“Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.”
Mentre scrivo ho davanti la foto di Giorgio Forini e leggo le testimonianze di chi, come me, ha avuto il dono di incontrarlo. Non ho la forza di aggiungere altro: per fortuna San Paolo (che verrà letto domenica 12 novembre in tutte le chiese italiane) afferma che “Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.”
Io sono in mezzo tra un presente di smarrimento e un futuro di gioia di stare, grazie a Gesù, radunati con Dio. Traballo tra convinzioni razionali e desiderio di sperimentare l’abbandono autentico: un cammino faticoso ed entusiasmante in cui cerco di evitare le scorciatoie.
Sapere che Giorgio è già nel gruppo di chi sperimenta la piena vicinanza con Dio di cui noi, qui, assaggiamo una piccola parte, non mi serve a sopportare il dolore del distacco.
Mi porta, però, a provare a vivere nel solco di chi mi ha preceduto e che, in un modo impossibile da spiegare, continua a starmi accanto, dentro, davanti nell’esperienza quotidiana.
Così Giorgio insieme a suo fratello Francesco, Laura Vincenzi, Daniele Lugli, Elisa Maietti, Luca Taddia e a tutti gli amici di Gesù da ogni parte del mondo e del tempo, è la vicinanza che mi sostiene e mi dona, come dice San Paolo, la speranza che non mi fa essere triste.
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