“Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.”
L'unica
battaglia buona è quella della fede e non ha nulla a che fare con le
battaglie che si combattono nelle guerre che da sempre caratterizzano
la storia dell'umanità (forse sarebbe più corretto scrivere “della
disumanità”?).
Paolo
scrive a Timoteo che è una battaglia da affrontare attraverso
giustizia, pietà, fede, carità, pazienza e mitezza: la conferma che
il cristianesimo è sempre controcorrente, oggi come ai tempi di
Paolo.
Che fare, dunque, per provare ancora una volta a starci dentro?
Credo sia importante accogliere le situazioni che la vita ci propone: stare accanto alle persone, offrire quello che si ha, scoprire il positivo che c'è. Coi drammi che ci circondano e a volte ci coinvolgono può sembrare impossibile: per questo ha senso “allenarsi” partendo dalle realtà più umili e quotidiane.
Ho
davanti a me tanti esempi: i santi sono davvero in mezzo a noi e,
senza effetti speciali, ci donano manciate di speranza.
Personalmente
sto facendo esperienza di un ricovero ospedaliero e posso
testimoniare che ogni giorno ne incontro qualcuno: dipende solo da
me riuscire ad accorgermene.
Potrebbe essere davvero, per ognuno di
noi, il momento di fare la nostra “bella professione di fede
davanti a molti testimoni” per essere protagonisti di una vita
vissuta pienamente e, soprattutto, “raggiungere la vita eterna”
alla quale siamo chiamati
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