6 ottobre 2025

#passa_Parola n. 46

Il profeta Abacuc (quando chi proclama le letture lo annuncia noto sempre qualcuno che fa un sorriso) scrive in un periodo di tensioni e conflitti  ma non rinuncia ad indicare la via della speranza: le sue parole sono valide anche dopo 2.700 anni.
La prima volta in cui sono stato in Tanzania (si può leggere sempre nel mio blog "AbeceDIARIO africano" a partire dalla lettera A AbeceDIARIO africano: lettera A ) ho scoperto che "speranza" in lingua Swahili si dice "tumaini". Casualmente Tumaini è un cognome che a Ferrara è abbastanza diffuso: chissà se c'è un significato che vale la pena di approfondire...
#passa_Parola n. 46 si può leggere sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio oppure nel testo integrale riportato qui di seguito.

«Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede».

Il profeta Abacuc fa capolino nelle letture domenicali e, fedele al suo mandato, non smette di dare consistenza al messaggio di speranza che è chiamato a diffondere. C’è bisogno, oggi come sempre, di uomini come lui che ravvivano la speranza autentica: quella che non si ferma a consolare ma attiva gesti concreti di umanità vera.

La prima volta che sono stato in Tanzania, a conoscere ed aiutare di persona i centri per disabili dell'Associazione “Nyumba Ali", ho scoperto che in lingua Swahili speranza si dice “tumaini”. Mi ha meravigliato e, soprattutto, mi ha ricordato che conosco diverse persone con questo cognome. Ho fatto una verifica sul web scoprendo che il cognome Tumaini appare circa 52 volte di cui la metà nella provincia di Ferrara e addirittura 24 nel comune capoluogo. Sarà vero? Non è questo il punto: il valore di questi dati è la constatazione di avere una concentrazione di “Tumaini-Speranza” nel nostro territorio.

È una provocazione che non mi lascia indifferente: dove si nasconde, oggi, la speranza autentica fra le strade della mia città? Dove la incontro “certo che verrà e non tarderà” nella certezza che “il giusto vivrà per la sua fede”? Avrò il coraggio di citofonare da qualche Tumaini?


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