28 maggio 2023

Il Foglietto in tasca n.37


 La Sequenza che si proclama il giorno di Pentecoste è potente e suggestiva, fra invocazioni e pennellate di vita quotidiana. Viene voglia di provare a continuare l’elenco: io qualcosa ho scritto nel "Foglietto in tasca n.37" su La Voce di Ferrara-Comacchio
"Forse qualcuno che legge queste poche righe potrebbe riuscirci meglio di me. Chi ci prova?"

Il testo integrale è disponibile qui di seguito.

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.”

Quest'anno non mi faccio trovare impreparato: ho memorizzato che il giorno di Pentecoste si legge la Sequenza. La ripasso in anteprima, lentamente, gustando le singole frasi: vado con la memoria anche alla versione in latino che ho potuto cantare quando amici sacerdoti cercavano di insegnarmi il gregoriano.

Il testo è potente e suggestivo fra invocazioni e pennellate di vita quotidiana. 

Lo Spirito viene chiamato in causa perché, senza la sua forza, l’uomo non può nulla; seguono, poi, degli esempi concreti che hanno sempre attirato la mia attenzione: “Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.”

Viene voglia di provare a continuare l’elenco: a me viene in mente...:
Apri ciò che è chiuso, allieta ciò che è triste, svela ciò che è nascosto.
Trova ciò che è smarrito, libera ciò che è imprigionato, colora ciò che è sbiadito.
Dona a noi uomini di ascoltare chi è ignorato, di proteggere la natura, di rispettare gli indifesi.
Dona calore, sapore, odore a ciò che l’ha perso, memoria a chi non ricorda, desiderio a chi è rassegnato, fiducia a chi dispera.”

Non so se posso continuare, non sempre riesco a mettere la mia creatività a servizio dello Spirito abbandonandomi al Suo “dolcissimo sollievo”.
Forse qualcuno che legge queste poche righe potrebbe riuscirci meglio di me. Chi ci prova?


22 maggio 2023

Il Foglietto in tasca n.36



 
Gesù dopo essere risorto dedica  agli  apostoli 40 giorni:  un vero e proprio Master di alta specializzazione per essere davvero dei cristiani in gamba.
Nonostante questa straordinaria opportunità c'è qualcuno che non ha capito e lo dimostra con domande fuori luogo. 
E' successo agli apostoli: figurarsi se non succede a me.

Il Foglietto in tasca del giorno dell'Ascensione su La Voce di Ferrara-Comacchio: si può leggere anche qui di seguito.

Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?»

Dopo essere risorto Gesù dedica 40 giorni agli apostoli per spiegare come stavano le cose, fornendo prove e parlando chiaramente del Regno di Dio. Si è trattato di un vero e proprio Master di alta specializzazione, con l’unico “docente” in grado di parlare per esperienza diretta dell’argomento. Posso solo immaginare una minima parte di cosa può essere stato incontrare Gesù appena risorto: ascoltarlo, mangiare con lui, cantare, pregare, giocare, discutere...penso sia stato un vero e proprio assaggio di Paradiso.

Eppure all’ultimo appuntamento (l’esame finale?) c’è ancora qualcuno che non ha capito e chiede chiarimenti su un argomento già trattato più volte nella sessione “ricostruzione del regno di Israele”. Non si sa chi ha fatto la domanda ma sicuramente io sono della sua stessa categoria: apparteniamo alla schiera di chi fatica a scrollarsi di dosso il suo “uomo vecchio”.

Gesù non perde la pazienza: conosce i nostri cuori e le nostre teste, ha sperimentato direttamente il groviglio di stati d’animo che ci avvolge. Sa quanto sia difficile affidarsi davvero al Padre ma Lui, che lo ha fatto per primo ed è passato attraverso la morte sconfiggendola, non si stanca di volerci bene. È così che, attraverso la forza dello Spirito Santo, continua a stare con noi: per chi vuole frequentarle davvero le sessioni del Master, iniziato da Gesù sono ancora attive. Per ulteriori informazioni appuntamento domenica prossima per la Pentecoste. 


