15 novembre 2010

Canzone per mia madre

In questi giorni, dopo la morte di mia madre, è stato inevitabile mettere un po’ d’ordine, eliminare carte divenute inutili e riaprire cassetti pieni di ricordi.
E’ stato così che ho ritrovato la copia di una cassetta audio del 1992, fatta apposta per il compleanno di mia madre Stamura.
Fra i misteri della sua vita c’era la data di nascita: lei ha sempre sostenuto che era nata il 22 novembre 1919 e l’avevano registrata all’anagrafe il 23.
Così ogni anno potevamo scegliere se festeggiare il 22 o il 23, a seconda di come ci faceva comodo.
Sulla cassetta, perciò, c’è scritto “Buon compleanno Stamura – 22/11/92”.
Dentro si sentono improvvisazioni con la piccola tastiera che avevo appena comprato, canzoni care alla storia di mia madre e mio padre (Petit Fleur, Only You, La giacca rotta…), ogni tanto io che dico qualcosa con voce “alla Alberto Lupo” per finire con “voci di bambini Fergnani”(Andrea, Marco e Irene che all’epoca avevano 5, 3 e 1 anno).
All’inizio, dopo una breve introduzione, c’era una canzone scritta, senza grandi pretese, da me e registrata (con ancora meno pretese) accompagnandomi con la chitarra. Era poco più di uno scherzo, di cui mi ero proprio dimenticato, intitolato “Canzone per mia madre”.
Pochi accordi accompagnano parole che oggi, riascoltandole, mi hanno fatto pensare: a partire dalle prime “posso dire di ricordarmi di te…”
E’ da oggi che di lei mi rimangono i ricordi insieme al sapore della vita che mi ha regalato.

Le nuove tecnologie mi hanno permesso di trasformare la cassetta in mp3: ho deciso di mettere a disposizione la canzone per chi la vorrà ascoltare.
Senza pretese, ripeto, così come è stata scritta e registrata nel novembre del 1992.

Questo è il testo

Canzone per mia madre (Compleanno di Stamura 22 novembre 1992)

Posso dire di ricordarmi di te
E di conoscerti da un po’ di tempo:
certo, tu, mi conosci di più
e ti ricordi di quando ancora non c’ero.

RIT E’ così che io sono tuo figlio:
cresciuto con anni di pazienza…
è così che tu sei mia madre:
sempre presente, mai invadente…
è così che noi siamo noi.

Posso dire di essere cresciuto
Ma non sono grande abbastanza;
mi manca di vivere ogni giorno
portando sempre gli altri nel cuore. RIT

Posso dire che vedo la strada
Che unisce te e mio padre:
è un cammino con mille fermate
ripartendo insieme ogni giorno. RIT

La canzone si può scaricare a questo link Canzone per mia madre

12 luglio 2010

5 copie in un cassetto....e nulla più? Nel 2023 appaiono altre copie!

Il 13 luglio 2010 ha scritto:
"Ho aperto oggi lo scatolone con le ultime copie del mio libro "Forse è davvero così"...credevo di averne circa una trentina invece ho scoperto che ne sono rimaste 5 in tutto!
Non credo che la casa editrice ne abbia tante altre...quindi con l'orgoglio di chi è arrivato in fondo ad un progetto editoriale chiuderò queste ultime 5 copie nel solito cassetto."
Da qualche giorno (ottobre 2023) ho ritrovato uno scatolone che mi è stato consegnato anni fa quando il magazzino della Casa Editrice "Nuove Carte" è stato svuotato definitivamente: dentro ci sono diverse decine di copie del mio primo libro.
Sarà una bella soddisfazione poterlo proporre (anche regalare) a chi è veramente interessato!


 

2 aprile 2010

Pasqua 2010...nonostante tutto la "casa con le ali" continua a volare.



Affido gli auguri per questa Pasqua 2010 a tre email ricevute (come tanti amici di "Nyumba Ali") in questi giorni....è il messaggio della Pasqua: dalla certezza della sofferenza alla certezza della speranza.


27 marzo

Carissimi

un'ora fa è morto Cristian , il bimbo della dada Zula , il bimbo cresciuto nel nostro centro , quello che giocava coi Lego ,che scorazzava ovunque,quello che cresceva rispettando tutte le tappe delle tabelle di sviluppo , tranne una , la casella del paese di nascita , quella che condiziona inesorabilmente la vita.

