22 aprile 2022

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Sono sconcertato e non lo nascondo: come Tommaso vorrei toccare con mano il cambiamento.
Per fortuna Papa Francesco parla chiaro: con grande autorevolezza e fermezza indica la via e ribadisce che la guerra è un sacrilegio.
La "Fantasticheria" sul vangelo della seconda domenica di Pasqua, pubblicata su La Voce di Ferrara-Comacchio, fatica a prendere le distanze dall'attualità.

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Nel Vangelo della prima domenica dopo Pasqua Gesù dice per tre volte «Pace a voi!». 
Invece il 5 aprile (giorno 95 del 2022) il Patriarca russo Kirill è tornato a difendere la guerra durante una celebrazione.

Nella mia fragile storia di laico peccatore non sono autorizzato a giudicare nessuno, né voglio farlo: registro, semplicemente, lo sconcerto di fronte alla “benedizione” della guerra da parte di uomini importanti che si proclamano cristiani. 

Sarà una distorsione da vecchio idealista ma, umilmente, ricordo che la guerra, da sempre, è il problema e mai la soluzione.

Lo sanno tutti che è così, non c’è bisogno di voler “toccare con mano” come Tommaso: purtroppo gli interessi degli uomini di potere sono riusciti ancora una volta a mistificare la realtà, proponendo l’idea che, usando le armi, si produce la pace. 

Credo che la pace prodotta dalla guerra non sia quella che Gesù augura ai suoi discepoli e, di conseguenza, a ciascuno di noi.

Alcuni amici “non credenti” mi hanno manifestato grande stima per Papa Francesco, l’unico uomo influente che parla in maniera chiara della guerra.
Lo ascoltano forse più di tanti che si dichiarano credenti: loro mi hanno segnalato queste parole impossibili da fraintendere: La guerra non è la soluzione, la guerra è una pazzia, la guerra è un mostro, la guerra è un cancro che si autoalimenta fagocitando tutto! Di più, la guerra è un sacrilegio, che fa scempio di ciò che è più prezioso sulla nostra terra, la vita umana, l’innocenza dei più piccoli, la bellezza del creato. Sì, la guerra è un sacrilegio!”



17 aprile 2022

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Pasqua: è sempre il momento di mettersi in cammino, facendo i passi che servono. C'è chi, come me, ne fa qualcuno in meno.
Per fortuna si possono incontrare  persone speciali come il mio amico Luca.

La "Fantasticheria" n. 94 sul numero di Pasqua de La Voce di Ferrara-Comacchio , a seguire il testo.

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Ho iniziato a tenere controllati i passi che faccio in una giornata: in tanti mi hanno detto che è fondamentale fare almeno 10.000 passi al giorno.

Da bravo neopensionato ho installato una delle tante app adatte allo scopo.

I primi due giorni ho voluto vedere come andava senza farmi prendere dalla smania: sono passato dai 6094 passi di ieri ai 9994 di oggi. Non sono ancora arrivato a 10.000: sembra, però, che il contapassi sappia che sto cercando spunti per le ultime fantasticherie. Mi mancano 6 passi per arrivare all’obiettivo prefissato.

Se fossi stato sulla strada del sepolcro con Pietro e Giovanni mi sarei fermato a 6 metri di distanza perdendo un’occasione per cogliere il senso profondo della vita.

In realtà sono qui, oggi, e non ho bisogno di entrare nel sepolcro per sapere che Gesù è veramente risorto. Vorrei perciò celebrare la Pasqua insieme a chi mi ha preceduto nell’abbraccio di Dio: penso al mio amico Luca di cui abbiamo appena celebrato il funerale. In lui ho trovato un’umanità piena illuminata dalla fede: dai tempi della Parrocchia di Mizzana fino ai periodi più recenti da lui ho sempre avuto un sorriso, un pensiero positivo, una sintonia dettata da grande disponibilità. Amava la gente, le piante, la storia: nel suo lavoro in biblioteca era un punto di riferimento e di aiuto gratuito. E’ grazie a lui e alle tante persone buone che mi sono state donate che la Pasqua è davvero vicina: un impegno da riprendere ogni giorno. Domani sono sicuro che, in buona compagnia, farò i 6 passi che ancora mi mancano.


