24 dicembre 2016

Nota del 23 dicembre 2016: una data storica per la Nyumba Ali.

A volte succede che il risultato positivo del proprio lavoro sia quello di far nascere realtà che, crescendo, imparano a fare da sole e non richiedono più lo stesso tipo di aiuto e sostegno che ne ha caratterizzato l'inizio.
Rileggo la frase che ho appena scritto e mi rendo conto di aver affermato, con un tono un po’ retorico, una apparente ovvietà: ogni cosa fatta con amore sincero nei confronti degli altri comporta che chi ne beneficia prenda la sua strada che, proprio perché sua, non è detto che coincida con la nostra.
Ad esempio se alla scuola di Mogol uscissero solo dei  “Simil Mogol” sarebbe la dichiarazione di fallimento della scuola stessa.
Ovvietà, certo, ma guardandosi attorno ci si può rendere conto che ogni tanto quello che sembrerebbe scontato viene smentito dall’esperienza concreta: l'autonomia, e la crescita personalizzata pare vadano davvero poco di moda perché sono difficilmente controllabili.


Tutto questo per dare conto dell’evento che ho vissuto oggi: il passaggio del Centro Diurno per disabili di Pomerini, nato come “emanazione della Nyumba Ali”, alla gestione diretta da parte della  “Mawaki” Associazione Tanzaniana  promossa da Fra Paolo (di cui ho già scritto qualcosa nel 2012 http://pieffe.blogspot.com/2012/07/e-sono-ancora-qui-6-penultimi-frammenti.html) e composte da persone del posto..
La sottoscrizione del vero e proprio atto di “passaggio” è stata preceduta da un momento di festa con uno spettacolo di ballo e ginnastica proposto dai ragazzi del centro per ragazzi sieropositivi che sorge accanto a quello per minori disabili. Conosco persone che si interessano di ginnastica e di ballo: ho pensato a come avrebbero reagito al mio posto. Poi ho anche pensato che il talento “naturale” si chiama così proprio perché nessuno lo contamina incanalandolo in schemi predefiniti. Comunque se qualche “talent scout” vuol fare un giro da queste parti posso passare l’indirizzo: procuratevi una macchina robusta e armatevi di pazienza; anche il nostro potente fuoristrada ha pagato qualche prezzo (già riparato il giorno dopo, qui i gommisti non chiudono la vigilia di Natale)
Pomerini rimane sempre un posto speciale, spazzato dal vento d’alta montagna può offrire giornate di una limpidezza incredibile che fanno risaltare i boschi di eucalipti (un souvenir della dominazione germanica) che circondano la zona. Il bel vivaio organizzato dalla comunità di Fra Paolo dimostra come si possa produrre reddito, aiutare chi è più in difficoltà e salvaguardare la natura.
A Maggio Fra Paolo verrà in Italia: gli ho chiesto di vederci, mi piacerebbe farlo conoscere a chi si attorciglia su se stesso nella ricerca di uno sguardo capace di leggere dentro e fuori di sé.

Le foto di oggi sono del cimitero di Pomerini...una panoramica generale ed il dettaglio di una tomba anonima: due mattoni da prendere come pietre per costruire un mondo diverso?


3 commenti:

Unknown ha detto...

Conoscere il tuo punto di vista mi fa pensare che tu abbia un talento naturale nel favorire la riflessione nei tuoi lettori (o in chi ti ascolta) e in questa serata di attesa ti ringrazio. Porto con me alla Santa Messa le tue parole, le medito e le offro a Gesù neonato che ci svegli dai nostri torpori. Auguri di nuovo e tutti voi Fergna in Africa!

Marceĺlo ha detto...

Come un velocista che al giro d'Italia si mette a ruota di altri durante la tappa di trasferimento, così anche io oggi condivido il pensiero di Elisa. Nel mio caso però non è detto che mi cimenti nello scatto in prossimità dell'arrivo. La mia pigrizia è proverbiale e aiutata dalla piacevole deriva in cui si trova la mia mente a leggere queste parole...

Mama twiga ha detto...

Un obiettivo raggiunto, un centro che diventa indipendente, un percorso che continua su sentieri diversi, ho lavorato tanto per quest'indipendenza, tutti abbiamo lavorato tanto perchè Pomerini avesse ali proprie. Un po' di rammarico per non esserci stata, gioia perchè il documento che attesta l'avvenuta indipendenza è firmato con un cognome familiare.