24 maggio 2021

Ciao Don Giancarlo, un po' padre un po' fratello


Ho appena saputo che oggi, 12 dicembre 2023, Don Giancarlo è "passato dall'altra parte" entrando nel Paradiso dove si può gustare pienamente l'incontro con  Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
La sua semplicità e il suo buonumore arricchiscono già il repertorio del "Banchetto Celeste" mentre a noi, ancora intrecciati con la realtà della vita quotidiana, rimane un velo di malinconia unito alla consapevolezza di essere stati fortunati ad averti incontrati.
Ripropongo quello che avevo scritto due anni fa per il tuo 60° anniversario di sacerdozio.
Grazie, Don Giancarlo: ricordati di noi!

Un piccolo contributo per i 60 anni di sacerdozio di Don Giancarlo Pirini, pubblicato su La Voce di Ferrara del 21 maggio 2021: l'obiezione di coscienza, il quartiere, la comunità di laici e sacerdoti...un pezzo di vita insieme, senza prendersi troppo sul serio.

Il testo:

Ciao Don Ppirini (con le due P all'inizio, tipico del tuo modo di parlare). Ho appena compiuto 63 anni e scopro che tu sei sacerdote da 60. Hai vissuto il momento più importante della tua vita quando io ero un ammasso di ciccia ignaro dello scopo della mia esistenza (cosa che mi sfugge anche oggi).

La distanza di età si è quasi azzerata quando ho avuto la fortuna di abitare nella tua Parrocchia di Via Mambro. Da settembre 1983 a febbraio 1985 ho fatto il servizio civile come obiettore di coscienza, vivendo in comunità fra obiettori e con voi sacerdoti. Per noi, giovani incoscienti lanciati in imprese sovraccariche di ideali, eri certamente un padre ma eri soprattutto un fratello. Ci stavi accanto con pazienza e tenerezza nella tenacia di chi, di fronte all'urgenza di vivere il Vangelo in mezzo alla gente, non arretra di fronte a pregiudizi e critiche. Hai saputo difendere con forza la scelta di parrocchia aperta che stavi radicando nel quartiere: una scelta, già contestata nelle "alte sfere" del clero benpensante, che diventava quasi eretica con la presenza di obiettori di coscienza impastati nei problemi delle persone con comportamenti non sempre "prudenti".

Ora vivo proprio “nel Krasnodar”, nella parrocchia che hai avviato e vedo chiari i frutti di quei primi tempi: nel solco tracciato allora, oggi che si parla di "Chiesa in uscita", ci sentiamo a nostro agio.

Tti (doppia T iniziale) devo anche ringraziare per la bella esperienza di comunità che hai costruito con noi e, soprattutto, coi tuoi confratelli. Vedervi insieme tu, Don Ivano e Don Giorgio, così diversi da essere complementari, era uno spettacolo: una testimonianza concreta di condivisione dei carismi. Alla sera a cena anche noi giovani laici contribuivamo agli approfondimenti teologici, sociologici, politici o, semplicemente, ad alimentare l'ironia che lo Spirito sa stimolare. Era “l'ermeneutica della mortadella”, dato che con la quota vitto di noi obiettori non ci si poteva permettere altro. E’ la Chiesa che si fa comunità: un'esperienza che cambia la vita, una scia di luce che, grazie a te, è ancora viva sulla mia strada.



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