Questa settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio rifletto sulla promessa di pace del Salmo 147, aiutato dal grande dono che è stato (ed è ancora) incontrare Daniele Lugli: per me e per tanti un vero Maestro.
Qui il testo integrale, nella consueta fatica di contenere sentimenti e pensieri in 1.500 caratteri.
“Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento.”
Leggo il salmo di questa settimana col cuore triste per la morte improvvisa di Daniele Lugli. Ultimamente lo chiamavo Maestro perché da ogni incontro con lui portavo a casa informazioni, spunti e riflessioni originali e profonde. Lui minimizzava e un po’ si scherniva con la dolcezza e l’umiltà che lo hanno sempre contraddistinto.
Ora, Daniele, sono disorientato: ho ancora una montagna di cose da chiederti, di abbracci da scambiare, di dubbi da provare a sbrogliare.
Dovrò cercare un modo per tenere stretta la tua saggezza sensibile, per andare in profondità come quando seguivo i tuoi pensieri e, soprattutto, assaporavo la tua esperienza. È la tua vita che, più di ogni ragionamento, certifica la tua coerenza e fa di te, anche se non vuoi che si dica, un vero Maestro.
Per fortuna so di non essere solo: insieme al gruppo di obiettori e nonviolenti che abbiamo creato proprio intorno a te proveremo a portare ciascuno un piccolo tassello per alimentare la tua presenza; anzi, per realizzare quella che Capitini chiama compresenza.
Ricordo quando siamo andati insieme da Mons. Perego per concordare alcune iniziative per promuovere la nonviolenza e l'obiezione di coscienza: il tuo essere in ricerca continua anche sul piano religioso ha reso quell'incontro un dono per tutti noi ed un assaggio di pace. La pace vera, quella descritta dal salmo 147, è la stessa che sta al centro della tua vita e della nostra… se sapremo camminare insieme a te nel solco che hai tracciato.
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