nullo e di tutti coloro che, consapevoli o no, sono costituiti per andare e portare un frutto che rimane.

Il brano da ascoltare: Caravan of love nella versione degli  Housemartins.



4 maggio 2021

Musiche delle Fantasticherie su Spotify

Playlist delle Fantasticherie su Spotify

Chi segue le “Fantasticherie sul Vangelo della Domenica” 

pubblicate settimanalmente da La Voce di Ferrara - Comacchio

sa che dal 29 gennaio propongo,

al termine della lettura, una canzone da ascoltare.

Per agevolare chi vuole seguirmi

ho preparato una playlist su Spotify

dove si trovano i brani che propongo.

La terrò aggiornata:

chi la condivide troverà i brani nuovi ogni settimana.

Questo il link Fantasticherie

So che Spotify è sempre più diffuso: ho iniziato ad usarlo anch’io da un mese, da quando sono presente come autore col brano “Laura canta insieme a noi”.

Ecco il titolo della Fantasticheria col brano corrispondente.

Una nuova avventura - Non maledire questo nostro tempo

Armando - Rainmaker

Beatrice - Shower the people

Clemente - La voce del silenzio

Laura Vincenzi - Laura canta insieme a noi

Ernesto - Io sono l’altro

Flora - Parlami di Firenze

Gianni - Il Pescatore

Hosanna - Hosanna da Jesus Christ Superstar

Inri - Operator

Karen - Girotondo intorno al mondo

Dante - Ragazzo padre

Mariolina - Andrò ancora.

Manca il brano abbinato a Jacopo (proprio lui!): "River of Collections" di Paul Cantelon, dalla colonna sonora del film "Ogni cosa è illuminata" non riesco a trovarlo su Spotify ma è presente su youtube , qui il link diretto River of Collections