Era stato ricoverato all'ospedale governativo all'inizio di febbraio perchè vomitava e non mangiava. Cura della malaria ,come da protocollo e poi , visto che non migliorava , antibiotici di tutti i tipi finchè non si è ridotto pelle e ossa . E' entrato all'ospedale che pesava 11 chili , è uscito che ne pesava quattro e sette etti. Tb? ma , forse, vediamo . raggi X illeggibili, " dottori" menefreghisti . Sono intervenuta , sono stata trattata malissimo ma io non ho paura e non mi faccio spaventare dalla parola dottore . E' tornato a casa e per una settimana è venuto come abitudine da noi , pelle e ossa,denutrito, il corpo probabilmente distrutto da un mese di antibiotici di vario tipo e dalla malattia sconosciuta che lo divorava. Zula avrebbe dovuto andare al corso con il bimbo così sarebbe stato controllato e alimentato poco e spesso. Ma... l'altra bimba di Zula si è rotta un braccio , Zula è stata all'ospedale con lei affidando il bimbo a una delle tante dade che costellano le famiglie tanzaniane e Cristian è ulteriormente peggiorato al punto che Zula si è precipitata da noi col bimbo , non sapendo più che fare .Quando l'ho visto, sono scappata via perchè non volevo che mi si leggesse negli occhi che il bimbo stava morendo. Io ho avuto una vita facile , ricca di gioie , lontana dalla sofferenza e dalle malattie, ma quel giorno negli occhi di Cristian ho visto la morte e l'ho riconosciuta. L'abbiamo portato di corsa nell'ospedale di Ipamba , dove è stato assistito da Nuria, una dottoressa spagnola che lavora per il Cuamm e che fatto tutto quanto era possibile.

Quando è arrivata la notizia tutte le dade che lavorano da noi si sono nascoste a piangere silenziosamente senza le urla che caratterizzano i funerali e sulla nyumba è calato un gran silenzio. Ora Lucio con le dade è andato a prendere Cristian e domani un'altra croce si aggiungerà nel nostro cuore .

Un abbraccio

Bruna

1 aprile

Carissimi

Grazie per averci scritto e telefonato , grazie per aver condiviso con noi il dolore per la morte di Cristian.

Domenica con le dade e le ragazze siamo andati nel villaggio di Zula e di suo marito dove è stato sepolto il bambino. La parola villaggio è impropria , abbiamo attraversato guadi , ci siamo persi , ci siamo inoltrati nella boscaglia per chilometri ,solo granoturco , terra, niente acqua, niente strada , niente corrente , il segnale telefonico ovunque nitido e forte .Abbiamo seguito uno in bicicletta che ci ha guidato tra sterpaglia e pozzanghere e finalmente siamo arrivati nella capanna della nonna paterna. Ci aspettava tutta la famiglia , le donne in casa o a cuocere , gli uomini dietro la capanna a bere.

Dolore composto , nessuno ci ha chiesto soldi ( a dir il vero avevamo già dato ma in altre occasioni non è bastato…) Zula ha abbracciato Ageni ,che ho visto piangere per la prima volta da quando è arrivata la notizia , poi tutte le ragazze e le dade sono entrate nella capanna piangendo .

Abbiamo chiesto di andare sulla tomba di Cristian, si è formata una lunga coda di persone che ci hanno accompagnato , davanti Zula che mi raccontava la morte del bambino , dietro gli altri . Cristian è sepolto nella savana vicino ad altri morti della famiglia paterna , un cumulo di terra su cui è stata tracciata una croce . Davanti alla tomba del figlio Zula si è gettata a terra e con una voce non sua, gutturale , profonda ha cantato una nenia funebre che arrivava dritta allo stomaco.

Anche questa volta eravamo diversi , con strane abitudini,con strani abiti , pelle e cultura diversi , ma, anche se in modo inspiegabile,noi pure eravamo parte del rito in ricordo di Cristian.

Tutti ci hanno ringraziato per aver portato la salma , per aver pagato la cassa , ringraziamenti dignitosi ,ringraziamenti sinceri . Abbiamo visto dove è nata e cresciuta Zula ed è un miracolo che sappia leggere , scrivere e che sia capace di badare ai bambini del centro; davanti , dietro, di lato solo granturco e arbusti incapaci di fare ombra, sopra il limpido cielo di Iringa , ma credo che Zula l’abbia sempre guardato solo per scrutare se era in arrivo o no la pioggia .

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Ho interrotto l’email perché era pronto il pranzo , solo il tempo di riempire i piatti e siamo precipitati di nuovo nella sofferenza : al cancello una zia ci annunciava la morte di Sahele.

Basta, non posso andare ancora a un funerale , basta !

Aveva trovato un posto adatto , andava a scuola , sabato Lucio con la mamma era andato ariprenderlo per le vacanze pasquali , era allegro e in salute . Proprio stamattina siamo andati al mercato a comprargli pantoloni e magliette perché le ha perse o rotte , proprio stamattina gli abbiamo comperato le scarpe nuove , lucide e nere come tradizione scolastica vuole e con quelle scarpe nere, nuove, correrà nel Paradiso dei bimbi , perché ci deve essere un Paradiso per i bimbi che hanno attraversato lievi la Terra e che spesso non hanno avuto neppure una carezza distratta .

Un abbraccio

Bruna

2 aprile

Carissimi

Oltre la sofferenza, la morte , il tormento della domanda “ perché gli innocenti?” , assieme alle lacrime e all’abbraccio di chi ha condiviso il nostro Venerdì Santo , c’è la rinascita e il sorriso dei nostri fiori pasquali


Buona Pasqua a tutti dalla “ casa con le ali”...con la foto che trovate all'inizio


Bruna Fergnani

Associazione Nyumba Ali onlus

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