24 giugno 2023

Il Foglietto in tasca n.41


 Un fine settimana speciale: perdersi e ritrovarsi nella costante ricerca dei doni che si riversano in abbondanza.  Amiche e amici di sempre siamo ancora capaci di rimetterci in cammino tra divertimento e emozioni. Si può leggere su La Voce di Ferrara-Comacchio oppure qui di seguito.

Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.

Ho aspettato l'ultimo momento utile per scrivere questo "foglietto": voglio vivere al massimo il fine settimana che mi offre l'abbondanza di doni e di grazia di cui parla Paolo nella Lettera ai Romani. Mi trovo, così, in auto con amiche e amici di sempre in un "Road Movie" tra Ferrara e la provincia di Rieti: autostrade intasate, borghi accoglienti e percorsi alternativi da brividi proposti da navigatori impazziti. In mezzo ci siamo noi nel dono di riempire il tempo con le nostre vite riannodate fra risate, groppi in gola e sogni ancora vivi. L'abbondanza di grazia non cancella la fatica della ricerca e si arricchisce con la condivisione.

Proprio la condivisione si è concretizzata partecipando alla professione temporanea di due ragazze nel monastero Agostiniano di Santa Chiara di Montefalco (PG).

Professione, consegna del velo, del breviario, della regola e costituzione suggellati dall'abbraccio di pace sono riti semplici e solenni insieme, antichi e attuali. Due esili ragazze (Maria Elisa ed Elisa Maria) hanno detto "lo voglio" davanti a una Chiesa pronta ad accogliere la grazia che si è "riversata in abbondanza su tutti".

Gesti veri che raccontano molto della vita di chi sceglie il monastero e di chi prova a mettere in gioco la propria fede sulle strade in cui non sempre il navigatore ha la risposta giusta.

Metto qui una foto della meta finale del nostro viaggio: il Santuario di Vescovìo in provincia di Rieti, sede di un centro gestito dall'Istituzione Teresiana in Italia



16 giugno 2023

Il Foglietto in tasca n.40


 Sono arrivato a 40 "Foglietti in tasca" su La Voce di Ferrara-Comacchio ed è l'occasione per riflettere sui doni che ho ricevuto. Certamente uno è quello di poter vivere importanti relazioni che ogni giorno mi arricchiscono.
Cerco di dirlo attraverso le parole di una mia canzone scritta a settembre 2022: Tenue ma Tenace 
Chi vuole la può ascoltare su spotify oppure su You Tube

Ecco il testo del "Foglietto" che contiene il testo della canzone.

 “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile"

Cosa ha fatto Dio di importante per me? Ultimamente ho scoperto che un dono che ho avuto è quello di poter vivere importanti relazioni che ogni giorno mi arricchiscono. Ho scritto una canzone che racconta questo mio stato d’animo. Pubblico qui il testo.
                            Tenue ma tenace 
Rimani qui, mi credevo importante io per te e invece è del tuo abbraccio che ho bisogno in questo tempo che spegne il senso delle cose. Rimani qui, questo grigio tramonto se ne va e sento la tenerezza della presenza di questo dono che sei tu per me, che sei tu per noi.

Quello che conta non si compra, lo sai: è nel cammino di ogni giorno. Un filo tenue che ci lega ancora: è un filo tenue ma tenace.

Rimani qui, c’è uno sguardo paziente fra di noi, accanto alla fiducia che cancella la durezza sulla soglia del mio cuore, sulla soglia del tuo cuore.
Quello che conta non si conta, lo sai: è la ricerca di ogni giorno.Un filo tenue che ci lega ancora: è un filo tenue ma tenace.

Un filo tenue ma tenace unisce ieri col futuro: io lo ritrovo e me ne curo…è qualche cosa che mi piace.
Un filo tenue ma tenace è ancora una rivoluzione: nascosta in ogni relazione…è qualche cosa che dà pace.

