Domenica delle Palme: l'entusiasmo è alle stelle ma durerà poco.
Quali sentimenti si saranno scatenati in Gesù vero Dio e vero uomo?
La Voce di Ferrara-Comacchio pubblica "Il Foglietto in tasca" che si può leggere anche qui di seguito.
“Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.”
La
frase di Paolo ai Filippesi dà un colore speciale alla Domenica
delle Palme. Mi chiedo quali sentimenti (umani e divini?) si saranno
scatenati in Gesù, Dio che si è fatto servo, davanti alla folla
che lo osannava?
Le folle entusiaste oggi si vedono ormai unicamente quando qualcuno vince una competizione sportiva od elettorale. Nel primo caso immagino che la soddisfazione sia piena: quello che hai conquistato nessuno te lo potrà togliere, resterà comunque una medaglia inattaccabile. Nel caso della vittoria elettorale, invece, credo che l’entusiasmo debba essere mitigato dal senso di responsabilità che consegue dal risultato ottenuto, insieme alla consapevolezza di come sia effimero e volubile l’entusiasmo della gente.
Forse Gesù sentiva, umanamente, la soddisfazione del momento insieme alla certezza che non sarebbe durato. La sua proposta era ed è talmente rivoluzionaria che non soddisfa l’esaltazione della folla: non manca tanto al momento in cui quelle stesse persone osannanti daranno la preferenza a Barabba.
Sarebbe bello imparare davvero da Gesù ad essere “nel mondo ma non del mondo”: provare ad amare gratuitamente fino in fondo, lontano dalla ricerca del consenso fine a se stesso. Pasqua viene anche per questo.
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