Ecco il testo:
DI
Finito l’alfabeto continuo a giocare con la lingua scritta:
farò un viaggio nelle preposizioni
usandole come trampolino per provare piccoli voli di fantasia
(sempre attorno al Vangelo della domenica).
Le pre-posizioni semplici, come dice il nome, stanno prima,
stanno semplicemente e dicono già qualcosa
di quello che verrà dopo.
Questa settimana il Vangelo ci parla proprio DI UN TALE:
armato di buoni propositi si inginocchia davanti a Gesù
al punto da suscitarne l'amore.
Marco non ci rivela il nome:
io so che si chiamava Dino, dato che ha detto DI-no
perchè possedeva molti beni.
Vedendolo andar via triste gli ho mandato un messaggio
su una piccola pergamena
(all’epoca WhatsApp non si era ancora diffuso):
“Dino, sei sicuro DI possedere le cose? DI chi sono i tuoi beni?
DI chi i tuoi figli? DI cosa è fatto il senso delle cose?”.
Forse non è il possesso che lo ha bloccato
ma la quantità DI cose a cui ha legato la sua vita.
In questo caso Dino è meglio DI me che non ho tante proprietà
ma faccio molta fatica a staccarmi da quelle,
spesso piccole, che considero esclusivamente mie.
Ho saputo, poi, che quando Dino è arrivato a casa,
ha passato un paio di giorni a rimescolare la sua tristezza
finché non ha ritrovato l’entusiasmo di quando Gesù
lo ha guardato con amore.
DI lui si è parlato nel suo villaggio,
la sua trasformazione è stata evidente
anche se non è stata raccolta da nessun evangelista.
Dino ha detto DI-si ed è, per noi oggi, un segno DI speranza.
Continuo a proporre brani musicali:
questa settimana “Ovunque Proteggi” di Vinicio Capossela.
Nessun commento:
Posta un commento