16 dicembre 2021

79


Prima della pausa natalizia arriva il numero 79: scene di vita quotidiana fra due donne, di cui una col marito che ha perso la parola. La fantasia ci permette di "essere nella situazione" cercando spunti per ciascuno di noi. Tutto ciò grazie alla pubblicazione ogni settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio

Buon Natale, ecco il testo.

                                                                      79

Maria va da Elisabetta per aiutarla in vista del parto: alcune fonti confermano che rimase con lei per 79 giorni. Un periodo ricco di solidarietà fra due donne entrambe in attesa di un figlio. Immagino Maria, più giovane ed Elisabetta più avanti negli anni: quasi le vedo mentre si scambiano esperienze, desideri e sogni con tenera tenacia. Insieme fanno fronte ai vari problemi che ogni giorno si presentano: probabilmente hanno inventato un sistema di simboli da utilizzare per permettere a Zaccaria (che era diventato muto) di comunicare in modo efficace.Si può ipotizzare che abbiano messo in atto una versione “0.1” della Comunicazione Aumentativa Alternativa.

Ci viene regalato, così, un momento di vita domestica nei giorni in cui è avvenuto il primo contatto fra Giovanni e Gesù: un rapporto che si potrebbe definire "di pancia", destinato a evolversi in condivisione di cuore, cervello, vita al servizio della Parola di Dio incarnata.

Quest’anno il giorno n.79 era sabato 20 marzo: cerco in quel giorno lo stesso profumo di realtà semplici come quella del Vangelo di questa settimana, convinto che tutti possiamo esclamare con Elisabetta davanti alle benedizioni che riceviamo. Mi sembra di trovarne traccia nel bambino che da una settimana era in affido a casa nostra: lui, nonostante le notti agitate, era il dono da proclamare e custodire.

Propongo “Tutto cambia”, versione italiana di “Todo Cambia” di Mercedes Sosa: l’ho ascoltata dal vivo in questi giorni nella versione di Ginevra Di Marco.


9 dicembre 2021

78

Da questa "Fantasticheria" mi lascio guidare dai numeri. Chi vuole seguirmi si prepari: da 78 andremo fino a 100, poi si vedrà.

Come sempre siamo su La Voce di Ferrara-Comacchio

Ecco il testo

                                                         78

Fantasticheria numero 78: l’occasione per cercare fra i numeri gli spunti per muovere i pensieri. Inizio oggi col 78: arrivati al 100 dovremo trarre le dovute conclusioni.

Rivedo il 1978, l’unico anno che ho vissuto con questo numero. Un anno incredibile per noi italiani: Moro, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Leone, Pertini, Peppino Impastato...la lista è lunga e ognuno può scegliere il proprio riferimento per metterlo davanti a Giovanni Battista nel Vangelo di questa settimana. Lo incontriamo in un momento tranquillo, non grida, anzi: con molta pazienza e saggezza risponde alle richieste di diverse persone. Lui non è il Cristo ma lo anticipa e invita tutti a vivere con onestà e disponibilità. Questa consapevolezza arriva fino a noi, oggi. Ho approfondito per motivi professionali la riforma sanitaria che, guarda caso, fu emanata nel ‘78: è quella ancora in vigore, attualizzata ma mai sconvolta. Ha certamente dei limiti ma, grazie al principio dell’universalità, è quella che, secondo me, ci sta permettendo di trovare una possibile via d’uscita dalla pandemia. Mentre aspettavo davanti al monitor il mio turno per la terza dose del vaccino ho potuto apprezzare quanta gente stava facendo il proprio dovere a servizio del bene comune. Ripeto, non tutto è perfetto, ma possiamo dirci fortunati: sono convinto che tanti, credenti e non, stiano seguendo l’invito di Giovanni Battista facendo il proprio dovere e anche di più.

La canzone che ricorda il ‘78 è, ovviamente, “I Cento Passi” dei Modena City Ramblers.



2 dicembre 2021

FRA














Le "Fantasticherie"attorno alle preposizioni finiscono questa settimana. 

Su La Voce di Ferrara-Comacchio si può leggere FRA: Giovanni Battista, la gente, io...noi

Ecco qua:

FRA

Con questa "fantasticheria" chiudo il percorso sulle preposizioni: dalla settimana prossima seguirò un'altra strada che, al momento, mi è ancora ignota. Si accettano suggerimenti e consigli.

FRA è il FRAtello di TRA: li ho sentiti discutere e ho capito che TRA si interessa delle cose e FRA delle persone.

