29 aprile 2023

Il Foglietto in tasca n.33


Su La Voce di Ferrara-Comacchio un "Foglietto" per chiedersi se davvero siamo capaci di ascoltare senza pre-giudizi: ora e duemila anni fa.

Segue il testo integrale.

“Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”.

    1. (Davanti a Pietro il giorno di Pentecoste) “Siamo nel periodo di massima bellezza della nostra capitale Gerusalemme, abbiamo a disposizione tutti i mezzi per capire come funziona il mondo. Non posso accettare l’idea che quell’uomo, che ho visto morire su una croce, sia stato costituito da Dio Signore e Cristo. Non può essere lui il Messia. Questo Pietro  che si è alzato in piedi a dire cose incredibili è un pescatore della Galilea: con che autorità parla di cose che non ha nemmeno studiato? Tutta quella gente che si fa battezzare non ha idea di che imbroglio sia questa storia, l’invenzione dell’ennesima divinità da aggiungere alle tante già disponibili. Torno a casa.”

    2. (Davanti alle immagini di Papa Francesco per TV) “Siamo nel terzo millennio, nella massima diffusione della tecnologia e dell’informazione: sullo smartphone ho in tempo reale notizie su tutto. Non posso accettare l’idea che ci sia ancora qualcuno che crede che Gesù sia qualcosa di diverso da un'invenzione consolatoria. La buona fede di tante persone è stata manipolata nei secoli e continua anche oggi. Cambio canale.”

    3. (Davanti a Pietro e alla TV). All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?»


26 aprile 2023

Il Foglietto in tasca n.32


Mi capita di sentirmi straniero, incapace di comunicare con gente che non capisce, non ascolta o non accetta il dialogo. Per fortuna non è sempre così.
Il "Foglietto in tasca n.32", come ogni settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio, nella fortuna di non essere solo ad affrontare il tempo in cui vivo.
Si può leggere qui di seguito.

"Comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri."

Questa frase della lettera di Pietro attraversa l'orizzonte tra la letteratura e la vita arrivando direttamente nel mio cuore.

In questi giorni mi capita di sentirmi straniero e sperimento l'impossibilità di comunicare con gente che non capisce o non ascolta. Mi sembra che sia cresciuto enormemente il numero delle persone che non accettano il dialogo, chiudendo le porte ad ogni possibilità di comunicare.

Forse è sempre stato così: segnalo che a me, adesso, appare come un fenomeno in costante aumento nell'esperienza quotidiana.

Poi, invece, mi si aprono squarci di luce inattesa, finestre di umanità intensa che mi regalano istanti di speranza quando non me l'aspetto.

Anche qui, niente di nuovo, se non decidere consapevolmente di stare dentro all'esperienza quotidiana: un atteggiamento antico che si rivela ancora all'avanguardia..

Mi manca ancora di capire come posso fare a vivere il timor di Dio: devo liberarmi del peso della parola "timore" che mi perseguita dai primi approcci col catechismo e contrasta con l'esperienza di Dio padre-madre nella misericordia.

Una strada me la indica la mia amica Laura Vincenzi che, pochi giorni prima di morire, ha scritto:"Ti prego, Signore, aiutami ogni giorno a sorridere alla vita che mi viene donata, insegnami a sapermi sempre più distaccare da me, per accogliere con amore e delicatezza il dono degli altri che sono il riflesso della tua presenza" (marzo 1987).

Così, in compagnia di Pietro e Laura, cerco il senso del mio vivere quaggiù.


18 aprile 2023

Il Foglietto in tasca n.31


Il foglietto n.31 è sul numero de La Voce di Ferrara-Comacchio del 14 aprile che è disponibile solo nella versione digitale.
Arrivo  pubblicarlo con un po' di ritardo in mezzo ai tanti impegni che mi coinvolgono in questo periodo. 
Dopo un po' di tempo è tornato a farsi vivo il mio amico Jacopo: mi manda lettere di carta scritte a penna e spedite per posta ordinaria: Per questo lo tengo in grande considerazione.

Qui si può leggere il testo integrale.

"Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime."

Dopo un po' di tempo è tornato a farsi vivo il mio amico Jacopo. Mi ha confessato che mentre era in viaggio aveva smesso di leggere le "Fantasticherie": tornato a casa ha letto tutti e 30 i "Foglietti" e mi ha mandato una lettera per farmi sapere cosa ne pensa.

Un amico che scrive lettere con carta e penna e le spedisce per posta è un fatto straordinario che dà credito a chi sostiene che sia un'invenzione e non una persona in carne e ossa.

