24 settembre 2021

Ylenia


Ylenia: tra Pippi Calzelunghe e le monache di clausura, la "fantasticheria" di questa settimana appena pubblicata su La Voce di Ferrara-Comacchio
 
Ecco il testo:

                                                                   Ylenia

Lo sguardo furbo di Ylenia mi ricordava Pippi Calzelunghe. Aveva 8 anni: in un camper un po’ sgangherato, insieme ai genitori, era di passaggio nel nostro stesso campeggio. Nei 4 giorni in cui ci siamo incrociati ha giocato molto coi miei figli ed io ho potuto passare un po’ di tempo coi suoi genitori. Avevamo molti punti in comune: in loro, più giovani di me, apprezzavo la radicalità di uno stile di vita sobrio che io faticavo a consolidare. Nel pieno degli anni ‘90 ero alla ricerca di un equilibrio che potesse diventare stabile: guardando Ylenia giocare ho pensato che l’equilibrio, come dimostrava il suo moto perpetuo, fosse per definizione tutto tranne che stabile.

Coi suoi genitori mi divideva la fede religiosa: ritenevano che non ci fosse bisogno di credere in un qualsiasi dio per decidere di dedicarsi agli altri. Per questo avevano chiamato la figlia con un nome greco che ricordasse il sole invece di richiamare i santi del calendario.

Oggi mi piace pensare che siano fra le persone che non danno scandalo ai più piccoli, per cui possono legittimamente entrare nelle fantasticherie sul vangelo.

E in questi giorni, in cui incrocio gli sguardi furbi e attenti di alcune monache di clausura di cui non so nulla, mi sorprendo ad immaginare che una di loro sia Ylenia. Proprio lei che, grazie al suo dinamismo, ha incontrato Gesù (e magari si fa chiamare Maria o Chiara).

Sono sicuro che i suoi genitori, che vivono lontano, sono contenti.

La canzone di questa settimana è “Perfetta Letizia” dal musical “Forza venite Gente”


17 settembre 2021

X


E quando un bambino nasce in questo mondo 

non ha la minima idea del colore della pelle in cui vive.”

L'appuntamento settimanale con le "Fantasticherie sul vangelo" pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio questa settimana propone la lettera X: l'incognita di un bambino che nasce. 

"Potresti essere ovunque nel mondo ma anche nel mio quartiere di Ferrara dove tutti i colori dell’unica razza chiamata “umanità” sono ben rappresentati."

Ecco il testo.

Ciao X, non so il tuo vero nome. Sei appena nato, da qualche parte nel mondo e hai solo il 20% di probabilità di avere la pelle pallida come la mia. È più facile che tu sia scuro, nelle diverse gradazioni possibili a seconda del tuo luogo di provenienza, oppure giallo con le varie tipologie di occhi “a mandorla”.

Potresti essere ovunque nel mondo ma anche nel mio quartiere di Ferrara dove tutti i colori dell’unica razza chiamata “umanità” sono ben rappresentati.

Sei il bambino che possiamo accogliere, ogni giorno, nella forza della vita che alimenta la speranza o nello sterile egoismo dei cosiddetti “paesi ricchi” in cui si diffonde la pratica del “childfree”.

Ci doni la stessa passione ed entusiasmo che ci propone Gesù quando ci invita a seguirlo ma, come con Gesù, troppi di noi si focalizzano sulla fatica di esserti accanto.

Non so il tuo nome, ma sento di doverti chiedere scusa: troppe volte ti ho ignorato, sottovalutato oppure ho fatto di tutto per farti diventare un grigio adulto come tanti di noi.

Non ho capito che, come tutte le X, sei un’incognita: un campo inesplorato da attraversare col cuore aperto per trovare le relazioni giuste che portano al tuo vero significato.

Ti aspetto. Quando vuoi puoi venire a casa mia: la vedi perché sulla porta c’è scritto “Karibu” che vuol dire “Benvenuto” in lingua Swahili.

Propongo il brano “Seven Seconds” di Youssou N'Dour & Neneh Cherry dove si dice: “E quando un bambino nasce in questo mondo non ha la minima idea del colore della pelle in cui vive.” 

 

10 settembre 2021

William

 


Il mio amico William è sempre stato predisposto per la depressione: a volte lo chiamavo BMW, non in onore della macchina, ma per dire 

                                Basta Malinconia William!

