L'esito è nel "Foglietto in tasca n.8" pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio e qui di seguito.
“La preghiera del povero attraversa le nubi - io sto già per essere versato”
Questa settimana mi muovo indeciso fra le prime due letture: oscillo fra la limpida descrizione del Siracide di come Dio guarda e ascolta gli uomini e la straordinaria tenerezza delle espressioni di Paolo.
Paolo scrive a Timoteo una frase stupenda: “Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita”: penso che ognuno di noi vorrebbe chiudere la sua esistenza con una simile affermazione. Sapere di “essere versato in offerta” sintetizza in modo efficace il senso della vita, quello che travalica anche le diverse visioni religiose o morali: essere un dono, un'offerta su cui altri possono trovare senso e possibilità di crescita.
Mi chiedo, però, chi potrà beneficiare di questo dono versato in offerta e mi sembra di vedere la risposta proprio nel brano del Siracide.
L’offerta è a favore dei poveri le cui preghiere superano le nubi e chiamano l’intervento di Dio, quasi forzandolo ad agire per la giustizia.
È così che le frasi di Sirac, trascritte dal nipote due secoli prima della venuta di Gesù, arrivano a noi uomini di oggi: provo ad ascoltarle con la consapevolezza che l’intervento di Dio non piomba all’improvviso ma è affidato a ciascuno di noi. Siamo noi, come San Paolo, a “portare a compimento l’annuncio del Vangelo” nelle scelte e nelle azioni di ogni giorno. Con semplicità e tenacia si può ri-cominciare, come dice il Salmo 33, a stare “vicino a chi ha il cuore spezzato”.
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