Rimango qui, lungo o breve il futuro è dentro noi, davvero, potrai cantarlo insieme a me, potrai goderlo nel legame che cresce fra di noi.
Quello che conta si racconta, lo sai: è la scoperta di ogni giorno.Un filo tenue che ci lega ancora: è un filo tenue ma tenace.
Rimango qui.


12 giugno 2023

Il Foglietto in tasca n. 39


 Questa settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio rifletto sulla promessa di pace  del Salmo 147, aiutato dal grande dono che è stato (ed è ancora) incontrare Daniele Lugli: per me e per tanti un vero Maestro.

Qui il testo integrale, nella consueta  fatica di contenere sentimenti e pensieri in 1.500 caratteri.

Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento.”

Leggo il salmo di questa settimana col cuore triste per la morte improvvisa di Daniele Lugli. Ultimamente lo chiamavo Maestro perché da ogni incontro con lui portavo a casa informazioni, spunti e riflessioni originali e profonde. Lui minimizzava e un po’ si scherniva con la dolcezza e l’umiltà che lo hanno sempre contraddistinto.

Ora, Daniele, sono disorientato: ho ancora una montagna di cose da chiederti, di abbracci da scambiare, di dubbi da provare a sbrogliare.

Dovrò cercare un modo per tenere stretta la tua saggezza sensibile, per andare in profondità come quando seguivo i tuoi pensieri e, soprattutto, assaporavo la tua esperienza. È la tua vita che, più di ogni ragionamento, certifica la tua coerenza e fa di te, anche se non vuoi che si dica, un vero Maestro.

Per fortuna so di non essere solo: insieme al gruppo di obiettori e nonviolenti che abbiamo creato proprio intorno a te proveremo a portare ciascuno un piccolo tassello per alimentare la tua presenza; anzi, per realizzare quella che Capitini chiama compresenza.

Ricordo quando siamo andati insieme da Mons. Perego per concordare alcune iniziative per promuovere la nonviolenza e l'obiezione di coscienza: il tuo essere in ricerca continua anche sul piano religioso ha reso quell'incontro un dono per tutti noi ed un assaggio di pace. La pace vera, quella descritta dal salmo 147, è la stessa che sta al centro della tua vita e della nostra… se sapremo camminare insieme a te nel solco che hai tracciato.


4 giugno 2023

Il Foglietto in tasca n.38


 Misteri: realtà che non si riescono a  spiegare. Nella fede e nell'esperienza quotidiana.
Su La Voce di Ferrara-Comacchio si possono leggere alcune "fantasticherie" nella mia urbica settimanale.

Il testo è disponibile anche qui. Buona lettura!

"La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi."

Eccomi davanti alla Trinità, a Dio che è "uno e tre", al mistero che (in quanto mistero) non si può spiegare.

Ci sono altre esperienze quotidiane che, senza essere misteri o dogmi, non riesco a capire fino in fondo e men che meno a spiegare: condividerle può essere un modo per gustarle meglio rinunciando alla pretesa di definire tutto.

Cosa provo davvero quando ascolto la musica? Ad esempio, il Requiem di Mozart: cosa muove dentro di me, perché non riesco a dare un nome preciso a quello che mi succede?

I processi che avvengono nel cervello quando si ascolta la musica, sono stati analizzati e descritti nei dettagli; cosa sia la musica dal punto di vista fisico è definito perfettamente. Tutto è chiaro e dimostrato: eppure non so spiegare cosa mi capita mentre ascolto e anche quando suono.

MI sembra di aver intuito, invece, che il linguaggio verbale non aiuta: a volte interpretare e trasmettere ciò che sento ma non capisco può riuscire attraverso il corpo che comunica nel contatto, nella voce, nello sguardo e nell’abbandono.

Così forse posso avvicinarmi alla Trinità e provo, umilmente, ad accostarla ad un abbraccio fra persone che si amano profondamente e diventano un’unica cosa: una infinitesima parte di quello che è realmente. Assaporando e custodendo gli abbracci veri della mia vita sento che entro in contatto coi misteri che non riesco a spiegare.