Il Vangelo di questa domenica è pieno di persone importanti, una lista da manuale di storia FRA cui appare "Giovanni, figlio di Zaccaria": su di lui “venne la parola di Dio”. Luca inserisce nel suo Vangelo la gente normale FRA i protagonisti della narrazione.I primi della lista (da Tiberio a Caifa) me li immagino nei loro palazzi, ben difesi dalle guardie e con rari rapporti con la gente: contatti sempre filtrati da un adeguato numero di intermediari che si mettono FRA loro per controllare la situazione. Giovanni, invece, va in giro per tutta la regione e incontra un sacco di gente: parla,  ascolta,  battezza. In poche parole è “uomo FRA gli uomini”, capace di condividere i propri doni e di accogliere le sofferenze altrui. Attraverso lui, che precede e lascia spazio a Gesù, “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”. Giovanni detto “il Battista” è stato il primo influencer dell’era cristiana, pronto a mettere le proprie capacità al servizio della novità che stava cambiando il mondo. FRA Giovanni e ciascuno di noi c’è una catena umana di passione e vicinanza profonda: la forza che la unisce non deriva da una regola ma dalla vicinanza con Gesù e fra di noi.

Così, come viene, propongo “Lo Zingaro Felice” di Alex Britti


25 novembre 2021

TRA


TRA le righe di questo brano c'è la provocazione

che scardina le contraddizioni di ogni mia giornata:

è il momento di risollevarsi e alzare il capo.

Non si tratta solo di fare chiacchiere ma di cambiare atteggiamento:

non facile per i "tiepidi" come me.

Anche questa settimana ci possiamo incontrare TRA di noi

su La Voce di Ferrara - Comacchio con queste parole:

TRA

Mentre Gesù parlava, poco distante un dottore della Legge, di nome Gamaliele, (ne sapremo di più leggendo gli Atti degli Apostoli) analizzava le scritture. Affrontava il rapporto TRA fede e vita con umiltà e devozione. Peccato che TRA le sue fonti non avesse Gesù di Nazareth: sarebbe bastato sollevarsi dai libri, uscire, alzare il capo per sentire il Nazareno che parlava con grande autorità.

Il saggio ebreo in quel momento sapeva chiaramente che "avanti così non si può andare" ma TRA convenienze e assuefazioni alle abitudini non coglieva la ricchezza straordinaria del momento che avrebbe potuto vivere.

Ecco che, come al solito, TRA le righe del Vangelo ci sono squarci di luce che rivelano le contraddizioni di ogni mia giornata.

Così penso agli sconvolgimenti della nostra terra esausta, ai segnali forti di sofferenza che, spremuta come un limone, lancia a noi umani.

È evidente che i cosiddetti “grandi della terra” sanno bene che il momento è veramente tragico eppure, lo abbiamo appena verificato, rimangono lo stesso attaccati agli interessi immediati senza sguardi di prospettiva. Li giudico inadeguati, poi guardo a me stesso e scopro che non sono abbastanza deciso e sveglio per rendermi conto che sono invitato a risollevarmi e ad alzare il capo. Non si tratta solo di fare chiacchiere ma di cambiare atteggiamento. Allora mi aggrappo alla speranza TRA le parole di Gesù e l’esempio di chi, come Gamaliele è poi riuscito a intervenire con un cuore non appesantito.

Dimmi” di Pierangelo Bertoli mi fa compagnia in questo momento.


17 novembre 2021

SU

 


Ho letto al  mio amico Jacopo questa "Fantasticheria" in anteprima. Lui mi ha detto: "Non montarti la testa, però mi sembra una delle migliori fra quelle che hai scritto". Sarà vero?

Grazie a La Voce di Ferrara - Comacchio che continua a darmi spazio.

                                                    SU

Un drone, SU in alto, inquadra il pretorio all’alba del giorno di pasqua. I Giudei vogliono liberarsi di Gesù, ma restano fuori per evitare di contaminarsi: Ponzio Pilato li raggiunge e, dopo un breve colloquio, rientra  con le guardie che tengono prigioniero il Nazareno. Dall’alto si vede la gente assiepata negli spazi accessibili: la folla si prepara a seguire gli sviluppi del caso di cronaca del momento. Il video in cui, in penombra, si vede Giuda che accompagna i soldati ad arrestare Gesù è diventato virale aumentando l'attenzione sull'evento. Le reti televisive gestiscono l'attesa intervistando persone che, fieri del minuto di celebrità che viene loro concesso, propongono inutili luoghi comuni. Tele Gerusalemme - TG  ha battuto la concorrenza con l’esclusiva del racconto di Malco, il servo a cui Pietro ha tagliato un orecchio. Il drone vola SU tutto questo: SU incertezze e paure, SU curiosità morbose, pregiudizi radicati, prepotenze gratuite, speranze deluse.

Un cambio repentino ci porta nella stanza dell’interrogatorio: prima SU e poi dentro Ponzio Pilato. Vediamo la scena dal suo punto di vista, anzi: siamo lui.

