13 ottobre 2024

#passa_Parola n.6

Nell'Antico Testamento per avere la sapienza bisognava implorare: e oggi, dopo la venuta di Gesù? 
Mi sento di poter dire che molte cose sono cambiate, decisamente in meglio.

La mia rubrica  #passa_Parola n.6 si legge sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio e, come ogni settimana, è disponibile qui di seguito.

Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza.” 

L’autore del Libro della Sapienza ha dovuto implorare per avere il dono, appunto, della Sapienza.

Si sa che quelli dell’Antico Testamento erano tempi difficili: una specie di secolare ritiro precampionato in attesa di Gesù, l'allenatore-giocatore in grado di sconfiggere definitivamente gli avversari.
In quel periodo la Sapienza si otteneva passando dalla preghiera all'implorazione: uno sforzo forse riservato a pochi eletti per ottenere i bellissimi frutti descritti nel brano di oggi.

Nel “Dopo Cristo” le cose sono cambiate: per avere la Sapienza (che è uno dei sette doni dello Spirito Santo) non dobbiamo implorare, dobbiamo stare attaccati a Gesù. 

Lui ha implorato per noi una volta per tutte durante tutta la sua vita fino al culmine che va dal Getsemani fino alla croce.
La morte di Gesù e la sua resurrezione hanno spalancato per tutti le porte della Sapienza definitiva che si ottiene accogliendo l’invito a seguire Gesù.

Per me è un cambio di prospettiva che rinnova e rende dinamica la ricerca del senso della vita: inserisce impegno e volontà in una luce già accesa che illumina persone e comunità.

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