Come mai ci sono ancora guerre benedette dalle religioni?
Il Dio dei cristiani, degli ebrei, dei musulmani certamente non è contento di essere tirato in ballo per coprire gli interessi di pochi a scapito della vita di molti.
Il "Foglietto in tasca" n. 51 si può leggere su La Voce di Ferrara-Comacchio e qui di seguito: tempo richiesto 72 secondi.
Così dice il Signore: «Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto»
Questa frase verrà proclamata nella messa del 29 ottobre: l’ho letta a voce alta e qualcuno della mia famiglia ha esclamato:“Bisognerebbe che tutti i cristiani se lo tatuassero sul braccio!”.
Insieme, poi, abbiamo convenuto che, essendo un brano dell’Esodo, dovrebbe essere tenuto in grande considerazione anche da parte degli ebrei.
Ho chiesto al mio amico Hassan e lui mi ha inviato una frase presa dalla Sura "la tavola imbandita" del Corano: “Se alzerai la mano contro di me per uccidermi, io non l’alzerò su di te: io temo Allah, il Signore dei mondi.”
Perchè cristiani, ebrei e musulmani non hanno mai ripudiato definitivamente la violenza dalla loro prassi istituzionale?
Quando è stato che abbiamo perso di vista i valori profondi della fede che dovrebbe esaltare le aspirazioni positive e non incanalarle in furori ideologici?
Sono domande che mi inquietano e mettono a dura prova la mia innata fiducia nell’uomo.
Prima di finire questo “Foglietto” ho passato una giornata al KrasnoPark, di fronte a casa mia. Con semplicità abbiamo allestito un mercatino di libero scambio con persone di tutte le età e provenienze: lo scambio non riguardava solo gli oggetti ma anche le storie, i desideri, i giochi della vita. Insieme ci siamo fermati davanti alle bandiere della pace che da quasi due anni sono esposte: sono scolorite e una ha un vistoso taglio centrale. Mentre cantavamo una canzone il nostro amico Samuele ha preso ago e filo e ha rammendato la bandiera lacerata. Non era solo un gesto simbolico: quel rammendo può indicare la strada di un impegno concreto alla portata di tutti. È ancora il momento di rimettersi in ricerca per “restare umani”.