Io sento viva la tensione del confronto con Gesù: una fortuna e una responsabilità che si aggrovigliano in nodi che non so districare. Il mistero SU cui provare a cambiare la mia vita è davvero a portata di mano: eppure anche adesso, come tante altre volte, né io né il prefetto romano siamo capaci di capire quale sia la cosa giusta da fare.

Ascolto “Eilt, ihr angefochtnen Seelen” dalla Passione Secondo San Giovanni di Bach,.


10 novembre 2021

CON


 Questa è la settimana del CONdividere. Lo faccio CON un compagno di strada davvero unico: Stefano Bottoni.  Una serie di eventi particolari mi ha portato a essere fra quelli che presentano il suo (primo e unico) CD in 50 anni di storia artistica. Un CONfronto a cui partecipo con entusiasmo, domenica 14 novembre alle 16 al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara (più sotto l'invito). 

Il testo della "Fantasticheria"
pubblicata a pagina 2 su La Voce di Ferrara - Comacchio

                                                        CON

Questa settimana, ho bisogno di CONdividere le visioni del racconto di Gesù CON qualcuno: una comunità, un gruppo, una persona. Saper interpretare i segni che ci circondano richiede CONoscenze plurali: noi al posto di io.

Domenica 14 novembre sarò coinvolto nella presentazione di "Canto", il CD di Stefano Bottoni: sarò CON altri nel difficile ruolo di testimone/critico/amico per accompagnare un momento davvero unico.

Stefano, perciò, mi aiuta a fantasticare nel solco tracciato da lui: accordi e parole per avere uno sguardo sul mondo. Io ero un ragazzino e guardavo con attenzione ai “grandi” come Stefano negli anni in cui i laici entravano con entusiasmo e dedizione nella Chiesa. Un periodo di fermento straordinario che arricchisce ancora la vita di tanti.

Così oggi, mentre ascolto Gesù che invita a vedere e capire  cosa succede attorno a noi, mi vengono in mente alcune canzoni di Bottoni  che cantavamo ai campi scuola e in parrocchia. “Guarda cosa c'è questa sera sotto il cielo di stelle, forse sentirai la mia voce impregnata di pianto”: dobbiamo approfittarne finchè le stelle sono ancora salde nel cielo. Nessuno sa il giorno e l’ora in cui le stelle cadranno: la provvisorietà è sempre CON noi, è una CONdizione stabile “Quanta strada ancora dovrò far?”. Provo a guardare al fico: "Dimmi che frutti porterà l'albero di pietra che coltivi tu".

In attesa del 14 novembre alle 16 al Ridotto del Comunale si possono ascoltare i brani, storici e recenti, del CD “Canto” di Stefano Bottoni (lo trovate su tutte le piattaforme online)






5 novembre 2021

IN

Tra gli Scribi e una vedova, tra superfluo ed essenziale ci sono anch'io IN mezzo ad un cammino di crescita e di ricerca.

La "Fantasticheria" di inizio novembre, pubblicata come ogni settimana, da La Voce di Ferrara - Comacchio

Ecco il testo.

                                                IN

IN quel tempo” Gesù è IN quel luogo (il Tempio di Gerusalemme) e parla IN verità.

Stare IN un contesto, saper annunciare la verità (dopo averla accolta IN una ricerca autentica) e testimoniarla con la propria vita è la provocazione che mi arriva dritta nel cuore mentre cerco spunti fantastici. Immagino che Gesù sia arrivato a comportarsi così grazie ad un percorso di crescita personale e comunitaria: mi piace l'ipotesi che, come ogni uomo, abbia imparato crescendo e sia cresciuto imparando.

E mentre rifletto mi trovo dentro la scena: sono lì, IN ascolto fra la folla. Dopo uno scatto d'ira per l'invettiva contro gli Scribi, riesco ad origliare quello che Gesù dice al gruppetto dei suoi fedelissimi. Qui la rabbia diventa l'amarezza di chi sa di avere dato molto del superfluo e poco del necessario. Facile arrabbiarsi con gli altri, difficile essere davvero meglio di loro.

Fuori dal tempio ho incontrato la vedova, mi sono avvicinato e le ho chiesto se si era accorta che Gesù di Nazareth aveva parlato di lei con i suoi discepoli. Con molta calma mi ha risposto che non aveva notato nulla e che non le sembrava di aver fatto nulla di straordinario: era un modo per ringraziare del dono dei suoi quattro figli che le permettevano di invecchiare con dignità. “Siamo poveri, ma non miseri” mi ha detto. Ho finito per cenare insieme a loro: stasera saranno ospiti a casa mia. Non ho ancora capito se così metto in gioco l’essenziale o il superfluo ma intanto mi alleno IN condivisione.

Noi, che siamo ancora IN ricerca, ascoltiamo “C’è tempo” di Ivano Fossati.



