Penso che "dalla Tanzania all'Estonia si può essere portatori di luce indipendentemente dalla collocazione geografica."
"… allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio."
Scrivo mentre aspetto la partenza del bus che mi porterà da Tartu a Tallinn dove salirò sul volo per l'Italia. Sono le 6 di mattina, le luci dei negozi e i lampioni illuminano la neve che offre candidi riflessi: la notte è lunga, l'alba arriverà quasi alle 9 per garantire cinque/sei ore di luce naturale. Per stare in giro bisogna sfruttare il tempo della luce prima che il buio ed il freddo impongano di stare in casa o di rifugiarsi in qualche locale. Tartu è una città universitaria piena di giovani da tutto il mondo: si vede che l'Estonia, fiera dell'indipendenza riconquistata da poco, guarda con dinamismo al futuro. Tartu sarà capitale Europea della cultura nel 2024 mentre Tallinn, la capitale, ha appena iniziato l'anno in cui è la capitale "verde" dell'Europa. Perché parlo dell'Estonia? Ho deciso di trasformare il "foglietto" in un depliant turistico?
È colpa di Isaia che questa settimana mi provoca coi riferimenti alla luce e alle tenebre: il buio è brutto e pericoloso soprattutto se affrontato da soli. C'è bisogno della luce che ognuno di noi può offrire con la sua presenza autentica accanto agli altri: non dipende dal clima o dalla latitudine ma dalla nostra disponibilità ad essere uomini e donne capaci di abbracciare gli altri creando comunione e comunità.
Penso ai luoghi più lontani dove sono stato: dalla Tanzania all'Estonia si può essere portatori di luce indipendentemente dalla collocazione geografica.
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