La critica fondamentale è in questa frase: "Stai invecchiando, si vede fra le righe: hai toni malinconici che non sono da te. Dovresti riscoprire la spensieratezza che, per te che sei credente, dovrebbe essere un fatto naturale. Sei stato tu a regalarmi il libro "La beatitudine del naufrago" che propone l'umorismo come atteggiamento tipico del cristiano. Te lo dico da ateo: non diventare un musone di credente, non saresti credibile."

Gli rispondo da qui, certo che si riconoscerà leggendo: non credo di voler essere credibile, credo di provare ad essere vero. Le letture di questa settimana invitano alla gioia vera: ho voglia di mettermi in gioco provocato dalla coincidenza fra l'invito di Jacopo e quello di Pietro. Come ha scritto Laura Vincenzi "Nulla è per caso". 

 

5 aprile 2023

Il Foglietto in tasca n.30


Pasqua 2023, festa della vita: se sappiamo vederla con uno sguardo aperto, si presenta ancora ricca di novità.
Le parole giuste sono in una canzone che mi è tornata in mente per caso: si può ascoltare subito dopo il testo del "Foglietto in tasca n.30" pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio

E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute”
È Pasqua 2023 e c’è bisogno di testimoni, come Pietro, capaci di comunicare le cose positive che accadono, i “semi di risurrezione” presenti fra di noi.

Pensavo a come dire meglio questa idea, evitando di cadere nel moralismo, mentre camminavo nel parco sotto casa mia: in questi casi i pensieri in libertà sono accompagnati dall’ascolto in cuffia di brani selezionati casualmente fra quelli salvati nel mio smartphone.
È successo così che, mentre stavo ragionando sul fatto che per testimoniare bisogna saper vedere, è partita la canzone “Quando nuovi occhi” dei Gatti di Vicolo Miracoli.
Un brano del 1975 che non ascoltavo da tempo, dice esattamente quello che avrei voluto scrivere: Pasqua ha senso se aiuta a vedere la realtà con occhi nuovi.
Trascrivo il testo, è il mio augurio per questa Pasqua.

Quando nuovi occhi guardano le cose vedono quello che tu non vedi.

Ogni due minuti nasce un testimone, generazione di giudici per noi.

Come un mosaico che cresce nei giorni la generazione verrà.

Dalle pietruzze comincia la grande figura che guarda di già.

Ciò che ti circonda non considerare qualcosa che poi lasciar lontano;

e se la tua mano nulla avrà cambiato proprio per questo la si giudicherà..

Questi nuovi occhi sguardo sulle cose, pieni di quello che tu non vedi.

Ogni due minuti nasce un testimone, generazione di giudici per noi.

Come un mosaico che cresce nei giorni la generazione verrà.

Dalle pietruzze comincia la grande figura che guarda di già.”






 

1 aprile 2023

Il Foglietto in tasca n.29

Domenica delle Palme: l'entusiasmo è alle stelle ma durerà poco.
Quali sentimenti si saranno scatenati in Gesù vero Dio e vero uomo?  
La Voce di Ferrara-Comacchio pubblica  "Il Foglietto in tasca" che si  può leggere anche qui di seguito.

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.”

La frase di Paolo ai Filippesi dà un colore speciale alla Domenica delle Palme. Mi chiedo quali sentimenti (umani e divini?) si saranno scatenati in Gesù, Dio che si è fatto servo, davanti alla folla che lo osannava?

È una domanda a cui non trovo una risposta: al massimo posso cercare qualcosa di simile attorno a me.

Le folle entusiaste oggi si vedono ormai unicamente quando qualcuno vince una competizione sportiva od elettorale. Nel primo caso immagino che la soddisfazione sia piena: quello che hai conquistato nessuno te lo potrà togliere, resterà comunque una medaglia inattaccabile. Nel caso della vittoria elettorale, invece, credo che l’entusiasmo debba essere mitigato dal senso di responsabilità che consegue dal risultato ottenuto, insieme alla consapevolezza di come sia effimero e volubile l’entusiasmo della gente.

Forse Gesù sentiva, umanamente, la soddisfazione del momento insieme alla certezza che non sarebbe durato. La sua proposta era ed è talmente rivoluzionaria che non soddisfa l’esaltazione della folla: non manca tanto al momento in cui quelle stesse persone osannanti daranno la preferenza a Barabba.

Sarebbe bello imparare davvero da Gesù ad essere “nel mondo ma non del mondo”: provare ad amare gratuitamente fino in fondo, lontano dalla ricerca del consenso fine a se stesso. Pasqua viene anche per questo.