6 marzo 2022

88


In questo periodo è difficile fantasticare: si rimane senza parole.
La tentazione di chiudersi nel silenzio è forte: poesie, canzoni, racconti hanno ancora senso? 
Rimango pienamente nelle mie contraddizioni proponendo una mia canzone.
Questo il testo della "Fantasticheria" n.88 su La Voce di Ferrara-Comacchio

                                            88

Gesù riesce a sconfiggere il diavolo: eppure, mentre scrivo, la guerra (da sempre presente sulla terra) è ai confini di casa nostra.

Non è facile fantasticare quando sai che persone amiche scappano nei rifugi per sfuggire ai bombardamenti.

Recentemente sono stato stimolato a scrivere canzoni per la “giornata della memoria”. Una delle tre che ho scritto riprende l’idea che di fronte alle grandi tragedie che consumano l’umanità non ha più senso scrivere poesie, canzoni, racconti.

È una sensazione vera, la stessa descritta dal salmo 137 a cui si è ispirato Quasimodo per “Alle fronde dei salici”.

Ho fatto i conti e mi sono accorto che 88 persone, fra audizioni private e manifestazioni pubbliche, l’hanno ascoltata: ecco il testo, mi rappresenta in questi giorni di deserto.

                       Io non avrò

        RIT. Io non avrò più lacrime da VERSARE

        Io non avrò più VERSI da CANTARE

        Io non avrò più CANTI da DONARE

        e DONI da portare.

        Io non avrò più cetre da SUONARE

        Io non avrò più SUONI da SOGNARE

        Io non avrò più SOGNI da ABBRACCIARE

        e ABBRACCI da gustare.

Ho cercato le parole nel vuoto profondo che mi è cresciuto dentro:
nemmeno l’eco mi ha risposto. 
Muto è rimasto il mio canto. RIT

Ho cercato l’acqua nel fiume riarso a cui passavo accanto:
nemmeno una goccia mi ha nutrito.
Secco è rimasto il mio pianto. RIT

Ho cercato la luce nel giorno grigio che ho attraversato:
nemmeno una scintilla mi ha guidato.
Spento è rimasto il mio sguardo. RIT


 

1 commento:

Marceĺlo ha detto...

In verità le parole le hai trovate ��