A Santo Stefano in sette degli ospiti attuali della Nyumba Ali sono andati a fare il safari di un giorno al Ruaha Park: partenza alle 5,30 col gippone della guida. I magnifici 7 erano 5 della mia famiglia più Giancarlo e Maria Pia i genitori di Paola (di lei dirò qualcosa dopo).
Io non sono andato, un po' perché sono stato già due volte nel Parco e un po' per godermi la casa più vuota del solito (il Centro riapre il 2 gennaio).
Con me (anzi: io con loro) a presidiare la casa c’erano tre ragazze: soprattutto i bisogni igienico fisici di Viky richiedono una cura che, secondo la cultura locale, può essere garantita esclusivamente da donne.
So che sarebbero i famosi “stereotipi culturali” e che dovrebbe esistere l’intercambiabilità completa fra maschi e femmine: lo so bene al punto che una parte della mia attività lavorativa come Assistente di Base è stata proprio dedicata a cure igieniche rivolte indistintamente a maschi e femmine. Ho sperimentato l’imbarazzo insieme alla consapevolezza che è la qualità che conta; ho toccato con mano, però, che è fondamentale il rispetto per la persona che devi accudire che ha tutto il diritto di pretendere un trattamento consono alla sua sensibilità.
Tuttora sono in grado di cambiare pannoloni o di lavare persone incontinenti e lo farei anche con la Viky, ma qui non è proprio possibile e se capita, e si viene visti, possono sorgere dei problemi di “onorabilità” che interferirebbero pesantemente con l’attività del Centro stesso.
Offro questo tema a chi ha voglia di approfondirlo, cercando una strada per superarlo senza strappi, imposizioni culturali e, soprattutto, nel rispetto della storia di chi si ha di fronte che, di base, dovrebbe essere il punto di partenza di ogni cambiamento che si chiami sviluppo invece di colonizzazione.
Comunque sia, Irene, Chiara e Paola erano le padrone di casa: affettuose e decise, attente e creative.
Scrivo di loro nate in sequenza nel 1991,92 e 93 per affermare che non vorrei più sentire generalizzazioni in negativo sui giovani italiani. La loro capacità di prendersi impegni e di portarli a termine non ha nulla di eccezionale: per questo ho deciso di scrivere un po’ di loro senza imbarazzo, come dimostrazione di una normalità più diffusa di quello che la manipolazione della comunicazione vorrebbe farci credere.
Due sono di Ferrara, una vive a Caronno Varesino e sono (con altre giovani come loro) il fulcro su cui la Nyumba Ali ha potuto sopravvivere (crescendo) all’assenza prolungata di Bruna e Lucio. Irene resterà qui con me fino al 13 gennaio: dopo aver fatto un periodo intenso quest’estate si muove con dimestichezza nelle attività quotidiane; Chiara è qui dal 19 agosto e sta dimostrando una tenacia e una disponibilità che la rendono un punto fermo, Paola è tornata in autunno dopo essere stata qui per buona parte del 2016 ed è un pilastro saldo da tanti punti di vista (compresa la guida del Dala Dala)
Con loro Andrea può dare un senso decisamente interessante e vario sul piano collaborativo al ruolo di responsabile della Nyumba Ali.
Sono stato contento nel vederle uscire tutte e tre nel pomeriggio per un po’ di meritato svago secondo lo stile della loro età: io, Mage e Viky (per fortuna non ha avuto particolari bisogni) ci siamo “badati” a vicenda.
Ho messo la funzione “Random” (citazione da “La Maggiorana Silenziosa” ?) nel mio cellulare.
La musica andava e mentre scrivevo la “nota” del giorno di Natale, Mage disegnava e camminava un po’ e Viky si esibiva nel suo repertorio di suoni gutturali.
Nel passaggio da Mozart ai Talking Heads l’ho sentita quasi infastidita, mentre è sembrata condividere la canzone preferita di Mage “The Only Exception” dei Paramore. Già nel 2012 cantavamo insieme il ritornello con la nota che scende invece di salire: quattro anni dopo Mage la ricorda ancora perfettamente.
Anche questo smentisce qualche luogo comune sui disabili in uno straordinario intreccio fra eccezioni ed eccezionalità.
La foto di oggi: la bellissima pianta di Ibisco rosso nel cortile della Nyumba Ali: normale ed eccezionale insieme.