31 dicembre 2022

Foglietto in tasca a Capodanno 2023 (non pubblicato)


Questa settimana e la prossima La Voce di Ferrara-Comacchio non esce per la meritata pausa natalizia.
Io, distratto come la solito, ho scritto comunque un "Foglietto in tasca", che ho anche inviato alla Redazione.
Mi dispiaceva non poterlo condividere con gli amici a cui piace seguire le mie divagazioni settimanali.

Ecco, quindi, il testo integrale ispirato da una lettura della Messa del 1° gennaio. La foto l'ho scattata durante il ritiro di questi giorni "camminando sereno" per le campagne di Galeazza: oltre la nebbia si intravvede qualcosa: ce la possiamo fare!

Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.”

Inizio il 2023 con un brano della lettera che Paolo scrive alla comunità dei Galati. La frase che riporto è l’unica in cui l’autore usa il “tu” in modo diretta e chiaro. Come mai questo cambio? Mi immagino che Paolo non stia scrivendo ma si trovi davanti all'assemblea dei credenti della Galazia: ad un certo punto il suo sguardo incontra una persona a cui tiene molto e decide di parlare al singolare. Sembra dire: "questa frase è per te” puntando direttamente lo sguardo sulla persona amica. In questa fantasia immagino anche che si trattasse di una donna: Paolo conosce la forza straordinaria delle donne che sostengono la società e la Chiesa. La frase, poi, è stata scritta e raggiunge ciascuno di noi, persone di oggi. Paolo dà del tu a Francesco, Lucia, Enrico, Cinzia che sicuramente leggono queste righe ed anche a me che, per un regalo immeritato, le trascrivo.

So di essere figlio ed erede, libero di entrare nella massima confidenza con chi mi ha donato la vita.

Essere figli, fra l’altro, è una caratteristica che accomuna tutti gli esseri umani, un elemento universale che ci può aiutare ad abbattere le barriere che ci dividono: un modo di passare dal “tu” del legame diretto al “noi” della comunità di cui siamo corresponsabili.

Mi basta questo per iniziare il nuovo anno con un po' più di spinta: spero che ciascuno di noi possa camminare più sereno in mezzo agli sbalzi fra entusiasmo e disperazione che la vita ci propone.


22 dicembre 2022

Il Foglietto in tasca n.17


Natale in ricerca delle persone capaci de vedere coi propri occhi la presenza del Signore che è già in mezzo a noi. Isaia le chiama "sentinelle" e sono capaci di esultare e alzare la voce: dove le trovo oggi?
Il Foglietto in tasca del giorno di Natale: pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio si può leggere qui di seguito.

Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion.” 

In questo Avvento Isaia, mi ha provocato spesso: il giorno di Natale mi sorprende con questa immagine stupenda.

Mi chiedo se sono capace di riconoscere le "sentinelle" che oggi alzano la voce ed esultano insieme poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore. Sono sicuro che non sono sentinelle in senso militare: non sono compatibili con le descrizioni di Isaia sul disarmo, sul passaggio necessario anche oggi dai carri armati ai trattori.
Altrettanto, credo di non trovarle nei poteri forti dell'economia, nelle stanze dove uomini ed aziende accumulano enormi ricchezze che aggravano la miseria nel mondo.

Sentinelle non si trovano nemmeno nelle grandi organizzazioni di massa, comprese quelle religiose, soprattutto là dove ci si limita ad applicare norme e regole utili più a consolidare un potere terreno che a servire la verità, la pace, la giustizia.

Non riesco a continuare nelle esclusioni: mi sono già reso conto che anche oggi le persone che vedono e annunciano il ritorno del Signore le posso incontrare fra la gente umile, fragile, consapevole di aver bisogno di donare e ricevere amore.

È il presepe della vita di tutti i giorni: l’umanità che si incontra davanti ad un bambino appena nato e porta quello che può in semplicità. Lo sento come una chiamata ad aprire il mio sguardo per vedere il Signore che, a differenza dei tempi di Isaia, non deve tornare perché è già in mezzo a noi.

Buon Natale in ricerca.




 

17 dicembre 2022

Il Foglietto in tasca n.16


 A volte bisogna metterci un di più di attenzione per far si che cervello e cuore si uniscano per cogliere il significato profondo di quello che si legge.
Questa settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio e, qui di seguito, il testo integrale.

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – (...) - a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

A volte mi capita di essere reclutato come lettore alla messa domenicale per sostituire l'improvvisa assenza di chi, ordinariamente, svolge questo servizio: se si tratta di una lettera di San Paolo corro a leggerla per capire se richiede uno sforzo particolare. 
È il caso di questo saluto ai Romani: è talmente ricco e ben scritto da risultare molto impegnativo: mi colpisce, al punto di rinnovare il terrore dell’analisi grammaticale e logica a scuola.

