Ultimo è un nome di fantasia ma rappresenta i padri adottivi con cui mi sono incontrato in undici anni di esperienza come genitore affidatario.
Ho scelto una canzone dello Zecchino d'oro del 1991, mi ha sempre fatto molta tenerezza: ritrovandola ho scoperto che il testo è di Lino Banfi e la musica di Augusto Martelli.
Ecco il testo pubblicato questa settimana (la prossima recupero la T di Teodoro):
Ultimo. Ti avevo tenuto per chiudere questo periodo delle “Fantasticherie”: il giornale si ferma per l’estate e forse alla ripresa autunnale non ci sarà più questa rubrica.
L’urgenza del vangelo di questa domenica mi consiglia di anticipare la tua “uscita” cambiando l’ordine alfabetico delle narrazioni di fine giugno.
Hai il nome di tuo bisnonno, il più giovane di sette figli nato in una famiglia “proletaria”: ricca solo di figli messi al mondo nella speranza di un futuro migliore.
Tu e tua moglie Cinzia, invece, non potete avere figli. Quando l’avete saputo non è stato un momento facile, così come non è stato facile salire sull’altalena emotiva del percorso per l’adozione. Voi non avete mai perso la speranza finché non è arrivata la calma dell’approdo.
Ricordo i giorni passati insieme nell’emozione che ci univa: io, padre affidatario, consegnavo a te il bambino che stavi aspettando. Io l’avevo accudito per diversi mesi in attesa proprio di te che sei il padre destinato a lui.
E’ il mistero della vita che chiede di diventare genitori anche senza generare.
E’ stato duro vedervi andar via col piccolo che avevo addormentato tante volte sulla mia pancia: ma ero sereno perché l’avete accolto come i discepoli con Gesù che “lo presero con sé, così com’era”. Ci siamo appena sentiti: presto ci vedremo e sarà la conferma che anche oggi, come ai tempi del bisnonno di cui porti il nome, i figli sono la certezza di un futuro migliore.
Canzone: “Bambinissimi papà” dello Zecchino d’oro 1991.
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