Il testo è qui di seguito: 63" di tempo di lettura.
Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene...
Paolo
questa settimana saluta i cristiani di Corinto accompagnato da
Sòstene: una persona evidentemente importante, conosciuta in città.
Per capirne di più sono andato a leggere il capitolo 18 degli “Atti”
dove si parla di lui. È uno dei miei capitoli preferiti, soprattutto
perché incontro Aquila e Priscilla che ospitano Paolo e lui che
lavora con loro. Mi ha sempre dato un grande senso di quotidianità
vedere San Paolo ospite di una coppia, impegnato a mantenersi
fabbricando tende con loro “poiché erano del medesimo
mestiere”. È l’immagine di Chiesa-Famiglia che mi affascina
e mi attira anche oggi.
Più avanti,
poi, Paolo entra in contrasto coi vertici della sinagoga e si rifugia
in casa di uno che si chiama “Tizio Giusto”: ho sempre pensato
che fosse un nome quasi ironico, ma oggi ho scoperto che, insieme a
Sant’Oronzo, Tizio Giusto è stato martire evangelizzatore del
Salento.
Ma non devo divagare: vado dritto al versetto 17 nel momento in cui “tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale”. Sòstene è un tipo tosto: fedele al suo nome che significa proprio “tenere”, accetta le conseguenze della sua adesione a Gesù.
Penso a lui, alla sua capacità di pagare di persona le proprie scelte: tenere quando è necessario ed essere teneri nel momento dell’empatia, fabbricare tende ed usarle per accogliere. Saper stare, saper sostare e saper sostenere con la vita l’esperienza profonda della famiglia degli esseri umani.
1 commento:
Ciao Fabrizio ho letto tutto mi sei piaciuto come sempre ti impegni molto continua così. Buon lavoro.
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