20 febbraio 2024

Il Foglietto in tasca n. 65

Inizio la Quaresima nel segno della ricerca che è, secondo me, la caratteristica del cammino di fede.

E' difficile spiegarlo a chi è convinto che la fede fornisca regole certe da seguire senza partecipazione affettiva e spirito critico: è difficile soprattutto quando chi sostiene questo si dimostra inamovibile nelle sue certezze. Io so, invece, di avere tanti dubbi che mi stimolano a riflettere sulla mia vita.
Bastano 60 secondi per leggere "Il Foglietto in tasca n.65"pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio  e riportato integralmente qui di seguito. 

O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.”

Riporto per intero la preghiera (Colletta) che introduce le letture della prima domenica di Quaresima.

Non c'è pausa nella vita di fede. Sarei rimasto volentieri seduto a contemplare Gesù bambino nella grotta assaporando la tenerezza del Natale: invece devo alzarmi, convertirmi, crescere nella conoscenza, testimoniare. 
Ho scritto “devo” come se fosse una regola morale: in realtà è più corretto “posso” poiché si tratta di una proposta a cui decido se aderire o no.

Ho sempre vissuto la fede come uno stimolo a mettermi in ricerca, un cammino da imparare strada facendo con pochi grandi punti fermi e tanti segnali da interpretare. 
In positivo è un’opportunità fantastica per rimanere giovani, in negativo è la certezza di non trovare mai un punto d’arrivo definitivo.

Incontro amici che si dichiarano atei e sostengono che la fede sia una solidità granitica che anestetizza lo spirito critico: provo a convincerli che non è così ma loro (con la solidità granitica che vorrebbero trovare in me) sostengono di avere ragione. 
Non so, onestamente, se nella loro vita quotidiana hanno così tanti dubbi come ne ho io.

La soluzione a questa disputa in realtà è molto concreta ed è scolpita nell’ultima frase della Colletta: avere “una degna condotta di vita”. 
Questa, penso, è la vera ricerca, (molto pratica) che può unire credenti e atei.

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