4 febbraio 2024

Il Foglietto in Tasca n.63


Giobbe mi mette di fronte alle notti che, nella sofferenza, si fanno lunghe.
Don Alessandro Denti ,nel pieno del suo calvario, regala spiragli di vera luce. 
Per fortuna non sono solo e posso affrontare il cammino quotidiano appoggiandomi su chi ha già fatto tanta strada e raggiunto il traguardo finale.
Si può leggere su La Voce di Ferrara-Comacchio oppure nel testo riportato qui di seguito.

Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”. La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.

Giobbe mi provoca, mi affascina e spaventa, mi attira e respinge: lo trovo vicino nella tragedia di vivere che incontro nei grandi drammi del mondo e nelle sofferenze del mio cammino quotidiano. Giobbe è attorno e dentro di me: lo sento racchiuso nel respiro rilassato del cucciolo d’uomo che mi si è appena addormentato in braccio alle soglie dell'alba.

Dovrei scrivere qualcosa anche questa settimana ma non trovo nulla che abbia senso di fronte al baratro del testo di Giobbe: ho solo frasi retoriche come quelle che ho appena scritto.

Per fortuna ho dei “ganci in mezzo al cielo” a cui attaccarmi: santi che ho conosciuto e che mi accompagnano con la forza della fede vissuta attraverso le fatiche e i drammi inspiegabili della vita.

In questi giorni sto leggendo “Tutto passa, solo l’amore resta” in cui ho ritrovato Don Alessandro Denti: lui può certamente aiutare me e chi legge queste righe a entrare pienamente nella Parola che ci arriva attraverso Giobbe.

Il 26 marzo 2016, pochi giorni prima della sua “morte corporale”, ha scritto alla comunità di Malborghetto:

In questa notte e giorno di Pasqua un solo augurio: le nostre ferite, le nostre fragilità possano diventare delle fessure che, nel tempo della fatica e della prova, la luce di Gesù risorto trasformi piano piano, insegnandoci ad abitarle, in nuove sorgenti di amore, di vita e di pace. Che tutte le nostre fatiche, lacrime e notti buie possano essere embrioni di lampadine per un nuovo inizio.”


 

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