Il "Foglietto in tasca" si può leggere su La Voce di Ferrara-Comacchio e anche qui di seguito.
"Mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie."
Anche questa settimana Paolo cita una persona del suo "staff". Cloe è una collaboratrice importante e, anche se di lei non si sa altro, si intuisce che è una persona attenta e informata, in grado di riportare correttamente a Paolo le notizie che aggiornano sullo stato di salute della chiesa di Corinto.
Emergono discordie e, proprio in questi giorni, verrebbe da ripetere "niente di nuovo sotto il sole”: sembra che l’umanità, compresa quella che frequenta assiduamente la Chiesa, non riesca a resistere alla tentazione di affermare visioni discordanti. Non ci sarebbe niente di male se si trattasse di diversità di vedute che alimentano il dialogo e la ricerca della verità: il vero problema è quando prevalgono le appartenenze sull’adesione autentica al messaggio liberante proposto da Gesù.
C’è davvero bisogno di un Sinodo, di ascoltare Cloe e i suoi familiari senza pregiudizi, senza esercitarsi nel “chiacchiericcio”: facendo esperienza concreta (come ha fatto San Paolo) della correzione fraterna.
Scopro in me stesso la fatica a liberarmi dalle categorie “di parte”. Mi rendo conto di quanto sia facile puntare l’indice sugli “altri”: sono sempre “loro” quelli che sbagliano e “noi” (in questo caso “io”) i depositari della verità. Vorrei partire da qui: meno giudizio esterno e più confronto interiore nella Parola, nei Sacramenti, nella preghiera. Stare con Gesù: solo così la denuncia delle discordie è un atto vero di carità e non un confronto fra visioni ideologiche e prassi umane.
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