Dal libro della Sapienza colgo l'invito ad amare le cose che esistono: ci provo guardandomi attorno nel pezzo di mondo in cui abito.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
La prima lettura di questa settimana, dal libro sella Sapienza è una boccata di ossigeno. Pregusto il momento in cui la sentirò proclamare domenica nella mia Parrocchia: conosco chi andrà a leggerla, sarà chiaro e preciso come sempre. Io sarò seduto nel solito banco accanto a mia moglie, ben disposto ad ascoltare queste frasi su cui ho riflettuto dieci giorni prima grazie all’impegno del ”foglietto in tasca” che mi dà un motivo per riscoprire le prime letture domenicali.
La frase di
oggi l’ho avuta in testa tutte le volte che ho attraversato il mio
quartiere. Tra parchi e palazzi incontro tanta gente: bambini che
giocano fra loro mentre i genitori o i nonni fanno quattro
chiacchiere, adulti e anziani che camminano o corrono per tenersi in
forma. Il libro della Sapienza afferma che Dio ama tutte le cose che
esistono: io, umilmente, provo a confermarlo.
Non ignoro le brutture,
le cattiverie, i drammi che incrociano la mia vita: semplicemente in
questi giorni riscopro la convinzione che, se provo ad amare le cose
che esistono, mi si aprono nuovi orizzonti di speranza.
E questi
orizzonti si allargano naturalmente: la mia casa, la Parrocchia, i
palazzi, i parchi, la realtà più prossima in cui mi muovo si
identifica col nome di una città della Russia: sarebbe bellissimo se
il contagio dell’amore per le cose arrivasse a cambiare i troppi
cuori di chi alimenta le guerre che rovinano il nostro mondo.