Questa settimana e la prossima La Voce di Ferrara-Comacchio non esce per la meritata pausa natalizia.
Io, distratto come la solito, ho scritto comunque un "Foglietto in tasca", che ho anche inviato alla Redazione.
Mi dispiaceva non poterlo condividere con gli amici a cui piace seguire le mie divagazioni settimanali.
Ecco, quindi, il testo integrale ispirato da una lettura della Messa del 1° gennaio. La foto l'ho scattata durante il ritiro di questi giorni "camminando sereno" per le campagne di Galeazza: oltre la nebbia si intravvede qualcosa: ce la possiamo fare!
“Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.”
Inizio il 2023 con un brano della lettera che Paolo scrive alla comunità dei Galati. La frase che riporto è l’unica in cui l’autore usa il “tu” in modo diretta e chiaro. Come mai questo cambio? Mi immagino che Paolo non stia scrivendo ma si trovi davanti all'assemblea dei credenti della Galazia: ad un certo punto il suo sguardo incontra una persona a cui tiene molto e decide di parlare al singolare. Sembra dire: "questa frase è per te” puntando direttamente lo sguardo sulla persona amica. In questa fantasia immagino anche che si trattasse di una donna: Paolo conosce la forza straordinaria delle donne che sostengono la società e la Chiesa. La frase, poi, è stata scritta e raggiunge ciascuno di noi, persone di oggi. Paolo dà del tu a Francesco, Lucia, Enrico, Cinzia che sicuramente leggono queste righe ed anche a me che, per un regalo immeritato, le trascrivo.
So
di essere figlio ed erede, libero di entrare nella massima confidenza
con chi mi ha donato la vita.
Mi basta questo per iniziare il nuovo anno con un po' più di spinta: spero che ciascuno di noi possa camminare più sereno in mezzo agli sbalzi fra entusiasmo e disperazione che la vita ci propone.
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