29 ottobre 2021

DA

 

Uno Scriba anonimo e anomalo stimola la fantasia fino ad arrivare al famoso percorso "da Gerusalemme a Gerico": in discesa all'andata e in salita al ritorno.
C'è anche altro nella "Fantasticheria" su  La Voce di Ferrara - Comacchio  di questa settimana:
qui si può leggere il testo.

DA

Gesù DA qualche tempo è a Gerusalemme dove si è fatto notare per l'autorità con cui parla e agisce. Per questo gli Scribi cercano un motivo per accusarlo attraverso domande trabocchetto. Mi immagino la fila degli scribi col salvatempo e  Matteo (abituato a gestire l'ufficio imposte) che chiama i numeri. Chissà perché questo scriba, invece di tentare di mettere in buca Gesù, gli fa una domanda facile che fa scattare la stima reciproca.

DA dove viene questo cambio di prospettiva, questa parentesi di sintonia in un momento di alta tensione?

Mi sembra di assistere a certi passaggi della mia giornata in cui mi preparo a combattere per affermare le mie ragioni e invece mi trovo di fronte qualcuno che mi smonta con un sorriso o un piccolo gesto di conciliazione.

Ho consultato le mie fantastiche fonti ermeneutiche ed ho saputo che lo scriba si chiamava DAniele: amava lo studio dei sacri testi e trovava il tempo per dedicarsi all’attività sportiva. Quel giorno veniva proprio DA una corsetta per tenersi in forma: era sceso DA Gerusalemme a Gerico risalendo puntuale alla manifestazione  contro Gesù. Aveva fatto un buon tempo ed era tranquillo, capace di non farsi influenzare, da ordini e pregiudizi: pronto ad usare la propria testa ed il proprio cuore.

Un vero uomo di sport  incontra degli avversari ma mai un nemico.

Posso imparare tanto DA lui, soprattutto a prendere il meglio DA ogni situazione.

In questo squarcio di serenità ascolto "You can close your eyes" di James Taylor.

 


23 ottobre 2021

A

Io che, grazie agli occhiali, credo di avere una buona vista  ho tanto da imparare dal cieco Bartimeo. Seguire o precedere Gesù: è possibile farlo nelle "Fantasticherie sul Vangelo della domenica"  ogni settimana su La Voce di Ferrara - Comacchio .

Per chi vuole leggere senza impazzire sull'immagine ecco le consuete 1.500 battute; A partire dalla preposizione A.

A

Bartimeo "Cominciò A gridare e A dire": era cieco ma sapeva parlare, inseguiva i suoi sogni e credeva nei miracoli.

Ho tanto da imparare dal figlio di Timeo: io che, grazie agli occhiali, ho una buona vista dovrei guardare A lui come un esempio, anche mentre continua A seguire Gesù lungo la strada.

Chissà come doveva essere seguire Gesù: posso solo immaginare che in parte assomigli ai momenti più entusiasmanti, intimi e ricchi della vita di ciascuno di noi.

Partito da Gerico Gesù arrivò A Bètfage (Capitolo 11 di Marco). Quando mandò due discepoli a prendere il puledro per entrare a Gerusalemme, Bartimeo andò dietro loro deciso a fermarsi in quel villaggio. Subito incontrò un uomo che lo aveva visto mendicare alla periferia di Gerico: entusiasta gli raccontò del miracolo, al punto che in tanti si radunarono. Volevano capire meglio chi fosse questo Gesù di Nazareth capace di fare miracoli.

Fu così che Bartimeo, che sapeva le intenzioni di Gesù, propose di correre verso Gerusalemme per precederlo e vederlo passare.

Nell’attesa iniziarono A stendere i loro mantelli per strada e A raccogliere fronde dai campi.

Le “Prediche” che ho consultato riportano che Bartimeo e i suoi nuovi amici furono i primi a gridare “Osanna”: i probabili inventori della “processione delle palme”.

Il brano di questa settimana è “Pregherò” di Adriano Celentano. La versione italiana di “Stand by me”, scritta da Don Backy, trasforma il testo piuttosto banale di Ben E. King in una preghiera per la cecità e la fede.

 

16 ottobre 2021

PER


La seconda preposizione semplice è  PER: per parlare della famiglia di Zebedeo, per moltiplicare, PER... continuare a fantasticare sul Vangelo della domenica, grazie al settimanale La Voce di Ferrara- Comacchio che mi dà spazio.

Questo il testo:

PER

PER questo Vangelo sono costretto a non rispettare l’ordine delle preposizioni, quello memorizzato da bambino: “di a da in con su per tra fra”. Lo ricordo ancora, anche se sempre più spesso inizio e poi mi confondo con “supercalifragilistic…”.

Gesù è venuto PER servire e dare la vita in riscatto PER molti: siamo già nel cuore del messaggio evangelico, un obiettivo chiaro che non si può fraintendere.

