Yehoshua Ben Sira è l'autore del libro biblico
detto, proprio dal suo cognome, Siracide. Il testo è pieno di riferimenti alla saggezza che matura negli eventi quotidiani: questa settimana è attualissimo sul tema del concedere fiducia a scatola chiusa, di saper ascoltare e verificare le parole vere dalle menzogne. Da 180 anni prima di Cristo a 2025 dopo c'è sempre qualcosa, almeno per me, da imparare.
La Voce di Ferrara-Comacchio questa settimana ha concesso più spazio alla rubrica #passa_Parola: per leggerla servono circa 90 secondi.
Questo il testo integrale
“Non lodare nessuno prima che abbia
parlato, poiché questa è la prova degli uomini.”
Carissimo
Yehoshua Ben Sira, autore del testo biblico detto Siracide proprio
dal tuo cognome, ti ringrazio per avermi inviato questo messaggio che
oggi mi ha raggiunto. Hai scritto il tuo libro, contenuto nella
Bibbia, circa 180 anni prima della venuta di Gesù: più o meno 2.200
anni fa ci hai regalato diverse perle di saggezza. Questa settimana
ne leggeremo a Messa: mi è balzato agli occhi il consiglio di non
lodare nessuno prima che abbia parlato. Sono convinto che tu l’abbia
scritto sapendo che io l’avrei scelto per metterlo in evidenza in
una rubrica sul Settimanale “La Voce di Ferrara-Comacchio”.
Conosco
tanti che, come me, si rapportano con le persone cercando
immediatamente un riscontro favorevole a prescindere dalla qualità
di quello che viene detto. Concedere un credito di positività è un
atteggiamento che si può definire “empatico” oppure “buonista”
a seconda dei punti di vista.
Grazie
Ben, mi hai fatto capire che se continuo così corro il rischio di
rimanere in superficie con un’accoglienza più di facciata che di
sostanza: la “benevolenza gratuita" non facilita l’ascolto
vero.
In
sostanza, oggi come ai tuoi tempi, è importante non fermarsi alle
apparenze e imparare ad essere più selettivi nella concessione della
fiducia che porta all’apprezzamento.
Immagino
che nella tua epoca la comunicazione fosse meno invasiva rispetto ai
giorni nostri in cui la sovrabbondanza di dati disorienta e rende
facile diffondere bugie, spostare l’attenzione, intorbidire le
fonti autentiche a vantaggio di interpretazioni di parte.
L’impegno
all’ascolto attento si dovrebbe, perciò, unire alla ricerca della
verità coi mezzi e le opportunità che si possono utilizzare:
un'impresa non facile in cui le orecchie sono strettamente legate al
cervello e anche al cuore.
Non
basta, quindi, ascoltare: è più che mai necessario tenere sveglia
la sensibilità e il pensiero critico che portano alla ricerca del
contenuto vero che sta dietro e dentro le parole che si ascoltano.
Grazie Ben!