Chi vuole può leggere il testo qui di seguito.
È arrivato il Natale del 2023 e la memoria mi riporta esattamente a 40 anni fa.
Il Natale del 1983 è il primo che ho vissuto come Obiettore di Coscienza in Servizio Civile presso la Parrocchia di Sant’Agostino in Via Mambro. Eravamo una comunità di quattro Obiettori e vivevamo in una stanza della canonica: andavamo a casa nel fine settimana (e nella nostra camera facevano il catechismo). Vivevamo insieme ai tre sacerdoti presenti in Parrocchia: Don Ivano Casaroli, Don Giorgio Lazzarato e Don Giancarlo Pirini. C’era già il giornalino parrocchiale “Insieme” a cui collaboravamo anche noi sia per le cose manuali sia scrivendo qualcosa. Ricordo che nell’edizione del Natale ‘83 abbiamo pubblicato una poesia in dialetto che diceva spesso Don Giancarlo.
Provo a trascriverla, sull’onda delle emozioni di questi giorni.
“Int’al
presepi, ins’la paia,
a
gh’è ‘na lus cla m’imbarbaia:
ela
‘na stela?
el
un lumin?
(...?)
mo
l’è Gesù Bambin!”
Non so scrivere bene il dialetto, e non so tradurre in italiano “imbarbaia”: credo significhi qualcosa che abbaglia, per me è una luce esteriore che stupisce e appassiona muovendo la profondità dei sentimenti.
Invece quello che cerco di trascrivere con (...?) è un suono gutturale-nasale con tono interrogativo: esprime una sequenza che parte col dubbio, continua con la curiosità, fino a raggiungere l’entusiasmo della scoperta. Lo ricordo come un suono tipico di Don Giancarlo, uno dei tanti doni della sua profondità semplice capace di vedere e portare la luce vera nei luoghi della nostra vita.
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