27 ottobre 2025

#passa_Parola n.49

A volte le parole, per me soprattutto di notte, escono seguendo un ordine diverso: cercano altre strade di comunicazione.
Mi è successo di fronte alla grandezza del brano tratto dal libro del Siràcide proclamato domenica 26 ottobre nelle nostre chiese: il  testo è pubblicato sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio ed è leggibile anche qui di seguito.

La preghiera del povero
attraversa le nubi 
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.”

Il sale della terra
è il grido che sale,
per il dolore che non si spiega:
sale a Dio.

È dentro e attorno a me,
lo sento e lo incontro:
sale che conserva e corrode,
sale che scende nel profondo
e sale a Dio.

È il mistero che unisce
oltre le distanze e l’intensità:
si annida nelle sale dell'anima,
nelle pieghe della mente,
in ogni angolo del mondo
e sempre, senza sosta,
sale a Dio.

Il sale della terra
resta sulle ferite
nel silenzio che urla,
nella muta esplosione 
che sale a Dio.

Dio è nel sale delle lacrime, 
nella piccola mano che stringe e accarezza,
nella croce che annienta e abbraccia:
conosce il grido che sale,
è il sale della terra.

 

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