15 maggio 2023

Il Foglietto in tasca n.35

 


Dare le ragioni della speranza: attraverso il linguaggio ma soprattutto attraverso la vita, la passione dell’esperienza quotidiana. La Voce di Ferrara-Comacchio ospita anche questa settimana, a pagina 2, il Foglietto in tasca.

Qui il testo, per chi vorrà leggerlo.

"pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi."

Finora ho sempre interpretato questo brano di Pietro come un invito ad affinare le capacità dialettiche per poter spiegare bene i motivi della speranza. In realtà mi sembra che la mia esperienza dimostri qualcosa di diverso: la speranza (come le sue "sorelle" fede e carità) non si comunica attraverso il linguaggio ma con la propria vita. Siamo invitati a "dare le ragioni" quando qualcuno si sente provocato dalle nostre azioni.

Lo scriveva benissimo Paolo VI nell'Esortazione Apostolica “Evangelii Nuntiandi “Allora con tale testimonianza senza parole, questi cristiani fanno salire nel cuore di coloro che li vedono vivere, domande irresistibili: perché sono così? Perché vivono in tal modo? Che cosa o chi li ispira? Perché sono in mezzo a noi? Ebbene, una tale testimonianza è già una proclamazione silenziosa, ma molto forte ed efficace della Buona Novella. Vi è qui un gesto iniziale di evangelizzazione”

Anche la sera del 5 maggio, a margine del bell’incontro su Giuseppe Salvia, un amico commentava: “Si sente, anzi si vede, quando chi parla di valori e principi ha una esperienza diretta perché li vive".

La radice di tutto, quindi, torna sull’esperienza di vita quotidiana: ringrazio Pietro che mi ha aiutato a fare chiarezza prima di tutto per me stesso. Non rinuncio a migliorare la voglia di “spiegare” ma vorrei essere credibile perché “dare le ragioni” nasce dal sudore e dalla passione dell’esperienza quotidiana di provare a “dare gambe” alla speranza che è in me. 


6 maggio 2023

Il Foglietto in tasca n.34


 La Voce di Ferrara-Comacchio questa settimana  pubblica le mie reazioni agli stimoli delle prime letture: è un po' un ritorno alle "fantasticherie". Sette uomini  (e sette donne?): nomi degli Atti degli Apostoli, nomi di persone che anche oggi incontriamo.

Ecco il testo del "Foglietto in Tasca" n. 34.

Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia.”

Mi stimola quando nelle letture ci sono i nomi di persona: mi piace immaginare le loro storie. Per essere più libero evito di cercare notizie sui sette diaconi (e lascio stare Stefano di cui si sa molto). Così penso che Pròcoro vendesse vasi, Nicànore fosse un nonno con tanti nipoti, Timone un maestro. Parmenàs era un ragazzo bravo in tutti i lavori manuali, sempre pronto a dare una mano, Filippo amava scherzare perché in tanti lo confondevano con l'apostolo. Nicola, infine, col suo accento di Antiochia, raccontava aneddoti curiosi.

Gli Atti non dicono nulla di specifico sulle donne che vivevano insieme ai sette diaconi: sono certo che anche loro avessero condiviso la scelta di mettersi al servizio dando un contributo fondamentale, unico e irrinunciabile come da sempre è quello delle donne in ogni parte del mondo.

Tutte e tutti immagino avranno avuto alti e bassi, slanci e ritirate passando tra riconoscenza, incomprensione e maldicenza.

A pensarci meglio vedo loro, oggi, in tante persone che ho incontrato e incontro: gente normale su cui non si accendono i riflettori, capace di donare e donarsi nella cura quotidiana.

Ho deciso di aggiungere un altro foglietto da tenere in tasca in queste settimane di inizio primavera: annoto i nomi dei "diaconi e diaconesse" di oggi e le situazioni in cui li incontro. Rileggerò i loro nomi nella mia preghiera.