INRI
È la notte del 23 marzo, venerdì santo del 1951: la neve circonda le strade del borgo medievale dove si svolge la Via Crucis.
Si tratta di una sacra rappresentazione che coinvolge tutto il paese. Elio, il falegname, fa la parte del soldato romano che inchioda sulla croce la tavola con su scritto INRI.
Quando finisce si alza in piedi proclamando
“Popolo di oggi e del futuro
questa scritta è un monito eterno:
guardate la croce con animo puro
e non finirete mai all’inferno”.
A quel punto Olga, sua moglie al nono mese di gravidanza, comincia ad avere le doglie generando scompiglio nel gruppo delle pie donne ai piedi della croce.
Mentre la rappresentazione continua viene portata immediatamente a casa dove in pochissimo tempo dà alla luce un bambino. Tutto è andato bene grazie al fatto che, essendo il sesto figlio, “la strada era già aperta”.
Olga impose di chiamare il bambino Inri in ricordo di quella serata particolare.
Per il suo 70° compleanno ci siamo visti in videochiamata: Inri continua a fare il falegname nel suo paese. E’ sempre stato generoso, a volte, soprattutto con chi è in difficoltà, non si fa pagare. Si è sempre affidato alla provvidenza e alla sua famiglia non è mai mancato nulla.
E’ lui l’amico della Buona Pasqua 2021: un falegname meno famoso di quello di Nazareth.
Di lui so con certezza che è capace di guardare alla croce con cuore puro perché sa che, oltre i chiodi e il sudario, c’è la grande festa della Resurrezione.
La canzone per Pasqua: Operator dei Manhattan Transfer
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