Quando Zebedo incontrò i suoi figli, il giorno dopo questa risposta, stava riparando le reti: quelle abbandonate da Giacomo e Giovanni PER seguire Gesù. Era ansioso di sapere se avevano avuto quello che chiedevano: era una proposta di sua moglie e lui voleva darle la risposta PER primo, confermando che sarebbero stati seduti accanto al trono di Gesù. Erano mortificati tutti e tre PER la risposta del Maestro finché non è arrivata Maria Salome, moglie di Zebedeo e mamma di Giacomo e Giovanni. “Ragazzi” dice con forza PER farsi sentire bene “Come al solito non avete capito niente! PER voi e PER noi è ora di fare un passo avanti: Gesù non è un profeta qualsiasi, seguiamolo con fiducia.

Aveva ragione lei che sarà una delle tre donne che vanno al sepolcro la mattina di Pasqua.

PER usato come simbolo matematico serve a moltiplicare: Gesù lo ho fatto PER due volte col cibo (così scrive Marco) eppure nemmeno questo è servito a cambiare l’indole degli apostoli. Servono pazienza e amore PER vedere i frutti: a Gesù non mancano, a noi consentono di vivere PER servire e PER moltiplicare.

Che ne dite di assaporare “Anche PER te” di Mogol Battisti?




8 ottobre 2021

DI


Finito l’alfabeto continuo a giocare con la lingua scritta: farò un viaggio nelle preposizioni usandole come trampolino per provare piccoli voli di fantasia.

Siamo sempre nelle "Fantasticherie sul Vangelo della domenica"
pubblicate ogni settimana su La Voce di Ferrara - Comacchio

Ecco il testo: 

DI

Finito l’alfabeto continuo a giocare con la lingua scritta:

farò un viaggio nelle preposizioni

usandole come trampolino per provare piccoli voli di fantasia

(sempre attorno al Vangelo della domenica).

Le pre-posizioni semplici, come dice il nome, stanno prima,

stanno semplicemente  e dicono già qualcosa

di quello che verrà dopo. 

Questa settimana il Vangelo  ci parla proprio DI UN TALE:

armato di buoni propositi si inginocchia davanti a Gesù

al punto da suscitarne l'amore.

Marco non ci rivela il nome:

io so che si chiamava Dino, dato che ha detto DI-no

perchè possedeva molti beni.

Vedendolo andar via triste gli ho mandato un messaggio

su una piccola pergamena

(all’epoca WhatsApp non si era ancora diffuso):

“Dino, sei sicuro DI possedere le cose? DI chi sono i tuoi beni?

DI chi i tuoi figli? DI cosa è fatto il senso delle cose?”.

Forse non è il possesso che lo ha bloccato

ma la quantità DI cose a cui ha legato la sua vita.

In questo caso Dino è meglio DI me che non ho tante proprietà

ma faccio molta fatica a staccarmi da quelle,

spesso piccole, che considero esclusivamente mie.

Ho saputo, poi, che quando Dino è arrivato a casa,

ha passato un paio di giorni a rimescolare la sua tristezza

finché non ha ritrovato l’entusiasmo di quando Gesù

lo ha guardato con amore. 

DI lui si è parlato nel suo villaggio,

la sua trasformazione è stata evidente

anche se non è stata raccolta da nessun evangelista. 

Dino ha detto DI-si ed è, per noi oggi, un segno DI speranza.

Continuo a proporre brani musicali:

questa settimana “Ovunque Proteggi” di Vinicio Capossela.


1 ottobre 2021

Zeno


Con la Z di Zeno si chiude l'ordine alfabetico: 
dalla settimana prossima su La Voce di Ferrara - Comacchio ci ritroveremo fra novità e continuità.
Zeno ci ricorda il valore dell'accoglienza facendoci entrare direttamente nel quadro descritto dal Vangelo: esperienze di famiglia, tenerezza, dolore  e abbracci.
Ecco il testo: buona lettura (basta un minuto).

Zeno.

Il Vangelo di questa settimana mi ha ricordato don Zeno il fondatore di Nomadelfia, un esempio di società accogliente. Così chiamo col suo nome i bambini e le bambine che ho avuto in affido e poi sono stati adottati. Chi era appena nato, chi aveva qualche mese; alcuni sono rimasti pochi giorni, altri per più di un anno.

Li vedo al centro della scena: stanno accanto a Gesù che, uno alla volta, li prende tra le braccia. Attorno ci sono i loro genitori adottivi che sorridono commossi, sorpresi dalla tenerezza del Figlio di Dio. Più indietro immagino i genitori naturali: di qualcuno so la storia, altri li ho visti ma soprattutto sento la tenerezza di Gesù per ognuno di loro, per le loro vicende di vite dure che hanno impedito di essere pienamente genitori. Il loro pianto ha il sapore della liberazione di chi ha sperimentato la misericordia.

