Questa settimana il ricordo di Shukuru
(per noi semplicemente Shuku).
Una storia vera della Nyumba Ali a Iringa (Tanzania),
un seme di speranza.
Chi non conosce la Nyumba Ali può vedere il sito Nyumba Ali
e la pagina Nyumba Ali su facebook
Per me è un pezzo di famiglia e ne ho parlato spesso in questo blog.
In questa foto del 2011, al mio primo arrivo a Iringa, Shuku fa il suo lavoro di guardiana all'entrata della "Casa con le Ali". La scritta sul cancello significa: “Passo dopo passo possiamo cambiare il mondo”.
Qui di seguito il testo pubblicato su La Voce di Ferrara - Comacchio
Lontano dai clamori della comunicazione di massa, ora come ai tempi di Gesù, i semi crescono: da piccoli granelli nascono grandi alberi.
Shukuru (per noi semplicemente Shuku) ha iniziato come guardiana nella casa della Nyumba Ali a Iringa (Tanzania): l'ho conosciuta lì nel 2011, la prima volta che sono stato nella casa famiglia e Centro Diurno per disabili fondati da mia sorella Bruna e mio cognato Lucio. Mi ha colpito la dolcezza con cui accoglieva le persone e la tenerezza con cui si rapportava coi bambini del centro.
In poco tempo è diventata un'operatrice del Centro, una delle Dade che, attraverso importanti momenti di formazione, hanno reso l'esperienza della Nyumba Ali unica per qualità e per integrazione fra personale locale e volontari italiani. Quando è stato aperto un nuovo Centro per rispondere ad altri bambini disabili che chiedevano opportunità di accoglienza e crescita, Shuku si è trasferita diventando una delle "Mamme del Centro". Vivono stabilmente insieme ai bambini che non possono tornare a casa: facendoli crescere insieme ai propri figli realizzano una comunità educativa e non solo assistenziale.
Ho rivisto Shuku a Natale del 2016: era quasi irriconoscibile, già aggredita dalla malattia che l'ha fatta morire qualche mese dopo.
Shukuru in Swahili significa ringraziamento: ringrazio di aver incontrato in lei un seme di speranza che chiede di essere accolto e fatto maturare.
La canzone da ascoltare è "Upendo" (amore, in Swahili) di Lino Cannavacciuolo insieme a diversi artisti napoletani e africani.
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