Il ricordo di una canzone su di lui mi riporta alla realtà. Dove possiamo trovare oggi il senso del viaggio? Perché partire? Abramo è ancora in giro, ai giorni nostri?
Il n° 66 del "Foglietto in tasca" si trova su La Voce di Ferrara-Comacchio e si può leggere qui di seguito.
«Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Abramo è un punto fermo nella storia e nella fede di molti popoli: il prototipo di chi si affida al proprio Dio ed è pronto a mettersi in discussione, a partire, a rinunciare a quello che possiede ed a quello che ha avuto in dono.
Mentre scrivo mi torna in mente la canzone “Esci dalla tua terra”: nel mio passato di animatore l’avevo trasformata in quadri viventi in cui le persone coinvolte ricoprivano i vari ruoli narrati nelle strofe (l'ho fatto persino coi seminaristi: ricordo con particolare emozione quel momento).
Mi ritorna una frase che mi lasciava perplesso: “Partire non è tutto, certamente c'è chi parte e non dà niente, cerca solo libertà.”
Non conosco l'autore né il contesto in cui ha scritto questa canzone: trovo, però, che non si possa sostenere che chi cerca la libertà non dà niente. Sinceramente mi sembra esattamente il contrario: credo che la ricerca della libertà sia un atteggiamento pienamente inserito nella fame e sete di giustizia, una delle beatitudini proclamate da Gesù.
Oggi, poi, non si può sminuire il senso di essere costretti a mettersi in viaggio: la migrazione indotta dalle guerre e dallo sfruttamento indiscriminato delle persone e dell'ambiente è sotto gli occhi di tutti.
Forse oggi Abramo lo troviamo fra chi affronta un viaggio spinto dalla disperazione che lo fa uscire dalla sua terra, mettendo a rischio la vita e le persone della propria famiglia.
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