21 settembre 2023

Il Foglietto in tasca n.46

San Paolo condivide coi suoi amici Filippesi la frattura tra sofferenza,
desiderio di morte e preoccupazione per le persone a cui vuole bene.
Sentimenti sempre attuali.
Il "Foglietto" n.46 si può leggere su La Voce di Ferrara-Comacchio oppure qui di seguito.
Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di
lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe
assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga
nel corpo.”
In una domenica in cui, nel Salmo Responsoriale, si proclama
la tenerezza del Signore che si espande su tutte le creature”
ritrovo il lato affettivo di San Paolo. Dalla prigionia si rivolge ai
suoi amici di Filippi e parla del suo stato d’animo con parole
vive e sincere: condivide la frattura tra sofferenza, desiderio di
morte come riposo in Dio e preoccupazione per le persone a
cui vuole bene. Verrebbe voglia di poterlo abbracciare per
condividere fisicamente un conflitto in cui tanti (me compreso)
si trovano. Paolo continua a scrivere a ognuno di noi.

Ricordavo questo brano con parole un po’ diverse e ho
verificato che, nella traduzione CEI del 1974, c’era il desiderio
di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo”. È la
traduzione con cui sono cresciuto: nel ‘74 avevo 16 anni e
negli anni successivi fra campi scuola, corsi, ritiri ed esercizi
ho avviato la mia (piccola) formazione grazie soprattutto
all’Azione Cattolica diocesana, ragionale e nazionale.

Essere sciolto dal corpo” mi dà un’immagine più vicina alle
persone di cui ho conosciuto e conosco la sofferenza: non è
un “lasciare” ma è chiedere una liberazione che rigenera di
fronte alla propria impotenza. È un mistero davanti al quale
posso solo inchinarmi nel rispetto delle storie di ciascuno, con
la fiducia che la tenerezza è la vera forza del Signore. 


15 settembre 2023

Il Foglietto in tasca n.45


Questa settimana la frase che ho scelto viene dalla "Colletta": una preghiera della prima parte della Messa che rischio sempre di trascurare. Ho scoperto che offre spunti interessanti da approfondire nella vita quotidiana.  
Si può leggere su La Voce di Ferrara-Comacchio oppure qui di seguito.

O Dio, che ami la giustizia e ci avvolgi di perdono, crea in noi un cuore puro a immagine del tuo Figlio.”
La frase di questa settimana è presa da una delle due versioni della “Colletta”. La preghiera, recitata dal Celebrante dopo il Gloria e prima dell’inizio della Liturgia della Parola, propone testi profondi e mi dispiace constatare che passano tra le mie orecchie senza che riesca ad indirizzarli verso il mio cuore.
Scrivo di ritorno da “Interno Verde”: la bella iniziativa, organizzata da un gruppo di giovani decisamente in gamba. Dal 2016 apre i giardini della nostra città normalmente non accessibili al pubblico: ogni anno si rinnova la scoperta che, oltre quello che si vede sulla strada (spesso un semplice portone o cancello), c’è un tesoro che aspetta di essere scoperto.
Ho negli occhi le architetture vegetali ben strutturate insieme a quelle affidate alla spontaneità della natura; conservo la memoria olfattiva di salvia, alloro rosmarino e di mele selvatiche appena cadute: assaporo il cuore nascosto della città. La sfida è accorgersene e lasciarsi contagiare.
Sono convinto che ognuno di noi ha un giardino interiore che apre poco al pubblico: il mio lo custodisco nella compresenza di erbe infestanti e di frutti spontanei: so quando visitarlo per recuperare il senso della mia esperienza quotidiana.
Sarebbe bello potersi incontrare per aprire i portoni che normalmente nascondono il nostro giardino segreto: condividere il luogo dove il nostro cuore riposa nella purezza della sua essenza profonda.


7 settembre 2023

Il Foglietto in tasca n.44


Torna La Voce di Ferrara-Comacchio dove si può  trovare  "Il Foglietto in tasca". Fra molte domande e qualche possibile risposta appaiono piccoli spunti: quasi indizi sparsi qua e là per chi sa di essere ancora in ricerca.

Ecco il testo.

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole; perché chi ama l'altro ha adempiuto la Legge.

Riparto dopo la pausa estiva e mi viene da canticchiare la frase di una canzone di Gino Paoli: “E sono ancora qui, qui con le mie domande, e sono ancora qui: cosa faro da grande?”. Il cantautore genovese ha scritto “Cosa farò da grande” nel 1986: posso legittimamente pensare che da almeno 37 anni si fa la stessa domanda che mi faccio io.

Essere in ricerca non dipende dall'età. Penso al gruppo di donne “diversamente giovani” che ho incontrato di sfuggita due settimane fa in Parrocchia a Pontelagoscuro: mi hanno emozionato dicendo che leggono il “foglietto” tutte le settimane e che questa estate ne sentivano la mancanza. Ancora di più hanno condiviso con me le loro preoccupazioni per i cambiamenti in atto nella loro comunità. Ho percepito in loro, come in tante persone che incontro, il profondo desiderio di essere al servizio, di donare e ricevere senso, amicizia, solidarietà.

Sono gli uomini e donne che, lontano dalle pagine dei giornali, dagli schermi delle televisioni, dalle mistificazioni dei social, mettono in pratica quanto proposto da San Paolo nella lettera ai Romani.

Sapere che non sarò mai abbastanza “grande” per avere tutte le risposte non mi spaventa perché so che la strada da percorrere è quella dell’amore vicendevole. Una strada che, purtroppo, non fa notizia: non importa, in tanti sanno che è quella giusta e stanno provando a percorrerla.