Buon Anno (liturgico) Nuovo!
Auguri sinceri di vero rinnovamento a tutte le persone che passeranno da queste parti.
La Voce di Ferrara-Comacchio pubblica #passa_Parola anche in questa settimana, quella in cui finisce l'anno liturgico.
E' un momento da festeggiare: come in ogni capodanno la fine coincide con l'inizio.
Il Buon Anno nasce pensando a persone che conosco (forse della mia parrocchia?) ma si allarga a tutte quelle, credenti e non, che cercano di "pacificare e riconciliare tutte le cose".
Ecco il testo integrale.
“È
piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per
mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che
stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.”
Nella
Chiesa è capodanno: con la domenica “di Cristo Re” finisce
l’anno liturgico. Mi aspetto un bel clima di festa prima, durante e
dopo la messa domenicale: voglio ricordarmi di salutare le persone
augurando loro un vero “Buon Anno!”
Buon
Anno alla signora
che arriva spingendo il suo carrellino. La vedo in giro per il
quartiere a curare varie piante negli spazi pubblici. Strappa le
erbacce e regala sorrisi: spero di raggiungerla prima che riparta
verso casa.
Buon
anno alla famiglia
originaria del Camerun che occupa un banco in chiesa: i bambini
faticano a stare fermi, durante i canti si vede che avrebbero voglia
di ballare. Mi piacerebbe che potessero scatenarsi: le cose della
terra e quelle dei cieli sono state riappacificate, ci sarebbe da
ballare finché le gambe reggono.
Buon
anno alle ragazze
che suonano la chitarra e guidano i cori: fanno un servizio prezioso
tra accordi della chitarra e accordi presi fra di loro. Finito
l'ultimo canto farò partire un applauso sperando che tutta la
comunità mi segua: è la fine dell’anno, bisogna
festeggiare.
Infine
andrò ad
abbracciare il mio amico che ogni tanto perde la bussola e si
comporta in un modo imprevedibile: vorrei che il nuovo anno gli
portasse la serenità di cui ha bisogno, la tenerezza di sentirsi
accolto ed amato senza dover dimostrare nulla.

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