Gli ultimi due "foglietti" prima della pausa estiva provano a rileggere un'esperienza forte in cui sono stato coinvolto. In questa prima "puntata" i timori e le speranze della vigilia.
Il testo, come sempre, è pubblicato su La Voce di Ferrara-Comacchio e si può leggere anche qui di seguito.
"come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova."
Il penultimo foglietto prima della pausa estiva lo scrivo la notte prima di partire per una settimana come accompagnatore volontario di un gruppo di persone disabili.
Sono
teso perché so che dovrò mettere alla prova le dichiarazioni
teoriche sulla bellezza di aiutare gli altri, misurandole con la
realtà quotidiana attraverso ascolto vero, empatia e servizio.
Inoltre devo fare i conti con le fragilità che io stesso mi porto dietro e che non vorrei fare pesare sugli altri.
È proprio vero che tutti siamo disabili, costretti nei confini che il nostro corpo ci impone: quello che cambia è la durezza che rende insormontabili questi limiti. Le persone, però, non sono definite dalle loro incapacità.
Ecco che, come scrive Paolo nella lettera ai Romani, anche noi possiamo camminare in una vita nuova: per me questa settimana significa dedicarmi al servizio autentico che suppone una visione positiva delle capacità piuttosto che dei limiti.
Sono
fiducioso: gli altri volontari che ho conosciuto in questi giorni
sono più competenti di me, esperti e coesi. So che la collaborazione
ci farà diventare una vera comunità.
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