Siamo ai penultimi frammenti...
POMERINI
La Nyumba Ali ha aperto da poco più di un mese un nuovo
Centro Diurno, in collaborazione con altre associazioni, in un villaggio che si
chiama Pomerini. E’ persino difficile scrivere il nome: il correttore
automatico scrive immediatamente “poverini” dimostrando di ignorare la
geografia della Tanzania e permettendosi di dare definizioni inesatte. A parte il
nome (di probabile derivazione dai tempi della dominazione tedesca) il
villaggio è sulla cresta che separa una valle dall’altra dove la regione di
Iringa raggiunge le punte più alte. Una parte dei bavaglini che abbiamo portato
dall’Italia sono già a Pomerini: i bambini aumentano ogni giorno e ormai la
capienza massima si avvicina. Proprio qualche giorno fa la visita insieme ad un
medico in un villaggio vicino ha permesso di individuare circa 20 bambini con diverse disabilità: per
ognuno si pensa ad un percorso specifico partendo da quelli sordi, muti e
ciechi per cui esiste già una discreta tradizione di assistenza. Per gli altri le
porte della Nyumba Ali 2 – Pomerini – sono aperte (finché c’è posto).
A Pomerini, sulla spianata, le partite a calcio si fermano quando passano le mucche... |
Pomerini non è solo il nuovo
centro diurno…è l’occasione, per me, di parlare di Fra Paolo. Un francescano
“essenziale” (credo sai dica dei “riformati” che cercano di rifarsi direttamente
allo spirito originario del Santo di Assisi) che gira completamente scalzo e,
sempre scalzo, guida lungo le strade sterrate con perizia da Camel Trophy . Ho
scoperto che la distanza in auto qui non si misura in KM ma in “TGA” (Tempo
Guida per Autista). Ad esempio la distanza Iringa – Pomerini è 90 minuti se
guida Bruna, 60 se guida Lucio, 40 se guida Fra Paolo.
A parte queste amenità sono
contento di aver potuto passare un po’ di tempo con lui: siamo quasi coetanei
ma la sua fede e la sua esperienza di vita me lo hanno fatto percepire più come
un padre che come un fratello: una persona da cui raccogliere perle da mettere
nella collana della mia vita.
con Fra Paolo... |
LA CHITARRA AL CENTRO.
Non immaginavo che la chitarra comprata a Dar avesse un
effetto così dirompente.
Innanzitutto su di me,
costringendomi a suonare in tutte le occasioni in cui qualcuno me lo chiedeva:
mi sono tornati i calli nelle dita e ho sfoderato un repertorio raccogliendo un
grande successo soprattutto con le dade e i bambini del Centro Diurno. “Siamo
andati alla caccia del leon” con gesti e suoni ripetuti ha scalato la Hit
Parade in pochi giorni. Con gli ospiti alle varie cene di compleanno e non solo, il “tiru tiru lero” e “con la mia faccia” hanno mietuto vittime e consensi.
Poi, dopo tanto che non mi
succedeva, ho composto una canzone nuova: per Viki – Victoria, per la sua festa
e anche dopo, per provare a raccontare il senso di una nuova avventura..
Insieme all’altra canzone “Nyumba
Ali Rock” (sulla musica di “Be Bop A Lula”) segna, forse, l’inizio della
“Nyumba Ali Records”?
Entrambi i pezzi potrebbero, a
breve, essere disponibili on line.
L’esperienza più incredibile con la chitarra è stata vedere Zawadi
suonarla pizzicando le corde col plettro tenuto con le dita dei piedi. (anche
su questo esiste un video: non è un’invenzione). Dopo di lui Priva si è messo
di fianco trovando la posizione che permette alla sua “presa a pinza” di usare
il plettro. Poi Imma (è un maschio: l’abbreviazione di Immanuel) l’ha leccata e
sbavata in abbondanza, altri hanno urlato nella cassa armonica ascoltando le
vibrazioni di ritorno: tutti hanno tirato in qualche modo le corde e, come
ricompensa, hanno avuto una chitarra sbattuta sulla testa sentendo il suono
amico del tamburo.
Non posso competere col senso del
ritmo e del ballo che ha la gente di qui: ho provato, però, a “dire la mia”
giocando un po’ con suoni e rumori. Ora la chitarra, esito della caccia al
tesoro a Dar, è appesa sul muro della Nyumba Ali accanto alla carta geografica
dell’East Africa: spero che altri la usino evitando che venga spostata solo al
venerdì sera quando, per la “serata cinema” si trova a interferire con la
traiettoria del proiettore.La chitarra, appesa accanto alla carta dell'East Africa, aspetta altri suonatori |