29 ottobre 2022

Il Foglietto in tasca n.9


Dal libro della Sapienza colgo l'invito ad amare le cose che esistono: ci provo guardandomi attorno nel pezzo di mondo in cui abito.
1.500 caratteri pubblicati su La Voce di Ferrara-Comacchio : si possono leggere qui di seguito.

Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;

La prima lettura di questa settimana, dal libro sella Sapienza è una boccata di ossigeno. Pregusto il momento in cui la sentirò proclamare domenica nella mia Parrocchia: conosco chi andrà a leggerla, sarà chiaro e preciso come sempre. Io sarò seduto nel solito banco accanto a mia moglie, ben disposto ad ascoltare queste frasi su cui ho riflettuto dieci giorni prima grazie all’impegno del ”foglietto in tasca” che mi dà un motivo per riscoprire le prime letture domenicali.

La frase di oggi l’ho avuta in testa tutte le volte che ho attraversato il mio quartiere. Tra parchi e palazzi incontro tanta gente: bambini che giocano fra loro mentre i genitori o i nonni fanno quattro chiacchiere, adulti e anziani che camminano o corrono per tenersi in forma. Il libro della Sapienza afferma che Dio ama tutte le cose che esistono: io, umilmente, provo a confermarlo.
Non ignoro le brutture, le cattiverie, i drammi che incrociano la mia vita: semplicemente in questi giorni riscopro la convinzione che, se provo ad amare le cose che esistono, mi si aprono nuovi orizzonti di speranza.
E questi orizzonti si allargano naturalmente: la mia casa, la Parrocchia, i palazzi, i parchi, la realtà più prossima in cui mi muovo si identifica col nome di una città della Russia: sarebbe bellissimo se il contagio dell’amore per le cose arrivasse a cambiare i troppi cuori di chi alimenta le guerre che rovinano il nostro mondo.

 

23 ottobre 2022

Il Foglietto in tasca n.8

 

Questa settimana provo a mettere insieme la prima e la seconda lettura, a fare incontrare Sirac ( i cui testi sono il riferimento del Libero del  Siracide) e Paolo di Tarso. 
L'esito è nel "Foglietto in tasca n.8" pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio e qui di seguito.

“La preghiera del povero attraversa le nubi - io sto già per essere versato”

Questa settimana mi muovo indeciso fra le prime due letture: oscillo fra la limpida descrizione del Siracide di come Dio guarda e ascolta gli uomini e la straordinaria tenerezza delle espressioni di Paolo.

Paolo scrive a Timoteo una frase stupenda: “Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita”: penso che ognuno di noi vorrebbe chiudere la sua esistenza con una simile affermazione. Sapere di “essere versato in offerta” sintetizza in modo efficace il senso della vita, quello che travalica anche le diverse visioni religiose o morali: essere un dono, un'offerta su cui altri possono trovare senso e possibilità di crescita.

Mi chiedo, però, chi potrà beneficiare di questo dono versato in offerta e mi sembra di vedere la risposta proprio nel brano del Siracide.  

L’offerta è a favore dei poveri le cui preghiere superano le nubi e chiamano l’intervento di Dio, quasi forzandolo ad agire per la  giustizia. 

È così che le frasi di Sirac, trascritte dal nipote due secoli prima della venuta di Gesù, arrivano a noi uomini di oggi: provo ad ascoltarle con la consapevolezza che l’intervento di Dio non piomba all’improvviso ma è affidato a ciascuno di noi. Siamo noi, come San Paolo, a “portare a compimento l’annuncio del Vangelo” nelle scelte e nelle azioni di ogni giorno. Con semplicità e tenacia si può ri-cominciare, come dice il Salmo 33,  a stare “vicino a chi ha il cuore spezzato”.

 

16 ottobre 2022

Il Foglietto in tasca n.7


 Anche se Mosè era in forma ha avuto bisogno di aiuto per sostenere il bastone che faceva vincere la battaglia a  Giosuè. Un uomo qualunque, chiamato Cur, con la sua disponibilità gioca un ruolo fondamentale...anche Mosè, come tutti noi, da solo non va da nessuna parte.
Il "Foglietto in tasca" n.7 si può leggere su La Voce di Ferrara-Comacchio oppure qui di seguito.

"Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole."

Chissà se Mosè aveva fatto un po' di preparazione atletica in prossimità del grande sforzo che gli era richiesto per sostenere il bastone di Dio durante la battaglia contro Amalèk. 

