26 febbraio 2023

Il Foglietto in tasca n.24

A volte per affrontare la grandezza bisogna aggrapparsi ad un dettaglio.

Il "Foglietto in tasca" n.24 su La Voce di Ferrara-Comacchio  si muove fra i testi della Bibbia e una mostra fotografica le fotografie.

Qui di seguito si più leggere il testo.
Più sotto la foto di Robert Capa a cui faccio riferimento.

Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode.”

Recentemente ho visto la mostra di Robert Capa, grande fotografo che, tra le tante esperienze, ha seguito le truppe americane dallo sbarco in Normandia fino alla liberazione di diverse città. Alcune sue foto immortalano la grande partecipazione popolare nelle feste di strada per la ritrovata libertà.

Quando vedo una foto ricca di contenuti, prima cerco di cogliere l'armonia dell'insieme poi vado alla ricerca di un dettaglio da tenere impresso nella mia memoria.

Ora, se chiudo gli occhi, rivedo una foto di Capa: un soldato americano suona la chitarra circondato da commilitoni e da civili francesi. La ricordo per l’idea di festa, ma la conservo per il dettaglio su cui mi sono soffermato: il chitarrista suona un accordo di Sol maggiore.

Applico lo stesso metodo di fronte alla grandissima vastità di stimoli delle letture di questa prima domenica di Quaresima: Genesi, Salmo 50, Lettera ai Romani e Vangelo sono un grande affresco sul mio rapporto con la tentazione, il peccato, la grazia.

Da Adamo a Gesù, attraverso Davide e San Paolo, la sfida a riconoscere le varie metamorfosi del serpente tocca l’esperienza quotidiana di tante persone.

Ecco, allora, il dettaglio a cui mi aggrappo per non dimenticare tanta ricchezza: la frase del salmo 50 che squarcia con fiducia e speranza la consapevolezza dei propri limiti.

Signore apri le mia labbra e dammi un accordo SOLare per proclamare, con la mia bocca, con la mia chitarra, con la gente intorno a me, la tua lode.”




 

17 febbraio 2023

Il Foglietto in tasca n.23

La tenerezza di un padre, la fatica di essere genitori, il peso della responsabilità: "tocca a noi, che abbiamo avuto il dono di poterci provare, il compito di condividere e mettere a disposizione la nostra piccola esperienza".   
Riflessioni e qualche proposta concreta nel "Foglietto" su La Voce di Ferrara-Comacchio di questa settimana.

Si può leggere anche qui.

Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.”
Ho sentito raccontare di diverse Messe in cui chi leggeva il Salmo lo introduceva come "Salmo Responsabile" invece di Responsoriale. Questa settimana il Salmo è proprio responsabile: dichiara che la tenerezza, atteggiamento fondamentale di un padre, è immagine della tenerezza di Dio nei confronti degli uomini.

È un’affermazione, però, che può essere ben compresa soprattutto da chi ha fatto esperienza di avere un padre amorevole.

In una società come la nostra, in cui la figura paterna è spesso assente o relegata in un ruolo di secondo piano, quale impatto può avere una descrizione di questo tipo? Chi un padre non ce l'ha o lo ha "assente" anche se vive nella stessa casa, quale idea si fa di Dio? 

Penso alla mia esperienza personale: la fatica richiesta dal "mestiere di genitore" è meno gravosa se si può condividere in coppia, in famiglia, con una comunità di riferimento. Queste opportunità, purtroppo, non sono a portata di mano per le tante famiglie che soffrono le fratture della disgregazione.

Tocca a noi, che abbiamo avuto il dono di poterci provare, il compito di condividere e mettere a disposizione la nostra piccola esperienza.

Conosco progetti concreti e accessibili come l'affiancamento familiare, il volontariato accogliente e l'affido: oltre al grande valore sociale che hanno, aiutano a toccare con mano la tenerezza dei genitori che può avvicinare alla tenerezza di Dio per ciascuno di noi.

 

11 febbraio 2023

Il Foglietto in tasca n.22


Coincidenze: la tasca del foglietto e quella di una canzone si intrecciano con la capacità di scegliere...  come il mio amico che in questi giorni cambia lavoro.
Il testo, pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio è disponibile qui di seguito.

Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.”
Quando posso, senza disturbare nessuno, lascio accesa la piattaforma musicale a cui sono abbonato e mi faccio accompagnare nella scrittura. Proprio adesso, mentre rifletto sulla frase tratta dal Siracide, nel "daily mix" è partita una canzone di Gianmaria Testa intitolata "Dentro La Tasca Di Un Qualunque Mattino". Consiglio di ascoltarla per lasciarsi prendere dalla forza comunicativa di una giusta combinazione di testo e musica. A me, ovviamente, colpisce l'apparente casualità di scrivere il "foglietto in tasca" mentre una canzone (decisamente più significativa di queste poche righe) racconta il significato di avere nelle proprie tasche un dono prezioso che abbiamo ricevuto. Sono convinto che sia il dono di scegliere, di poter decidere quali occhiali indossare per provare a scrivere e leggere il libro della nostra vita.

E penso ad un amico, che chiamo fratello, che ha iniziato il 2023 con scelte concrete in coerenza con la fede e i valori che la connotano. Penso che il rispetto di se stessi e della propria dignità sia davvero lo spunto decisivo per decidere di cambiare un lavoro certo con un altro tutto da sperimentare.
Davanti a lui, dice il Siracide, stanno il bene ed il male: nel foglietto di questa settimana scrivo il suo nome, seguito da una frase della canzone:
Dentro la tasca di un qualunque mattino 
  dentro la tasca ti nasconderei 
  e con la mano, che non veda nessuno, 
  e con la mano ti accarezzerei.”



 

3 febbraio 2023

Il Foglietto in tasca n.21

Luce e buio, freddo e caldo: la ricerca di uomini che "brillano" esplora luoghi e realtà.
Penso che "dalla Tanzania all'Estonia si può essere portatori di luce indipendentemente dalla collocazione geografica."

La Voce di Ferrara-Comacchio questa settimana esce solo nella versione digitale: il Foglietto in tasca si può leggere qui di seguito.

"… allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio."

Scrivo mentre aspetto la partenza del bus che mi porterà da Tartu a Tallinn dove salirò sul volo per l'Italia. Sono le 6 di mattina, le luci dei negozi e i lampioni illuminano la neve che offre candidi riflessi: la notte è lunga, l'alba arriverà quasi alle 9 per garantire cinque/sei ore di luce naturale. Per stare in giro bisogna sfruttare il tempo della luce prima che il buio ed il freddo impongano di stare in casa o di rifugiarsi in qualche locale. Tartu è una città universitaria piena di giovani da tutto il mondo: si vede che l'Estonia, fiera dell'indipendenza riconquistata da poco, guarda con dinamismo al futuro. Tartu sarà capitale Europea della cultura nel 2024 mentre Tallinn, la capitale, ha appena iniziato l'anno in cui è la capitale "verde" dell'Europa. Perché parlo dell'Estonia? Ho deciso di trasformare il "foglietto" in un depliant turistico?

È colpa di Isaia che questa settimana mi provoca coi riferimenti alla luce e alle tenebre: il buio è brutto e pericoloso soprattutto se affrontato da soli. C'è bisogno della luce che ognuno di noi può offrire con la sua presenza autentica accanto agli altri: non dipende dal clima o dalla latitudine ma dalla nostra disponibilità ad essere uomini e donne capaci di abbracciare gli altri creando comunione e comunità. 

Penso ai luoghi più lontani dove sono stato: dalla Tanzania all'Estonia si può essere portatori di luce indipendentemente dalla collocazione geografica.