25 settembre 2022

Il Foglietto in tasca n.4


Questo "Foglietto" nasce dalla constatazione che anche San Paolo può essere inserito nell'elenco di padri della nonviolenza: le armi con cui combattere la "buona battaglia" escludono le pratiche perverse a cui assistiamo, purtroppo, anche oggi.
Si può leggere su La Voce di Ferrara-Comacchio e qui di seguito.

Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza.”

Paolo scrive a Timoteo e va diretto al nocciolo della questione. Ho voluto capire quali sono le cose che Paolo chiede di evitare: si trovano nel versetto precedente (10) che dice L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori.” Anche qui mi sembra che ci siano pochi dubbi su cosa intende San Paolo. Da una parte c’è il denaro che è la radice di tutti i mali e dall’altra una lista di obiettivi a cui tendere. Lo rileggo e mi accorgo che è un vero manifesto della nonviolenza.

Scopro in Paolo una dimensione molto moderna di attitudine alla gestione dei conflitti, al punto di rendere comprensibile in una luce nuova la frase successiva Combatti la buona battaglia della fede”. Combattere una buona battaglia con le armi elencate prima è la negazione della guerra.

Mi dispiace constatare che anche oggi si usa la fede come pretesto per giustificare conflitti armati e che capiti (come sta succedendo a pochi chilometri da noi) che popoli che si richiamano ad uno stesso Dio siano in guerra fra loro: forse la risposta a questi scandali si può trovare nelle stesse cose che Paolo ci chiede di evitare.

Questo “foglietto” ha preso una piega molto impegnativa, lo concludo con una domanda: perché la lettura comincia dal versetto 11 e non dal 10?


18 settembre 2022

Il Foglietto in tasca n.3

Questa settimana la frase da scrivere sul foglietto da tenere in tasca viene dal profeta Amos, Lui, insieme ad un altro Amos, aiuta la riflessione di questa settimana.

Il testo si trova su La Voce di Ferrara-Comacchio e qui di seguito.

«Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese»

La frase che porto in tasca è all’inizio della prima lettura, dal libro del Profeta Amos. 
Amos è diretto e denuncia gli imbrogli dei potenti che si arricchiscono sfruttando i bisogni della gente, manipolando i prezzi e truccando le unità di misura dei prodotti.

A leggere l’elenco mi vengono in mente tutte le speculazioni in atto sui prezzi dell’energia, sui traffici in borsa, sulle guerre giustificate con scelte ideologiche che mascherano interessi economici di pochi a svantaggio di tanti. Amos è vissuto otto secoli prima di Gesù ma potrebbe benissimo essere un nostro contemporaneo.

Amos, poi, mi porta ai ricordi della mia infanzia, al cortometraggio “Il mio amico Ben” di Walt Disney. Era uno dei brevi filmati che precedevano i film di Natale che puntualmente andavo a vedere accompagnato da mia sorella: ora si può vedere integralmente su YouTube. 
Viene raccontata la storia di Benjamin Franklin, delle sue invenzioni e attività politiche, dimostrando che in realtà sono tutte nate dal topolino Amos che viveva insieme a lui. Persino l’incipit della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti viene proposta dallo stesso Amos.

Mi sembra che la risposta alle ingiustizie e allo sfruttamento possa nascere proprio dall’ascolto dei più piccoli: le persone semplici che mi stanno accanto possono aiutarmi a trovare la strada dell’indipendenza dall’egoismo e dalla sopraffazione. “Ascoltate”, quindi, è rivolto anche a me (a noi?).



 

10 settembre 2022

Il Foglietto in Tasca n.2

La Voce di Ferrara-Comacchio di questa settimana pubblica "Il "Foglietto in tasca"  n.2.
Dal Salmo 50 all'esperienza personale con Paolo, compagno di scuola alle medie diventato Don Paolo: le relazioni sono un regalo da accogliere.

Ecco il testo:

Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode.”

Questa frase del salmo 50 è già nella mia tasca. Domenica 11 settembre la proclamerò nel passaggio dalla sofferenza alla gioia, dalla consapevolezza dei propri limiti alla scoperta che “affidarsi è la strada da percorrere”.
Cercavo fra le letture e mi è saltata agli occhi quando sono tornato dal funerale di Paolo, mio compagno di scuola delle medie. Era alto quasi come me e sua sorella Piera mi ha confessato che, quando mi ha intravisto in chiesa, di spalle, con la postura un po' piegata in avanti tipica di noi spilungoni, ha avuto un momento di sbandamento vedendo in me suo fratello. Le ho risposto che certamente Paolo era in me e in noi che condividiamo con lui il desiderio di una vita piena. 
È così che ero già nel percorso del Salmo 50: un sentiero difficile ma ricco di doni inattesi.

Dopo le medie ho ritrovato Paolo nell’ambito della Chiesa di Ferrara: era diventato Don Paolo e io, da laico in ricerca, trovavo un altro riferimento fra i sacerdoti con cui ho avuto la fortuna di condividere la parte più importante della mia crescita umana e religiosa.

Schiettezza, profondità, autenticità e simpatia naturale hanno accompagnato i nostri incontri in una relazione non troppo frequente ma costante.

Il nuovo regalo di Don Paolo sono proprio le relazioni che ho ritrovato con tante persone al momento di preghiera ed al funerale: è la gioia di provare ad aprire le labbra per proclamare la lode di Dio.

 

2 settembre 2022

Il Foglietto in tasca n.1


Il primo numero de La Voce di Ferrara-Comacchio dopo la pausa estiva propone una nuova rubrica  a cui collaboro settimanalmente. 
"Il foglietto in tasca" è un metodo  per conservare e ritrovare frasi significative su cui soffermarsi brevemente e con semplicità.
Ecco il testo del n.1.
Il nuovo appuntamento settimanale "Il foglietto in tasca" nasce da una mia abitudine: quando trovo una frase che mi fa pensare la trascrivo su un foglietto e la tengo in tasca per qualche giorno. Ogni tanto, mettendo le mani in tasca, ritrovo e rileggo la frase.

In questa “seminuova” rubrica sono libero di scegliere la frase da trascrivere tra tutte le letture della domenica.

Questa settimana è presa dalla Lettera a Filemone: “Ti prego per Onesimo, figlio mio, che ho generato nelle catene”.

San Paolo esce dalla statua di marmo dove l’ho visto l’ultima volta e diventa un “amico fragile” (la canzone che sto ascoltando adesso): una persona attenta ai bisogni degli altri e ai diritti dei più deboli. Capace di mettere la sua esperienza e i suoi doni a disposizione.

Con lui affronto questo autunno che si avvicina: un tempo che provoca attraverso la degenerazione dei rapporti umani, il dissolvimento del patrimonio naturale, la gestione assurda dei conflitti interpersonali e fra nazioni.

Filemone, però, accoglie Onesimo come un dono e non come un impegno.

Per questo, come Paolo secoli fa e come Papa Francesco oggi, posso ancora sperare in un mondo senza schiavi, abitato solo da “fratelli carissimi”.

Ho fiducia, da questo foglietto emerge anche l’immagine di un Onesimo in carne e ossa: rispecchia il suo nome dando assistenza quotidiana al nostro amico Zawadi in Tanzania.

Un ragazzo di 18 anni che si prende cura di un coetaneo disabile: è un po' un figlio mio (nostro?) per cui pregare insieme a San Paolo.