13 maggio 2021

Orio


 Siamo al Vangelo dell'Ascensione: arriva la "Fantasticheria" di Orio che "passava ore intere a scrutare il cielo".

La storia, pubblicata su   La Voce di Ferrara-Comacchio dell'incredibile: carattaristica che si addice alle fantasticherie. Ecco il testo.

Orio passava ore intere a scrutare il cielo. I suoi coetanei leggevano testi sui dinosauri, sui calciatori, sui cantanti: lui riconosceva gli aerei dal rumore e dal segno che lasciavano in cielo.

Nato nel 1960 lo avevano chiamato Orio dopo la morte del famoso Orio Vergani: la madre sperava che quel figlio dall’aria un po’ svagata facesse strada nel giornalismo.

Lui, però, era letteralmente con la testa fra le nuvole.

Nel 1972 fu inaugurato un piccolo aeroporto vicino a Bergamo: ci furono molte polemiche, un altro aeroporto vicino a Milano sembrava destinato al fallimento.

“Sarà un aeroporto fantastico” esclamò il dodicenne Orio “non a caso è in un paese che si chiama come me!”

Infatti l’aeroporto (che oggi è fra i primi 5 aeroporti italiani) si trova a Orio al Serio.

“Ci andrò a lavorare: farò il pilota proprio lì. Sarò Orio, sul serio, a Orio al Serio”.

In effetti Orio ha lavorato lì fino all’anno scorso: non guidava aerei ma coordinava una squadra di pulizia dei servizi igienici.

Ogni tanto si perdeva con lo sguardo nel cielo a commentare le rotte degli aerei.

La notte fra il 4 e il 5 agosto 2016 Orio, smontando dal turno, vide qualcosa di strano nel cielo: riuscì a convincere diversi colleghi a non salire in macchina.

Proprio in quel momento un cargo ungherese finì l’atterraggio sulla tangenziale fuori dall’aeroporto. Sarà merito di Orio se l’incidente è rimasto famoso per le foto dell’aereo fermo sulla strada e non per il numero di vittime?

Da lui vorrei imparare a guardare davvero in alto, con la voglia di sognare nuovi orizzonti.

La canzone di questa settimana: "Learn to fly" dei Foo Fighters.

Per finire una foto dl 5 agosto 2016.








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