Fra i due trattini ho contato dodici proposizioni in cui Paolo sintetizza la storia della salvezza: una sequela di frasi difficili da cogliere ai giorni nostri in cui i ragionamenti, concatenati in sequenza, sono una rarità per appassionati.

Invito me stesso e chi vorrà (fra i dieci fedeli lettori di questo "Foglietto") a prepararsi alla seconda lettura di domenica 18 dicembre. Io, ad esempio, memorizzo alcune parole e sarò pronto ad ascoltarle: promesso, riguarda, nato, costituito, in virtù, ricevuto, suscitare…e tra queste siete anche voi.

Voglio provare a mettere cervello e cuore in movimento per farmi riempire della bellezza di essere chiamato e scelto per annunciare il vangelo di Dio: un filo, proposto da Paolo, che collega i profeti di un tempo agli uomini di oggi.


10 dicembre 2022

Il Foglietto in tasca n.15


Incontrare se stessi da adolescenti e fare esperienza dell'abbraccio terapeutico: la fortuna di poter  giocare a raccogliere stimoli dalle letture domenicali.
Su La Voce di Ferrara-Comacchio e qui di seguito: 1500 caratteri si leggono in un minuto.

Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.”

Mentre leggevo questo brano della lettera di Giacomo mi è apparso davanti il me stesso di quattordici anni. Ho fatto un po' fatica a riconoscermi: anche lui mi ha scrutato con la curiosità di chi cerca conferme.

Esauriti i convenevoli mi ha dato una pacca sulla spalla dicendomi "Per favore non dirmi nulla sulle fatiche della vita, su come sei diventato quello che sei: evita la lista dei passaggi che ti hanno cambiato. Voglio scoprire da solo la mia strada, senza sconti o anticipazioni.”

Non ricordavo di essere capace di toccare subito i punti dolenti, di rivelare un atteggiamento che ho assunto negli anni e che mi rende perfettamente assimilabile a molti degli adulti che ho incontrato quando ero adolescente. Mi riferisco al gusto di porre davanti ai giovani le difficoltà, le incoerenze, la mancanza di costanza: sembra quasi di provare piacere nello scoraggiarli gettando loro addosso le mie esperienze negative.

Il desiderio di metterli in guardia, di inviare segnali di pericolo in realtà trasforma l’esperienza in sfiducia giudicante.

Non avevo più parole da dire: mi è venuto naturale partire con uno di quegli abbracci terapeutici che conosco adesso e ignoravo da ragazzo. 
Venti secondi ben stretti stimolano la produzione di ossitocina e di endorfine: sento il suo respiro caldo, la consistenza del suo corpo (è alto quasi come me), il battito del cuore che lentamente si accorda sullo stesso ritmo del mio. 
Venti secondi che rinfrancano nel cammino di ogni giorno.

 

3 dicembre 2022

Il Foglietto in tasca n.14


Ho scritto questo Foglietto il 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”: da Isaia vengono spunti importanti e mi spingo anche a proporre di rivedere uno dei dieci comandamenti.  Come sempre il testo si trova su La Voce di Ferrara-Comacchio e qui di seguito. 

Non giudicherà secondo le apparenze 
e non prenderà decisioni per sentito dire; 
ma giudicherà con giustizia i miseri 
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.”

La Redazione della Voce di Ferrara-Comacchio chiede di inviare i propri contributi quasi dieci giorni prima della domenica in cui verrà letto il brano a cui faccio riferimento. Per il 4 dicembre, perciò, scrivo il 25 novembre quando tutto, attorno, mi parla della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Oggi la dicitura “giornata contro la violenza” è più spesso corretta in ”giornata per l’eliminazione della violenza”. Mi piace: “contro” è un atteggiamento generico, “l’eliminazione” è un obiettivo preciso. Dovremmo usarlo di più anche in altri ambiti: eliminazione della guerra, eliminazione del razzismo, eliminazione della schiavitù, eliminazione delle discriminazioni. L’elenco è da completare e condividere con chi non è condizionato da rigide appartenenze ideologiche. Su questa strada già Isaia era chiaro: per decisioni eque non bisogna giudicare secondo le apparenze, non decidere per sentito dire, ma agire con giustizia. Sulla violenza alle donne sento dire, proprio adesso, che inizia con l’idea che le donne siano una proprietà dei maschi. Mi viene da chiedere ai nostri teologi se sono sicuri che il comandamento “Non desiderare la donna d’altri” sia espresso in modo corretto: le donne non sono propietà di nessuno e su questo non ci possono essere interpretazioni e ambiguità.