Certamente da giovane, quando frequentava l'alta società egiziana, aveva potuto potenziare le sue doti fisiche insieme a quelle culturali e morali.
Siccome non erano ancora passati tre mesi dall'uscita dall'Egitto Mosè era in buone condizioni per sostenere in alto il bastone che determinava la vittoria sul campo di battaglia. 
Con un po’ di stretching era già al massimo delle sue potenzialità.

Eppure ha avuto bisogno di sostegno da parte di altri. 
Anche Mosè, come tutti noi, da solo non va da nessuna parte: da vero leader è forte di suo ma diventa imbattibile quando sa accogliere e dare spazio agli altri.

Mi incuriosisce Cur che affianca Aronne nel ruolo di “sostenitore”: di lui si sa poco. Lo immagino come il classico amico a cui basta chiedere una mano e lui non si tira mai indietro. Sono certo che si chiama Cur proprio perché sa prendersi cura di chi ha bisogno. La prova è nel successivo racconto della costruzione del tempio in cui si parla di Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, riempito dello spirito di Dio, perché abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro…tutto suo nonno!


8 ottobre 2022

Il Foglietto in tasca n.6


La prima lettura della Messa che celebra la Madonna delle Grazie, Patrona della nostra Diocesi, ci fa incontrare Ester. Di fronte ad una figura femminile così forte viene naturale chiedersi  come mai, ancora oggi, le donne non abbiano 
il giusto spazio nella nostra società e, purtroppo, anche nella Chiesa.

Il testo integrale si trova su  La Voce di Ferrara-Comacchio e qui di seguito.

Per i Giudei vi era luce, letizia, esultanza, onore.”

Per celebrare Maria, Patrona della nostra Diocesi, si parte da Ester che realizza una festa di “luce, letizia, esultanza, onore”.

È l’occasione per provare a celebrare le donne che tengono insieme i brandelli delle nostre storie: personali, comunitarie, sociali ed ecclesiali. Non sono un sociologo e nemmeno un teologo: posso solamente balbettare la certezza, che sperimento ogni giorno, che le donne sono il fulcro della mia vita.

Mi guardo attorno e verifico che c’è ancora troppo da fare per dare il giusto spazio allo specifico carisma femminile nella nostra società e, purtroppo, anche nella Chiesa.

Per questo chiudo con un piccolo testo che ho scritto e diffuso l’8 marzo del 2011

Prego…
come dopo ogni “grazie”:
per la quieta gentilezza
di gesti forse inusuali.
Una porta da aprire, 
un posto da indicare,
un piccolo dono da festa.

Prego…
come per chiedere scusa:
per la vuota presenza
che non sfugge il disprezzo.
Una storia da rifare,
un sapore da trovare,
un cuore da farsi plasmare.

Prego…
come uomo in ricerca
con la sola certezza
che guida il mio sguardo:
se esiste, come credo,
Dio è certamente donna.


1 ottobre 2022

Il Foglietto in tasca n.5


 La Voce di Ferrara-Comacchio questa settimana pubblica il "Foglietto in tasca n.5".
Timoteo mi fa vagare fra Braccio di Ferro, il Molise e il passaggio a livello di Via Bologna.

Ecco il testo integrale (1500 caratteri spazi compresi).

"Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato."

È ancora Paolo che scrive a Timoteo e, di fatto, si rivolge anche a me.

Ho voluto provare a conoscere meglio Timoteo, anche per liberarmi dell'immagine del nemico di Braccio di Ferro (Popeye) che si chiama Bluto/Brutus ma in italiano è stato ribattezzato, appunto, Timoteo. 

Ho scoperto che Timoteo, discepolo di Paolo, ha fatto un sacco di cose insieme a lui viaggiando, crescendo nella fede e testimoniando la novità del messaggio di Gesù.
Timoteo è stato il primo Vescovo di Efeso ed è morto lapidato per aver condannato i culti pagani. Il suo corpo è conservato nel Duomo di Termoli: nel mio prossimo “viaggio della memoria” in Molise (nei luoghi dove ho svolto una parte del mio servizio civile) farò una deviazione per andarlo a salutare.

Mi sembra sempre più che l’impegno del “foglietto” mi stia aiutando a sentire più vicina la Parola che viene proclamata alla domenica: Paolo, Davide, Filemone, Amos, Timoteo diventano dei compagni di viaggio nelle fatiche della fede incarnata nel quotidiano. Loro ce l’hanno fatta: non grazie ai superpoteri ma perché hanno saputo far fruttare “il bene prezioso che è stato loro affidato”.

Li immagino accanto a me mentre vado in bici. In particolare mi aiutano quando scendono le sbarre del passaggio a livello di via Bologna: invece di seguire l’iracondo Timoteo nemico di Braccio di Ferro provo a sperimentare la calma, capace di custodire, del discepolo di Paolo.