Da qualche parte ci siamo anche noi, famiglie affidatarie. Stiamo sullo sfondo: non ci piace apparire e, come al solito, siamo arrivati all’ultimo momento barcamenandoci fra le varie situazioni che ogni giornata ci propone. Quindi nel mio pensiero ci sono anch’io che assaporo un contesto accogliente di straordinaria normalità. Gesù coccola i bambini: la cosa più importante che unisce genitori naturali, adottivi ed affidatari. Un momento che celebra il dono di ogni bambino per tutta l’umanità e mette in primo piano la storia speciale di chi ha tre mamme e tre papà.

Chi vuole può ascoltare “Passo passo” di Dario Marianelli (canta Petra Magoni) dal film “Pinocchio” di Garrone


24 settembre 2021

Ylenia


Ylenia: tra Pippi Calzelunghe e le monache di clausura, la "fantasticheria" di questa settimana appena pubblicata su La Voce di Ferrara-Comacchio
 
Ecco il testo:

                                                                   Ylenia

Lo sguardo furbo di Ylenia mi ricordava Pippi Calzelunghe. Aveva 8 anni: in un camper un po’ sgangherato, insieme ai genitori, era di passaggio nel nostro stesso campeggio. Nei 4 giorni in cui ci siamo incrociati ha giocato molto coi miei figli ed io ho potuto passare un po’ di tempo coi suoi genitori. Avevamo molti punti in comune: in loro, più giovani di me, apprezzavo la radicalità di uno stile di vita sobrio che io faticavo a consolidare. Nel pieno degli anni ‘90 ero alla ricerca di un equilibrio che potesse diventare stabile: guardando Ylenia giocare ho pensato che l’equilibrio, come dimostrava il suo moto perpetuo, fosse per definizione tutto tranne che stabile.

Coi suoi genitori mi divideva la fede religiosa: ritenevano che non ci fosse bisogno di credere in un qualsiasi dio per decidere di dedicarsi agli altri. Per questo avevano chiamato la figlia con un nome greco che ricordasse il sole invece di richiamare i santi del calendario.

Oggi mi piace pensare che siano fra le persone che non danno scandalo ai più piccoli, per cui possono legittimamente entrare nelle fantasticherie sul vangelo.

E in questi giorni, in cui incrocio gli sguardi furbi e attenti di alcune monache di clausura di cui non so nulla, mi sorprendo ad immaginare che una di loro sia Ylenia. Proprio lei che, grazie al suo dinamismo, ha incontrato Gesù (e magari si fa chiamare Maria o Chiara).

Sono sicuro che i suoi genitori, che vivono lontano, sono contenti.

La canzone di questa settimana è “Perfetta Letizia” dal musical “Forza venite Gente”


17 settembre 2021

X


E quando un bambino nasce in questo mondo 

non ha la minima idea del colore della pelle in cui vive.”

L'appuntamento settimanale con le "Fantasticherie sul vangelo" pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio questa settimana propone la lettera X: l'incognita di un bambino che nasce. 

"Potresti essere ovunque nel mondo ma anche nel mio quartiere di Ferrara dove tutti i colori dell’unica razza chiamata “umanità” sono ben rappresentati."

Ecco il testo.

Ciao X, non so il tuo vero nome. Sei appena nato, da qualche parte nel mondo e hai solo il 20% di probabilità di avere la pelle pallida come la mia. È più facile che tu sia scuro, nelle diverse gradazioni possibili a seconda del tuo luogo di provenienza, oppure giallo con le varie tipologie di occhi “a mandorla”.

Potresti essere ovunque nel mondo ma anche nel mio quartiere di Ferrara dove tutti i colori dell’unica razza chiamata “umanità” sono ben rappresentati.

Sei il bambino che possiamo accogliere, ogni giorno, nella forza della vita che alimenta la speranza o nello sterile egoismo dei cosiddetti “paesi ricchi” in cui si diffonde la pratica del “childfree”.

Ci doni la stessa passione ed entusiasmo che ci propone Gesù quando ci invita a seguirlo ma, come con Gesù, troppi di noi si focalizzano sulla fatica di esserti accanto.

Non so il tuo nome, ma sento di doverti chiedere scusa: troppe volte ti ho ignorato, sottovalutato oppure ho fatto di tutto per farti diventare un grigio adulto come tanti di noi.

Non ho capito che, come tutte le X, sei un’incognita: un campo inesplorato da attraversare col cuore aperto per trovare le relazioni giuste che portano al tuo vero significato.

Ti aspetto. Quando vuoi puoi venire a casa mia: la vedi perché sulla porta c’è scritto “Karibu” che vuol dire “Benvenuto” in lingua Swahili.

