DUE CALCI A IRINGA E UNO A FERRARA.
Abbiamo portato con noi in valigia dei palloni
sgonfi, con la pompa per poterli usare e lasciare qui.
Un pomeriggio io e Nicola siamo andati nel
campo vicino alle scuole per dare quattro calci e vedere cosa succedeva.
Dimentichiamo l'erba, ma anche la pianura: il
campo è una lunga sequenza di buchi e crepe sul terreno irregolare con polvere
mescolata a ghiaia e sassi.
I pali sono due lunghi bastoni più o meno
dritti senza traversa.
Mi viene subito da rimpiangere il Parco
dell'Amicizia di Viale Krasnodar e prometto che d'ora in poi non mi lamenterò
più delle sue condizioni.
Dopo un po' è arrivato Afusi un bambino appena
più piccolo fisicamente ma più grande di età di Nicola con un pallone fatto di
stracci. E' iniziata subito una sfida a due mentre io restavo in porta.
Poco più tardi è finita la scuola e il campo si è riempito per una incredibile
partita tutti contro tutti e tutti contro me (che ero l'unico portiere e
l'unico bianco in campo: Nicola con la saggezza dei bambini vista la confusione
si è messo appena dietro la porta intervenendo di rado).
Con un po' di pazienza avrei potuto provare ad
organizzare due squadre ma lo spettacolo del gruppone che correva dietro alla
palla alzando una polvere stile western anni '60 non meritava interruzioni.
Subito i migliori venivano battezzati
Balottelli (famosissimo anche qui: chi ha visto gli europei con la parabola
tifava per lui e per l'Italia), un nome che suona anche come riscatto.
Poi è arrivata anche qui la notizia della scomparsa
della SPAL. La nuova società che ripartirà da zero può venire qui a trovare
giocatori motivati...ragazzi che hanno più da insegnare che da imparare da chi, trasformando il gioco in affari, cancella parte
del senso della nostra storia sportiva e sociale.
Credo mandero’ una proposta ufficiale alla
nuova dirigenza della SPAL (se esiste, indipendentemente dal nome che avra’).
Potrebbero venire qui e aprire una scuola elementare che al pomeriggio insegna il calcio ai tanti
bambini appassionati: tutto cio' costa meno della meta’ di uno scarso giocatore di serie C
che viene a chiudere la carriera in serie D a Ferrara.
Gli allenatori delle giovanili ferraresi
potrebbero stare qui15 giorni all’anno a formare gli istruttori locali e a
verificare i progressi... potrebbe esserci una squadra “SPAL Iringa” e ogni anno
3 o 4 ragazzi potrebbero essere inseriti nella rosa della Spal Ferrara (o come
si chiamera’). Anche questo costerebbe poco e darebbe un senso nuovo alla
storia della nuova SPAL, una storia di solidarieta’, passione e riscatto.
Asante!
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