I FRUTTI DELLA NYUMBA ALI
Il 16 e 17 giugno
ho partecipato, per conto della Nyumba Ali, al Convegno di Napoli organizzato
dalla Comunità di S.Egidio e dall’Associazione Giovanni XXIII sul tema “Chiesa di tutti, particolamente dei poveri”. Ho fatto un
intervento nel gruppo di lavoro sulla solidarietà internazionale dove erano
rappresentate moltissime organizzazioni internazionali.
Mi ero scritto il
testo per non perdermi davanti ad una platea qualificata: la conclusione era
sui "frutti della Nyumba Ali". Eccolo.
NEL PICCOLO DI UNA PICCOLA ASSOCIAZIONE
CRESCONO FRUTTI INTERESSANTI.
Ne elenco alcuni:
- Affrancamento
per le donne
a)
Le “colpevoli” della disabilità del figlio: le mamme
grazie al Centro Diurno possono cercare un lavoro che le renda indipendenti
b)
Le operatrici che diventano consapevoli della
differenza fra “accudire” e “promuovere” e rappresentano, in potenza, un gruppo
locale di educatrici più attente ai bisogni dei disabili (e che cominciano già
a fare loro stesse scuola alle altre)
·
Opportunità per i bambini. Condizioni di vita
migliori, cure, cibo adeguato…si direbbe “Piani Personalizzati” che, quando è
possibile, aprono varchi inattesi. Sul web ci sono già vari filmati di bambini
che, contro ogni pronostico, iniziano a camminare e altri (fra cui il famoso
Zawadi) che grazie ad ausili ormai superati in Italia scrivono sul PC usando i
piedi ed i pugni. Interessante anche l’applicazione della comunicazione
aumentativa e alternativa con l’utilizzo dei simboli proposti dal Metodo Bliss
nella cultura africana.
· Un segno per noi, qui oggi ma non solo. L’occasione
per riflettere in Africa e in Italia sul
senso della dignità di ogni persona,
nella ricerca di strade
semplici, verificabili, autofinanziate e trasparenti per promuovere una
cultura vera della carità. La carità, come ci siamo detti stamattina, è diversa
dall’elemosina che genera dipendenza e alimenta le disparità: la carità è far
si che ognuno possa volare con le ali che ha.
Ora sono qui nella
“casa con le ali” e apprezzo anche i frutti degli alberi, quelli che si possono
mangiare (e come sono buoni: raccolti e mangiati!).
Banane, papaye,
avocado, manghi (che in questa stagione non ci sono) crescono direttamente nel
giardino: li abbiamo fotografati tutti, a volte con Nicola sopra
l’albero.
Nicola sull'albero di mapere - guava |
Insieme alle famose
“fragole Lucio” che avevo già mangiato in ottobre, la vera scoperta di questi
giorni sono state le “mapere” che riempiono l’albero e maturano in questi
giorni. Grazie alla mia statura e all'abilità di arrampicarsi di Nicola ne abbiamo
raccolte ogni giorno in buona quantità.
Pare che il nome
ufficiale di questo frutto sia “guava” e forse da noi si trova in qualche
negozio specializzato e sicuramente nei succhi di frutti tropicali.
Attenzione a non
abusarne: la mapera è certamente fra le cause (insieme alla papaya) delle
frequenti visite di questi ultimi giorni al WC (il “WC con le ali”?).
Propongo di inserire le mapere nel nostri vari gruppi d’acquisto: biologicamente controllato...raccolto, mangiato e defecato a chilometri zero e dopo meno di 60 secondi.
Mapere appena raccolte |
Banane |
Papaye |
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