Propongo il brano “Seven Seconds” di Youssou N'Dour & Neneh Cherry dove si dice: “E quando un bambino nasce in questo mondo non ha la minima idea del colore della pelle in cui vive.” 

 

10 settembre 2021

William

 


Il mio amico William è sempre stato predisposto per la depressione: a volte lo chiamavo BMW, non in onore della macchina, ma per dire 

                                Basta Malinconia William!

Ecco il testo della Fantasticheria di questa settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio

William

William mi è venuto a trovare ieri al lavoro: aveva un'aria un po' depressa così, appena possibile, siamo andati insieme al bar. Per fortuna posso ancora staccare dal lavoro per dedicarmi ai rapporti umani. William, invece, da quando è in pensione non sa come riempire le giornate: sembra strano ma è davvero così.  Il suo lavoro non gli piaceva ma adesso che se ne è liberato non riesce a sostituirlo con nient'altro.

Quando ci vediamo gli piace ripercorre gli anni della nostra adolescenza, quasi a voler ritrovare l’entusiasmo che allora ci alimentava: poi, però, gli prende la malinconia e comincia a sottolineare tutti i fallimenti della nostra generazione. Lui è sempre stato predisposto per la depressione: a volte lo chiamavo BMW, non in onore della macchina, ma per dire Basta Malinconia William! 

Adesso mi chiedo cosa posso scrivere questa settimana su un Vangelo così ricco e carico di tensione. Ripenso a William e  intuisco che Gesù è un vero compagno di viaggio: dobbiamo cercare di stargli accanto con fiducia anche nei momenti difficili. Ce la possiamo fare se, nella fiducia, mettiamo anche un po’ di leggerezza. Così ho preso il libro della mia amica Elisabetta Morini intitolato “Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalocinesi”: rileggendolo mi sono messo a ridere da solo e mi sono sentito carico di voglia di comunità. Domani lo porto a William e poi gli parlo di quel progetto che ho in mente per quando andrò in pensione io.  Il brano di questa settimana è “Canzone per Piero” di Francesco Guccini

Nel testo si parla di un libro “Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalocinesi” della mia amica Elisabetta Morini. Sono proprio i TessaloCINESI... lo consiglio caldamente! Ecco la copertina.



2 settembre 2021

Victoria

Dopo la pausa estiva tornano su La Voce di Ferrara - Comacchio le “Fantasticherie sul Vangelo della Domenica". Riprendo il mio percorso (spero condiviso dai miei quattro affezionati lettori) avviandomi verso la fine dell'alfabeto che mi ero imposto come un criterio da seguire. Tocca alla V da abbinare al miracolo del sordomuto: subito mi è apparsa davanti la Viky.

Qui di seguito potete leggere di chi si tratta.


Victoria

Victoria (detta Viky) è la mia prima nipote.

Adottata da mia sorella e mio cognato direttamente in Tanzania

è uno dei misteri più stimolanti che abbia mai incontrato.

La diagnosi su di lei non ha mai avuto contorni precisi:

non ci sono cartelle cliniche o esami sui primi anni della sua vita

che ora ha un’età presunta di circa 30 anni.

Viky vede e ascolta ed è velocissima con le mani

ad agguantare qualsiasi cosa per mettersela in bocca.

Ogni tanto emette strani suoni.

Ha uno sguardo che sembra scrutarti:

mi aspetto da un momento all’altro

che cominci a parlare e magari dica “Ci sono, vi ascolto:

mi sembrate tutti un po’ fuori di testa. Preferisco tacere”.

Ovviamente non succede ma credo lei pensi davvero così.

Il miracolo di Gesù del Vangelo di oggi

è comunque avvenuto in altre forme,

attraverso le persone che amano Viky

e la accompagnano ogni giorno.

Viky manifesta la sua gioia,

Viky ti bacia ti fa festa o ti ignora. Decide lei.

Ora è in Tanzania da un mese con la sua famiglia adottiva.

Da diversi anni non incontrava la nonna che l’aveva accudita

tenendola in vita con un affetto gratuito.

Nessuno se lo aspettava e invece

Viky ha manifestato in modo evidente,

con gesti e suoni, il suo affetto per la nonna.

Un invito, per noi dalla fede traballante,

a riscoprire lo stupore

davanti alle cose che il Signore fa bene in mezzo a noi.

La canzone di questa settimana

si chiama “Viky - Victoria”:

non è pubblicata.

L’ho scritta per la sua  festa di adozione:

chi è interessato mi contatti,

gli manderò la registrazione casalinga.


Sono pronto a mandare la canzone

(registrata col telefono la notte scorsa)

per mail o anche per WhatsApp

a chi mi contatta personalmente e me la chiede.

Un unico avvertimento:

l'ho registrata come autore

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27 giugno 2021

Teodoro


Domenica 27 gennaio 2021 è uscita la prima "Fantasticheria sul Vangelo" scritta da me: domenica 27 giugno si chiude questa prima fase e inizia la pausa estiva. 

