E' leggermente più lungo di quelli di #passa_Parola, si legge comunque in meno di 100 secondi.
Ecco il testo più leggibile rispetto alla foto (bellissimo il titolo scelto dalla Redazione)
28 maggio 1967 ultima giornata di Serie A: avevo 9 anni e mio padre mi ha portato “alla Spal” dove si giocava Spal Venezia. Mio padre pagava l’abbonamento a rate attraverso il CRAL della Montecatini: non aveva grandi svaghi ma la schedina ogni settimana e l’abbonamento alla Spal non potevano mancare. Lui era in piedi sulla gradinata, zona centrale, e io attaccato alla rete di recinzione come tanti altri bambini. Ricordo una bella vittoria 3 a 2 con Fabio Capello che fece due passaggi smarcanti (non si chiamavano ancora “assist”) per i primi due gol della Spal ed uno stop di petto e tiro al volo per la terza rete..
17 maggio 2025: ho il biglietto con la riduzione per gli Over 65: insieme ad uno dei miei figli e al compagno di una mia figlia sono seduto nella stessa gradinata.
Lo stadio rinnovato è un gioiello che nobilita ed esalta la storia della Spal già col nome di Paolo Mazza. Il colpo d’occhio con quasi 11.000 tifosi è fantastico: l’atmosfera è carica di tensione per lo spareggio col Milan Futuro per rimanere in Serie C. Ferrara c’è, la meravigliosa Curva Ovest trascina instancabile, come sempre. Tutto finisce per il meglio: la doppietta di Molina e il meritatissimo tributo ad Antenucci addolciscono la conclusione di un campionato tribolatissimo.
Nelle stagioni della mia vita la Spal è sempre stata una certezza da seguire, fra alti e bassi, nelle diverse realtà che la vita mi ha proposto: ad esempio “Maial la Spal” è stata la prima frase che ho insegnato la mio amico Adam, direttore dei centri per disabili della Nyumba Ali in Tanzania.
Ora la Spal è in agonia a causa di una gestione scellerata: quando scrivo non si è ancora capito il livello del burrone nel quale è destinata a precipitare. È certo, però, che gli ultimi quattro anni dimostrano che senza passione, professionalità e rispetto per Ferrara e i ferraresi, le promesse e i soldi producono solo macerie.
Quelle macerie, ora, andrebbero raccolte portando ognuno il suo mattone per ricostruire la Spal che conosciamo ed amiamo. Per rispetto alla storia e al futuro di ognuno di noi e dei nostri figli (o nipoti) credo si possa pensare ad una forma di azionariato popolare perchè la Spal sia davvero una proprietà di tutta la città.
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