2 luglio 2023

Il Foglietto in tasca n.42


Gli ultimi due "foglietti" prima della pausa estiva provano a rileggere  un'esperienza forte in cui sono stato coinvolto. In questa prima "puntata" i timori e le speranze  della vigilia. 
Il testo, come sempre, è pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio e si può leggere anche qui di seguito.

"come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova."

Il penultimo foglietto prima della pausa estiva lo scrivo la notte prima di partire per una settimana come accompagnatore volontario di un gruppo di persone disabili.

Sono teso perché so che dovrò mettere alla prova le dichiarazioni teoriche sulla bellezza di aiutare gli altri, misurandole con la realtà quotidiana attraverso ascolto vero, empatia e servizio. 

Già mi sto perdendo con la lista delle situazioni a cui dovrò stare attento: non posso mettere ancora più in difficoltà chi è già provato dai limiti oggettivi imposti dal suo corpo.

Inoltre devo fare i conti con le fragilità che io stesso mi porto dietro e che non vorrei fare pesare sugli altri.

È proprio vero che tutti siamo disabili, costretti nei confini che il nostro corpo ci impone: quello che cambia è la durezza che rende insormontabili questi limiti. Le persone, però, non sono definite dalle loro incapacità.

Ecco che, come scrive Paolo nella lettera ai Romani, anche noi possiamo camminare in una vita nuova: per me questa settimana significa dedicarmi al servizio autentico che suppone una visione positiva delle capacità piuttosto che dei limiti.

Sono fiducioso: gli altri volontari che ho conosciuto in questi giorni sono più competenti di me, esperti e coesi. So che la collaborazione ci farà diventare una vera comunità.

Anche questa consapevolezza è la garanzia che l'esperienza sarà sovrabbondante di ricchezza umana per tutti, senza distinzione di abilità, ruoli e condizioni.


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