Ho seguito l'ordine dell'alfabeto inglese arrivando alla U di Ultimo (anticipato alla settimana scorsa) per chiudere oggi con Teodoro.

Ci tenevo a ricordare i tanti amici che lavorano per far uscire il tesoro nascosto nei bambini che convivono con difficoltà di comunicazione.

Non so se ci ritroveremo a settembre: l'omaggio a Teodoro (che significa "dono di Dio") mi sembra un buon saluto, carico di speranza.


Ecco il testo pubblicato anche questa settimana su La Voce di Ferrara - Comacchio


Teodoro fa l'educatore professionale: si occupa di bambini e bambine con varie patologie collegate all'apprendimento e alla comunicazione. Mi piace sentirlo raccontare le sue esperienze, soprattutto la ricerca di risposte su misura per ogni singolo bambino che incontra.

"C'è chi li chiama "casi" come se fossero oggetti di studio: per me sono persone in carne e ossa con nomi, desideri, storie, relazioni, sogni. Sono cuccioli di uomo e di donna e vanno coccolati ognuno a modo suo perché possano sprigionare la loro bellezza. Non sempre ci si riesce: tutti, però, sono scrigni che contengono una grande ricchezza; a me tocca fare di tutto per aiutarli ad aprirsi". Ho voluto registrare questa sua frase di qualche giorno fa mentre, davanti ad un cappuccino, mi spiegava come è cambiato il suo lavoro con la pandemia.

Mi piace la parola "scrigno", sa di fiaba, di ricerca tenace, di fiducia vera nell'esistenza di un tesoro.

Sono andato a verificare: Teodoro significa "dono di Dio" e credo definisca bene il mio amico e tutti quelli come lui che si dedicano, con passione, alla ricerca della chiave per aprire gli scrigni nascosti sotto l'etichetta generica della "disabilità".

Rivedo la luce accesa nei suoi occhi mentre accelera il ritmo del racconto per condividere i grandi progressi di una bambina. Penso proprio a lei e la ricordo chiamandola Talità, l'invito esplicito di Gesù ad aprire il proprio scrigno.

La canzone di questa settimana è "Teach Your Children" di Crosby, Stills, Nash & Young.


17 giugno 2021

Ultimo

Siamo alla penultima uscita del settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio prima della pausa estiva. Avevo pensato al nome "Ultimo" per chiudere la stagione (e forse la rubrica stessa) ma il Vangelo di questa settimana mi ha provocato questa "Fantasticheria" mettendomi davanti agli occhi le tempeste, le rassicurazioni, la forza di accoglienza che caratterizzano l'esperienza di paternità. 

Ultimo è un nome di fantasia ma rappresenta i padri adottivi con cui mi sono incontrato in undici anni di esperienza come genitore affidatario.

Ho scelto una canzone dello Zecchino d'oro del 1991, mi ha sempre fatto molta tenerezza: ritrovandola ho scoperto che il testo è di Lino Banfi e la musica di Augusto Martelli.

Ecco il testo pubblicato questa settimana (la prossima recupero la T di Teodoro): 

Ultimo. Ti avevo tenuto per chiudere questo periodo delle “Fantasticherie”: il giornale si ferma per l’estate e forse alla ripresa autunnale non ci sarà più questa rubrica.

L’urgenza del vangelo di questa domenica mi consiglia di anticipare la tua “uscita” cambiando l’ordine alfabetico delle narrazioni di fine giugno.

Hai il nome di tuo bisnonno, il più giovane di sette figli nato in una famiglia “proletaria”: ricca solo di figli messi al mondo nella speranza di un futuro migliore.

Tu e tua moglie Cinzia, invece, non potete avere figli. Quando l’avete saputo non è stato un momento facile, così come non è stato facile salire sull’altalena emotiva del percorso per l’adozione. Voi non avete mai perso la speranza finché non è arrivata la calma dell’approdo.

Ricordo i giorni passati insieme nell’emozione che ci univa: io, padre affidatario, consegnavo a te il bambino che stavi aspettando. Io l’avevo accudito per diversi mesi in attesa proprio di te che sei il padre destinato a lui.

E’ il mistero della vita che chiede di diventare genitori anche senza generare.

E’ stato duro vedervi andar via col piccolo che avevo addormentato tante volte sulla mia pancia: ma ero sereno perché l’avete accolto come i discepoli con Gesù che “lo presero con sé, così com’era”. Ci siamo appena sentiti: presto ci vedremo e sarà la conferma che anche oggi, come ai tempi del bisnonno di cui porti il nome, i figli sono la certezza di un futuro migliore.

Canzone: “Bambinissimi papà” dello Zecchino d’oro 1991.