Ecco il testo della Fantasticheria di questa settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio

William

William mi è venuto a trovare ieri al lavoro: aveva un'aria un po' depressa così, appena possibile, siamo andati insieme al bar. Per fortuna posso ancora staccare dal lavoro per dedicarmi ai rapporti umani. William, invece, da quando è in pensione non sa come riempire le giornate: sembra strano ma è davvero così.  Il suo lavoro non gli piaceva ma adesso che se ne è liberato non riesce a sostituirlo con nient'altro.

Quando ci vediamo gli piace ripercorre gli anni della nostra adolescenza, quasi a voler ritrovare l’entusiasmo che allora ci alimentava: poi, però, gli prende la malinconia e comincia a sottolineare tutti i fallimenti della nostra generazione. Lui è sempre stato predisposto per la depressione: a volte lo chiamavo BMW, non in onore della macchina, ma per dire Basta Malinconia William! 

Adesso mi chiedo cosa posso scrivere questa settimana su un Vangelo così ricco e carico di tensione. Ripenso a William e  intuisco che Gesù è un vero compagno di viaggio: dobbiamo cercare di stargli accanto con fiducia anche nei momenti difficili. Ce la possiamo fare se, nella fiducia, mettiamo anche un po’ di leggerezza. Così ho preso il libro della mia amica Elisabetta Morini intitolato “Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalocinesi”: rileggendolo mi sono messo a ridere da solo e mi sono sentito carico di voglia di comunità. Domani lo porto a William e poi gli parlo di quel progetto che ho in mente per quando andrò in pensione io.  Il brano di questa settimana è “Canzone per Piero” di Francesco Guccini

Nel testo si parla di un libro “Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalocinesi” della mia amica Elisabetta Morini. Sono proprio i TessaloCINESI... lo consiglio caldamente! Ecco la copertina.



2 settembre 2021

Victoria

Dopo la pausa estiva tornano su La Voce di Ferrara - Comacchio le “Fantasticherie sul Vangelo della Domenica". Riprendo il mio percorso (spero condiviso dai miei quattro affezionati lettori) avviandomi verso la fine dell'alfabeto che mi ero imposto come un criterio da seguire. Tocca alla V da abbinare al miracolo del sordomuto: subito mi è apparsa davanti la Viky.

Qui di seguito potete leggere di chi si tratta.


Victoria

Victoria (detta Viky) è la mia prima nipote.

Adottata da mia sorella e mio cognato direttamente in Tanzania

è uno dei misteri più stimolanti che abbia mai incontrato.

La diagnosi su di lei non ha mai avuto contorni precisi:

non ci sono cartelle cliniche o esami sui primi anni della sua vita

che ora ha un’età presunta di circa 30 anni.

Viky vede e ascolta ed è velocissima con le mani

ad agguantare qualsiasi cosa per mettersela in bocca.

Ogni tanto emette strani suoni.

Ha uno sguardo che sembra scrutarti:

mi aspetto da un momento all’altro

che cominci a parlare e magari dica “Ci sono, vi ascolto:

mi sembrate tutti un po’ fuori di testa. Preferisco tacere”.

Ovviamente non succede ma credo lei pensi davvero così.

Il miracolo di Gesù del Vangelo di oggi

è comunque avvenuto in altre forme,

attraverso le persone che amano Viky

e la accompagnano ogni giorno.

Viky manifesta la sua gioia,

Viky ti bacia ti fa festa o ti ignora. Decide lei.

Ora è in Tanzania da un mese con la sua famiglia adottiva.

Da diversi anni non incontrava la nonna che l’aveva accudita

tenendola in vita con un affetto gratuito.

Nessuno se lo aspettava e invece

Viky ha manifestato in modo evidente,

con gesti e suoni, il suo affetto per la nonna.

Un invito, per noi dalla fede traballante,

a riscoprire lo stupore

davanti alle cose che il Signore fa bene in mezzo a noi.

La canzone di questa settimana

si chiama “Viky - Victoria”:

non è pubblicata.

L’ho scritta per la sua  festa di adozione:

chi è interessato mi contatti,

gli manderò la registrazione casalinga.


Sono pronto a mandare la canzone

(registrata col telefono la notte scorsa)

per mail o anche per WhatsApp

a chi mi contatta personalmente e me la chiede.

Un unico avvertimento:

l'ho registrata come autore

per evitare di sentirla in giro con usi commerciali... non si sa mai!