9 aprile 2022

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"Ricomincio da capo". 
Tra un vecchio film, un corteo di persone e pietre che possono parlare: la "Fantasticheria" di questa settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio.
 
Ecco il testo.
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Nel 1993 è uscito il film "Ricomincio da capo", titolo italiano di "Groundhog Day" (Il giorno della marmotta), una piacevole commedia con Bill Murray.

Mi è capitato di rivederlo di recente e l'ho trovato ancora molto godibile, con un contenuto ricco di spunti di riflessione senza appesantire: utile per una "fantasticheria ". 
Chi è interessato può trovarlo con facilità e imbattersi nella trama in cui la stessa situazione si ripete uguale ogni giorno.

In questo periodo davanti alla Settimana Santa che inizia mi sento predisposto a lasciarmi scivolare nella ripetitività del "già vissuto": conosco la storia, lo sviluppo, i protagonisti per cui posso starmene ai margini senza troppo coinvolgimento. 

Sono decisamente fuori dal corteo festoso di cui so già tutto, nemmeno la risposta di Gesù ai farisei mi tocca: probabilmente assomiglio a una pietra che non è capace di gridare. 
Poi mi dico "prova a ricominciare da capo", come nel film, quando la catena degli eventi già vissuti si spezza attraverso il contatto con gli altri, con le loro vite.

Così mentre leggo del corteo pieno di gioia che accompagna Gesù comincio a fare l’elenco delle persone che oggi stanno accompagnando il Messia. 

Ci sono persone dagli angoli più remoti del mondo e altre conosciute sulle strade del mio cammino: tutte assaporano la gioia di stare vicino a Gesù evitando la freddezza degli spettatori distaccati come me. 
Forse da loro, se avrò davvero voglia di ricominciare, potrò imparare ad essere una pietra che grida o, ancora meglio, canta.



2 aprile 2022

92


 Da questa settimana la grafica de La Voce di Ferrara-Comacchio si è leggermente modificata, le "fantasticherie" vestono un azzurro più tenue molto gradevole...i contenuti, invece, continuano secondo le modeste capacità di chi li scrive.

Questo il testo:

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Nel 1992 è stato pubblicato il primo disco da solista di Annie Lennox. Il brano che più mi ha colpito, e mi piace tutt'ora a 30 anni di distanza, è certamente "Why": mi è venuto in mente leggendo il vangelo di questa settimana.

Mi sono sempre chiesto perché Gesù sembra rimanere apparentemente distaccato da quello che gli accade attorno. Perché sta chino a scrivere per terra?

Avrei voluto essere sul posto per vedere cosa stava scrivendo e percepire la curiosità e il disorientamento delle persone che gli stavano attorno. Le mie fonti teologiche confermano che non esiste una versione univoca su quello che Gesù scriveva: tutte le ipotesi, anche suggestive, non sono suffragate da fonti credibili.

Con rispetto per il lavoro degli esperti mi rendo conto che questo episodio lascia spazio proprio alla "fantasticheria" per cui mi sento legittimato a scrivere la mia.

Mi piace pensare che Gesù scrivesse proprio "perché", dando il senso della difficoltà della comunicazione soprattutto quando non supportata da un'adeguata analisi interiore.

Di fronte ad una dinamica di attacco pregiudiziale Gesù ci chiede di guardare dentro noi per cercare il senso del nostro essere qui ed ora.

Andando oltre immagino proprio le parole del brano di Annie Lennox: “ Queste sono le parole che non ho mai detto, Questo è il sentiero che non ho mai percorso. Questi, invece, sono i sogni che io farò, Questa è la gioia che raramente si diffonde”.

Nessuno di noi può gettare per primo la pietra ma può trovare tesori nelle relazioni autentiche.