Domenica 8 giugno era la data ultima per inviare gli articoli da pubblicare sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio : mi era stato chiesto di dare un contributo per la pagina interamente dedicata alle tristi vicende della Spal e questo è quello che ho scritto secondo quello che so, che penso e che spero.
E' leggermente più lungo di quelli di #passa_Parola, si legge comunque in meno di 100 secondi.Ecco il testo più leggibile rispetto alla foto (bellissimo il titolo scelto dalla Redazione)
28 maggio 1967 ultima giornata di Serie A:
avevo 9 anni e mio padre mi ha portato “alla Spal” dove si
giocava Spal Venezia. Mio padre pagava l’abbonamento a rate
attraverso il CRAL della Montecatini: non aveva grandi svaghi ma la
schedina ogni settimana e l’abbonamento alla Spal non potevano
mancare. Lui era in piedi sulla gradinata, zona centrale, e io
attaccato alla rete di recinzione come tanti altri bambini. Ricordo
una bella vittoria 3 a 2 con Fabio Capello che fece due passaggi
smarcanti (non si chiamavano ancora “assist”) per i primi due gol
della Spal ed uno stop di petto e tiro al volo per la terza rete..
17 maggio 2025: ho il biglietto con la
riduzione per gli Over 65: insieme ad uno dei miei figli e al
compagno di una mia figlia sono seduto nella stessa gradinata.
Lo stadio rinnovato è un gioiello che
nobilita ed esalta la storia della Spal già col nome di Paolo Mazza.
Il colpo d’occhio con quasi 11.000 tifosi è fantastico:
l’atmosfera è carica di tensione per lo spareggio col Milan Futuro
per rimanere in Serie C. Ferrara c’è, la meravigliosa Curva Ovest
trascina instancabile, come sempre. Tutto finisce per il meglio: la
doppietta di Molina e il meritatissimo tributo ad Antenucci
addolciscono la conclusione di un campionato tribolatissimo.
Nelle stagioni della mia vita la Spal è sempre
stata una certezza da seguire, fra alti e bassi, nelle diverse realtà
che la vita mi ha proposto: ad esempio “Maial la Spal” è
stata la prima frase che ho insegnato la mio amico Adam, direttore
dei centri per disabili della Nyumba Ali in Tanzania.
Ora la Spal è in agonia a causa di una
gestione scellerata: quando scrivo non si è ancora capito il livello
del burrone nel quale è destinata a precipitare. È certo, però,
che gli ultimi quattro anni dimostrano che senza passione,
professionalità e rispetto per Ferrara e i ferraresi, le promesse e
i soldi producono solo macerie.
Quelle macerie, ora, andrebbero raccolte
portando ognuno il suo mattone per ricostruire la Spal che conosciamo
ed amiamo. Per rispetto alla storia e al futuro di ognuno di noi e
dei nostri figli (o nipoti) credo si possa pensare ad una forma di
azionariato popolare perchè la Spal sia davvero una proprietà di
tutta la città.